C’erano una volta il cane da guardia o da caccia alla catena, il gatto piglia-topi, il canarino triste e solitario nella gabbietta e il pesce rosso boccheggiante nella boccia di vetro. Cane e gatto mangiavano gli avanzi delle pietanze umane e vivevano tutto l’anno in cortile o in giardino, canarino e pesce rosso vivevano a semi di miglio e briciole di pane.
Nessuno di loro conosceva il veterinario che, a sua volta, conosceva solo mucche, cavalli e al massimo pecore.
Questa favoletta non è ambientata all’Età della pietra, bensì solo 50 anni fa. Datano infatti alla fine degli anni ’60 i primissimi mangimi pronti per cani e subito dopo per gatti, dapprima sotto forma di umido inscatolato e, all’inizio degli anni ’70, di secco in crocchette. Sempre circa 45 anni fa sono comparsi i primi assortimenti di guinzagli, brandine e cucce strutturate, e 40 anni fa i primi cappottini, seguiti poi dagli shampoo, dai giochi, dagli ossi... Sembra incredibile, ma i primi mangimi medicati/dietetici, oggi di impiego comunissimo, apparvero solo 30 anni fa circa…
Dalla drogheria al petshop
La produzione di mangimi e accessori ha creato, mezzo secolo fa, un mercato che non esisteva. Non esistevano neanche i punti vendita specializzati, tant’è vero che i mangimi si trovavano nei supermercati (self-service) o in drogheria insieme con gli accessori e la lettiera. Al di là di questi punti vendita cittadini, e quindi con un ampio bacino d’utenza, furono però le rivendite agrarie le prime ad accogliere, non senza diffidenza, la novità dei prodotti per animali d’affezione.
Diffidenza derivante dal fatto che, proprio nelle campagne, cane e gatto rimanevano “animali d’utilità” facilmente sostituibili, e quindi difficilmente suscettibili ad attenzioni come quella di un mangime dedicato.
L’accoglienza del nuovo prodotto, dunque, fu ispirata solo dal…
L’articolo completo è pubblicato su AgriCommercio & Garden Center n. 1/2017
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