Riconoscere il ruolo strategico del florovivaismo europeo (dove l'Italia è secondo esportatore) rispetto agli obiettivi del Green Deal, garantire il giusto reddito ai produttori supportandoli anche con strumenti assicurativi solidi per far fronte ai cambiamenti climatici e investire davvero su ricerca, infrastrutture tecnologiche e innovative, ma anche su attività di promozione dedicate. Questi gli asset chiave del Manifesto per il florovivaismo europeo messo a punto dal Copa-Cogeca, gruppo Fiori e Piante, e presentato a Bruxelles, presso il Parlamento Ue, con la partecipazione e il supporto dell’associazione Florovivaisti Italiani-Cia.
Alberto: «Necessari obiettivi chiari»
«Il verde è strategico per il futuro - ha detto il vicepresidente del Gruppo al Copa-Cogeca e numero uno di Florovivaisti Italiani-Cia, Aldo Alberto - e se, come abbiamo dimostrato in questa sede con studi e interventi di esperti, c’è necessità di una nuova progettualità per il settore, servono allora obiettivi chiari e certi per indirizzare al meglio il lavoro dei produttori. Solo questo approccio farà la differenza sul risultato. Senza un settore che riproduce tutte le piante e i fiori necessari al pianeta e ai suoi abitanti, sono destinati a scomparire parchi e boschi, ma anche il cibo che mangiamo tutti i giorni e che nasce proprio nei vivai».
Il Manifesto dei coltivatori Ue di fiori e piante
Il Manifesto dei coltivatori Ue di fiori e piante è, dunque, «un rinnovato appello all’Europa prossima alle elezioni di giugno», ha aggiunto Aldo Alberto, da una parte rivendicando i miglioramenti e gli sforzi sulla sostenibilità complessiva da parte del comparto, dall’altra ponendo l’accento sulle questioni ancora aperte e critiche, legate a scarsi investimenti e inadeguate coperture assicurative.
Un comparto da valorizzare
«Politica e istituzioni diano, dunque, più forza all’agenda green Ue - ha proseguito il presidente di Florovivaisti Italiani-Cia, Alberto - valorizzando, in primo luogo, il lavoro quotidiano dei florovivaisti, orientato a massimi standard produttivi per ridurre lo spreco di acqua, energia e suolo, ma anche l’input di materiali plastici e prodotti fitosanitari. Tutto questo per assicurare a città e zone rurali la necessaria, oggi compromessa, sostenibilità ambientale, restando in prima linea nell’arginare l’impatto dei cambiamenti climatici. Il verde, a cui oggi è dato prevalentemente un valore ornamentale ed edonistico dovrà, infatti, garantire sempre di più servizi ecosistemici essenziali, preservando qualità e integrando processi compatibili con l’ambiente. Con tali responsabilità e obiettivi che sono globali, l’Europa deve fare la sua parte a sostegno del settore e per l’attuazione del Green Deal».