Il costo dell'energia e delle materie prime ha inciso nell'ultimo biennio anche sulla produzione di concimi, ma il primo trimestre 2024 sta mostrando segnali molto vivaci, almeno negli scambi. A confermarlo sono i dati diffusi da Clal.
«Nel 2022 - rilevano da Clal - l’Ue ha prodotto 54,4 milioni di tonnellate di fertilizzanti, in calo del -7% rispetto al 2021, a causa del costo elevato del gas naturale. Secondo le stime di Eurostat, nel 2023 la produzione sarebbe diminuita di un ulteriore 3,4%. I principali produttori sono Francia e Germania, seguiti dalla Polonia. L’export dell’Ue nel 2022 e nel 2023 è stato stabile con 12,4 milioni di tonnellate, mentre l’import è stato di 17,6 milioni di tonnellate nel 2022 e 16,3 nel 2023».
Nel 2024 import ed export in aumento
Nel 2024, sia l’import sia l’export dell’Ue di fertilizzanti sono in aumento, probabilmente stimolati dai prezzi in diminuzione.
«L’import Ue - proseguono da Clal - è cresciuto complessivamente del 10% raggiungendo un totale di 3,4 milioni di tonnellate. Si è registrato un calo degli acquisti dei concimi azotati, di cui il principale è l’urea (importata a un prezzo medio unitario di 347 €/ton), più che compensato dagli aumenti sia per i concimi potassici, principalmente cloruro di potassio (364 €/ton), sia misti. Il principale Paese fornitore è la Russia, con 969 mila tonnellate tra gennaio e febbraio 2024, più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2023. Importanti quantità vengono fornite anche da Paesi del Nord Africa, quali Egitto, Marocco e Algeria, che in parte producono e in parte rivendono fertilizzanti russi.
L’export Ue registra un aumento del +7,4%, arrivando a 2 milioni di tonnellate nel primo bimestre, con quantità in crescita per i concimi azotati e misti, mentre calano i concimi potassici. Le destinazioni sono varie e le principali sono Usa, Ucraina e Regno Unito.
In particolare, la domanda Usa di concimi è in crescita (+20,7% nel trimestre gennaio-marzo 2024) e, confrontando i primi tre mesi degli ultimi anni, ha raggiunto quantità record non solo dall’Ue, ma anche da altri importanti fornitori come il Canada, la Russia e l’Arabia Saudita».