L’Apnec (associazione professionale nazionale educatori cinofili) torna a puntare l’attenzione sul maltrattamento genetico dei cani attraverso un nuovo convegno nazionale gratuito.
Domenica 30 giugno, al Centro servizi fiumini a Quartu Sant’Elena (Cagliari), si svolgerà un’altra intera giornata aperta a tutti, associati e pubblico, per continuare a parlare e riflettere su questo tema. La giornata prevede due sessioni: la mattina dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 18.
L'obiettivo? Cercare di attirare l’attenzione degli organi di competenza per limitare questo fenomeno dilagante che è ormai emergenza.
Quando la sofferenza è di moda
Da sempre Apnec si batte per il benessere psicofisico dei cani attraverso la prevenzione e la risoluzione dei problemi comportamentali spesso causati da soprusi.
Parlando di maltrattamento non si può non tener conto di quello genetico, ovvero dell’estremizzazione delle caratteristiche morfologiche di razza, che vanno a privilegiare l’estetica a discapito della salute dell’animale.
L’esempio più tangibile sono i cani brachicefali, ovvero i cani dal “muso corto”, conseguenza di una malformazione genetica che l’uomo, negli anni, ha selezionato.
Le razze brachicefale maggiormente conosciute sono: Shihtzu, Carlino, Boston Terrier, Cavalier King, Boxer, Dogue de Bordeaux e bulldog francesi e inglesi.
I problemi di salute più frequenti riscontrati sono quelli respiratori che inducono a una vita di sofferenze atroci e che spesso culminano con la morte.
Lo stesso vale per i chihuahua la cui manipolazione genetica porta a problemi neurologici estremamente dolorosi.
I temi e gli obiettivi
«Intenzione di Apnec è insistere nella divulgazione di un tema così delicato e, purtroppo, attuale. Sempre più spesso ci troviamo di fronte a razze manipolate geneticamente a fini estetici senza pensare alla condanna inflitta al cane per la sua intera vita – ha detto la Presidente di Apnec, Daniela Borgo -. Da quando poi certe razze vengono esibite da personaggi con seguiti importanti di pubblico e sui social è diventata una vera tendenza. La domanda che continuiamo a farci è: veramente la sofferenza di un essere senziente è di importanza infinitesimale rispetto all’egoismo umano? Si può continuare a mettere sullo stesso piano moda e maltrattamento? Nella speranza che la scelta di molti sia dettata dalla non consapevolezza continuiamo a parlarne con esperti e istituzioni perché le informazioni sul benessere animale arrivino a più persone possibili».