È stata un’edizione di grandissimo livello quella di Myplant & Garden 2024, con numeri veramente importanti: 768 espositori (+18% rispetto al 2023) su 50mila mq (+10%), e visitatori in aumento per tutte e tre le giornate, cresciuti sicuramente rispetto ai 22mila dello scorso anno.
Al di là delle cifre, il vero successo sta nella soddisfazione di espositori e visitatori. Fra i primi, tutti quelli da noi interpellati (circa un centinaio) si sono dichiarati più che contenti già dalla sera del primo giorno. Tanti clienti storici o affezionati e moltissimi nuovi contatti, potenziali clienti per la stagione imminente.
I visitatori hanno affollato gli stand, incuriositi dalle numerose novità e hanno ordinato piante, prodotti e merci varie, inclusi gli addobbi natalizi di cui era presente al salone un piccolo drappello di aziende specializzate.
Piante al Myplant
I grossisti di piante vive si sono espansi numericamente e spazialmente nell’edizione 2024 portando una ventata di bellezza e qualche novità. Purtroppo, da quanto si è visto, sembra proprio che l’innovazione sia ormai appannaggio dei Paesi del Nord Europa: Paesi Bassi, Danimarca e Belgio hanno esposto specie nuove da interni ed esterni oppure antiche ma in varietà recuperate o create ex novo. Qualche esempio: un’intera collezione di aglaonema di molti colori, di Philodendron dalle diverse forme e di Anthurium di specie differenti dal solito. Ma anche una nuova serie di gerbere, un grazioso ciclamino botanico, le primule orticole dal fiore a rosellina o a stelo alto multifloro. E poi quattro nuove cultivar brevettate di oleandro, una decina di Cytisus, di magnolie caducifoglie e di lillà. Tutti di costituzione o ibridazione o produzione estera.
In questo contesto, il nostro plauso va a Riviera Quality, cooperativa di floricoltori liguri (dell’Albenghese) coordinata da Aldo Alberto, presidente dell’Associazione florovivaisti italiani, che ha recuperato piante d’antan come aubrezia, violacciocca, semprevivo (Helichrysum), Limonium, armeria, tutte di produzione locale.
Tengono bene gli agrumi ornamentali: oltre ai classici limone, kumquat, calamondino e cedro, si sono viste le nuove/antiche varietà di limone e arancio, dal limone rosso all’arancio canaliculato. Stabili anche i best seller d’appartamento come maranta, alocasia, strelitzie, pilea, mentre meno presenti sono stati peperomie e banani.
In vertiginoso calo i long seller dei primi decenni del Millennio: spatifillo, anturio, diffenbachia, ficus, potos, e in esterni le acidofile (azalea, rododendro, camelia) turbate da inverni non freddi, e le petunie e verbene compromesse da estati troppo calde.
Vasi ecosostenibili
I vasi oggi devono avere 3 caratteristiche: bellezza, essere riciclati e riciclabili. I colori moda sono quelli mutuati dalla terra: verde salvia, fango, tortore, creta, quasi sempre opachi o setosi, e le forme sono stilizzate o viceversa opulente. Il cliente viene informato attraverso display e pannelli della provenienza del materiale (in genere plastica da raccolta differenziata) e sa che, a fine vita, potrà a sua volta riciclare il contenitore. Molti hanno la riserva d’acqua, soprattutto se sono modelli di pregio, sempre in un’ottica di sostenibilità.
Macchine a batteria
Le macchine per gli hobbisti, e buona parte di quelle per i professionisti del verde, sono adesso a batteria: trovare nuovi modelli a benzina è sempre più raro. Addirittura ci sono marchi storici che hanno presentato solo macchine a batteria. Perché oggi la ricaricabile offre una durata che copre perfettamente un lavoro hobbistico, senza interruzioni, ma anche le 8 ore di lavoro del professionista giardiniere.
Un ampio resoconto sulla manifestazione sarà pubblicato
sul n. 2 di AgriCommercio & Garden Retail