Verde urbano, una sfida per tutti

Confagricoltura, Assoverde, Képos e Crea lanciano dieci azioni concrete per trasformare il verde in infrastruttura strategica delle città

Rendere le città italiane più verdi, sane e resilienti: è questo l’obiettivo del “Libro Bianco del Verde”, giunto alla sua quarta edizione, presentato a Roma nel corso del convegno “Il verde nella città che cambia”, promosso da Assoverde, Confagricoltura e Képos in collaborazione con il Crea.

Due giornate di lavori a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, hanno riunito esperti, istituzioni e rappresentanti del mondo agricolo, ambientale e scientifico per discutere le strategie del verde urbano e lanciare un decalogo di proposte concrete rivolte alle istituzioni.

La pubblicazione raccoglie 73 contributi – tra testimonianze scientifiche, casi studio, esperienze amministrative e proposte operative – curati da 128 autori provenienti da diversi ambiti disciplinari. Al termine dell’incontro di oggi, 21 maggio 2025, è emerso un elenco di dieci azioni prioritarie per rafforzare il ruolo del verde nelle città italiane.

«Il verde urbano è il polmone che ricarica le città. Per questo le amministrazioni devono guardare sempre di più a modelli in cui l'attività agricola possa svolgere un ruolo centrale. Si tratta di sistemi con il nobile compito di integrare la produzione economica ai più alti valori della vita quali lo stare insieme, l'aggregazione, la partecipazione in un ambiente sano. Nel progetto “Libro Bianco del Verde” la collaborazione con il Crea è fondamentale perché fornisce strumenti e soluzioni alle imprese; la ricerca, infatti, non può essere fine a sé stessa ma deve accompagnarci nella messa a terra delle iniziative di innovazione e sostenibilità» ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

A rafforzare il concetto è intervenuta anche Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde: «Durante queste due giornate di scambio sono emerse molte riflessioni sulla centralità del verde, che rappresenta il miglior investimento per la salute delle persone. Ora bisogna tradurle in normative adeguate perché le infrastrutture verdi siano correttamente pianificate, progettate e gestite in maniera che abbiano e diano un lungo futuro. Questi dieci punti rappresentano una sfida per tutti, per le imprese del settore, per i cittadini e per le amministrazioni in maniera da mettere a frutto le competenze per le quali il nostro Paese eccelle nel mondo».

Per Francesco Maccazzola, presidente dell’associazione Képos-Libro Bianco del Verde, è necessario avviare un percorso strutturato e continuativo: «Il focus del nuovo Libro Bianco del Verde è cruciale. È tempo di avviare un tavolo permanente che coinvolga Assoverde, Confagricoltura, Kepos e le amministrazioni per mettere in pratica i buoni spunti raccolti da queste quattro edizioni. Occorre un cambio di passo per creare sempre più cultura e consapevolezza».

Andrea Rocchi, presidente del Crea, ha ribadito il contributo scientifico dell’ente: «Anche quest’anno il CREA mette le sue competenze multidisciplinari a disposizione del Libro Bianco del Verde per generare soluzioni che, con una visione integrata e basata sulla ricerca applicata, riqualifichino le nostre città, migliorandone la qualità della vita e supportando la filiera florovivaistica, eccellenza del made in Italy».

Le proposte in un decalogo

Ecco le dieci azioni che gli organizzatori propongono per incentivare, gestire e misurare efficacemente il verde urbano:

  1. Rendere obbligatoria la redazione di un Piano del Verde cittadino con approccio multidisciplinare e sinergico tra amministrazioni, associazioni di settore, imprese, professionisti, ricerca e cittadini.

  2. Favorire la pianificazione ecologica di lungo periodo su scala sovracomunale e intercomunale, anche attraverso reti ecologiche multilivello che connettano città, aree rurali, boschi e parchi protetti.

  3. Incrementare gli spazi verdi per rafforzare la biodiversità, migliorare la qualità della vita, mitigare i rischi naturali e gli effetti dei cambiamenti climatici.

  4. Definire standard tecnici obbligatori per gli interventi urbanistici, includendo soglie minime di copertura arborea basate su criteri scientifici.

  5. Istituire un fondo nazionale per progetti dedicati alla conoscenza, sviluppo e gestione delle formazioni vegetali urbane.

  6. Stimolare la gestione digitale del verde, migliorandone comunicazione e fruizione attraverso strumenti orientati ai cittadini.

  7. Inserire il verde urbano nei Piani regionali di prevenzione, valorizzando il suo ruolo nelle politiche sociali e sanitarie.

  8. Adeguare la normativa nazionale, introducendo indicatori misurabili che consentano una reale valutazione degli interventi.

  9. Privilegiare un approccio multidisciplinare in tutte le fasi di pianificazione e gestione del verde urbano.

  10. Intensificare le attività comunicative ed educative, rivolte a scuole, PA, professionisti, imprese, media e cittadini, per costruire una cultura condivisa del verde.

Il “Libro Bianco del Verde 2025” si conferma così un documento strategico per spingere istituzioni, imprese e comunità verso modelli urbani più sostenibili, in cui il verde diventa infrastruttura fondamentale per il benessere collettivo e la competitività del Paese.

Verde urbano, una sfida per tutti - Ultima modifica: 2025-05-21T16:35:55+02:00 da Marco Pederzoli

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