FERTILIZZANTI

Il vuoto normativo frena i concimi

La chiusura della Commissione tecnica ministeriale per i fertilizzanti ha messo in crisi gli operatori del settore. I rapporti con le istituzioni al centro di un convegno organizzato da Silc presso la Borsa Merci di Bologna

Sono tornati a incontrarsi i rappresentanti delle associazioni che facevano parte della Commissione tecnico-consultiva per i fertilizzanti del Mipaaf che, nonostante fosse priva di costi, era stata soppressa dalla spending review. L'occasione è stata fornita da un incontro organizzato presso la Borsa merci di Bologna da Silc Fertilizzanti, società di servizi e consulenze, per discutere sui rapporti tra le istituzioni e gli operatori del settore.
Francesco Caterini, presidente di Assofertilizzanti, in occasione dell'incontro ha detto di avere ricevuto assicurazioni dal Ministero per un ripristino della Commissione ma tempi e modalità sono ancora da stabilire. Assofertilizzanti in questo momento si sta organizzando per migliorare la qualità dei prodotti e rendere più accurata l'analisi del mercato. Ha avviato così, in collaborazione con l'Icqrf, il Progetto Qualità. In collaborazione con l'Istat, invece, ha organizzato un tavolo di lavoro per un più attendibile e rapido monitoraggio del mercato. I dati forniti dall'Istat fino a oggi, infatti, oltre ad arrivare con un anno di ritardo, per una serie di motivi erano pieni di macroscopici errori.
«In Commissione fertilizzanti - ha detto Massimo Centemero, presidente del Cic (Consorzio compostatori) - ci si scontrava, anche duramente, ma si lavorava per trovare posizioni mediate. Le aziende viaggiano infatti 10 e anche 100 volte più veloci della normativa, che rischia di arenarsi senza un confronto costruttivo».
Per i compostatori resta aperta la questione dell'«end of waste» ossia il momento in cui il rifiuto cessa di essere tale e, grazie ad azioni di recupero, diventa invece un prodotto, nella fattispecie compost. La normativa europea è ancora in stadio di bozza e la mancanza di regole precise crea una serie di limitazioni nell'attività dei produttori.
Anche l'Aif (Associazione italiana fertilizzanti) pur essendo nata solo nel 2010 (oggi conta 270 fabbricanti di concimi associati) aveva trovato collocazione nella Commissione fertilizzanti. «Le associazioni - ha detto Pierluigi Graziano, presidente dell'Aif - non hanno il compito di fare consulenza e prestare servizi ma di aggregare società e persone per portare avanti, nelle opportune sedi, le problematiche e le esigenze di un settore. Un'associazione deve comunque essere in grado di individuare società di consulenza affidabili con le quali stabilire un rapporto di collaborazione e non di concorrenza».
«La collaborazione è il segreto per ottenere risultati, specie in sede istituzionale - ha aggiunto Graziano -. È necessario quindi tendere la mano alle altre associazioni per lavorare assieme su finalità comuni evitando di trincerarsi dietro rigide posizioni personali».
L'importanza dell'associazionismo è stato ribadito anche da Vittorio Ticchiati, direttore di Compag (commercianti di prodotti per l'agricoltura), che afferma di annoverare 800 associati (di cui 200 sostenitori). «Un'associazione - ha detto Ticchiati - per essere autorevole deve avere la rappresentatività di un mondo reale, come Compag ritiene di esserlo per i commercianti del settore».
Prima del convegno Silc di Bologna gli ex componenti della dalla Commissione tecnica consultiva si erano incontrati informalmente a Roma ripromettendosi di rifarlo a breve ma al momento non è ancora stato programmato alcun incontro.
«Il tavolo della Commissione - ha ricordato Mariano Alessio Vernì di Silc - era utile anche per discutere questioni con altri ministeri, che erano presenti alle riunioni. La Commissione, come previsto dal Dlgs. 75/2010, veniva sentita al momento di includere nei registri nuovi fertilizzanti e/o fabbricanti così come per dirimere questioni».
«Da un anno e mezzo - continua Alessio Vernì - il Ministero ha nelle sue casse oltre 20mila euro versati da alcune ditte. Era stato stabilito infatti che, per ogni istanza presentata, una ditta dovesse versare circa 3mila euro a copertura delle spese. Ad oggi quei soldi sono “congelati” in qualche capitolo di entrate del Ministero». Si spera solo che non siano stati spesi invano…


Registri, procedure on line

Nel mese di luglio dovrebbe essere pubblicato il decreto ministeriale che istituisce i registri on line dei fertilizzanti. Dalla sua entrata in vigore gli invii cartacei non avranno più nessun valore e le decine di migliaia di domande già inviate dovranno essere “caricate” nel sistema informatico a cura dei fabbricanti stessi. Il rinnovo del 31 luglio dovrebbe essere posticipato al 31 dicembre proprio per avere il tempo di caricare i dati vecchi. E se dovessero sorgere problemi tecnici o di connessione i tempi si potrebbero dilatare ulteriormente. I più esposti sono i nuovi fabbricanti (la domanda resta cartacea) perché il decreto ministeriale prevede che non si possa commercializzare sino all'assegnazione del numero di iscrizione al registro che potrebbe comportare un periodo dì attesa anche di 90 giorni.
Il vuoto normativo frena i concimi - Ultima modifica: 2013-07-09T13:50:21+02:00 da Agricommercio e Garden Center

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