Mercato dei fertilizzanti, salvataggio in zona Cesarini

mercato fertilizzanti
Il recepimento italiano del regolamento europeo 1009 del 2019, sull’immissione sul mercato dei fertilizzanti avverrà ben oltre il previsto 16 luglio. Ma sono in moto le iniziative, anche di Compag, per garantire continuità al mercato

Che fossimo preoccupati non lo abbiamo mai nascosto, anzi abbiamo cercato di farlo presente affinché si procedesse prevenendo ogni possibile inconveniente. Di cosa fossimo preoccupati è presto detto: il cambio del regolamento per l’immissione sul mercato dei fertilizzanti marchiati Ce. Dal regolamento Ce 2003/2003 al regolamento Ce 1009/2019. Quest’ultimo, diventando operativo, dal 16 luglio 2019 abroga il regolamento Ce 2003/2003 e cambia in maniera significativa la modalità di immissione sul mercato dei fertilizzanti attraverso l’introduzione di un sistema di certificazione dei processi di produzione e immissione sul mercato. Il periodo di transizione tra il 15 luglio 2019 (entrata in vigore) e il 16 luglio 2022 doveva servire ad organizzare l’intero sistema delle certificazioni armonizzandolo tra gli stati europei. Il periodo di certo non ha aiutato ma sta di fatto che il tempo è trascorso, non solo in Italia, senza che tutto quanto era predisposto fosse attuato.

Ora è bene ricordare come avviene l’immissione sul mercato di un fertilizzante, premettendo che i regolamenti di armonizzazione europei non escludono che gli stati membri possano emanare dei dispositivi nazionali a fianco di quelli europei. Pertanto, un fertilizzante può essere immesso sul mercato italiano in quanto fertilizzante Ce che rispetta la normativa comunitaria, oppure in quanto fertilizzante nazionale conforme alle norme italiane oppure, ancora, attraverso il reciproco riconoscimento tra stati europei. In quest’ultimo caso un importatore/esportatore deve richiedere all’Italia il riconoscimento di un fertilizzante che rispetta la normativa di un altro paese comunitario.

Il tempo stringe…

Ecco in sintesi la fonte delle nostre preoccupazioni: l’attuale legislazione italiana non prevede fertilizzanti di grande diffusione come l’urea o i ritardanti della nitrificazione, prodotti che possono essere immessi sul mercato italiano in quanto fertilizzante Ce. Ma con l’abrogazione del regolamento Ce 2003/2003 da parte del regolamento Ue 1009/2019, che non potrà essere applicato in toto per la mancanza di alcune disposizioni nazionali in grado di renderlo operativo, corriamo il rischio che dopo il 16 luglio non possano più essere prodotti in Italia, o importati, fertilizzanti di grande diffusione e nemmeno le loro miscele (NPK). Per ovviare a tutto questo, la soluzione individuata consiste nella modifica dell’allegato tecnico del decreto legislativo italiano n. 75/2010 sull’immissione sul mercato dei fertilizzanti nazionali con l’introduzione dei prodotti mancanti. Ora è tutta una questione di tempo. Ma il tempo stringe.

Garanzia per il credito

Ma le inquietudini che animano il mercato dei fertilizzanti non si limitano alle sole questioni legislative, ma coinvolgono anche fatti prettamente commerciali come l’attuale aumento dei prezzi di cui tanto si sta parlando, associando il fenomeno alla guerra ucraina. A guardar bene, infatti, il problema è iniziato prima della guerra con il forte aumento delle materie prime già nel 2020; i mercati avevano preannunciato la crisi.

Una rilevante conseguenza sul sistema distributivo che deve essere evidenziata è la necessità da parte dei commercianti di incrementare la propria disponibilità finanziaria per far fronte agli acquisiti dell’agricoltore che, in genere, paga quando riesce a incassare vendendo i propri prodotti. Si pensi alla vendita di un camion di urea il cui prezzo è triplicato, impegnando un capitale triplo rispetto allo scorso anno per la stessa vendita. E questa maggiore richiesta finanziaria si ripartisce su tutta la catena distributiva che, in fin dei conti, sostiene l’agricoltore e lo finanzia.

Sarebbe dunque auspicabile un sostegno tipo garanzia del credito sostenuta dallo Stato che aiuti le aziende ad affrontare questo problema, legato ad una emergenza evidente. Esistono infatti, al momento, simili incentivi governativi per affrontare i maggiori costi energetici ma non certo per sostenere le maggiori anticipazioni di magazzino e, quindi, i commercianti di prodotti per l’agricoltura devono risolvere i problemi autonomamente.

L’alternativa potrebbe essere quella di vendere meno merce mantenendo lo stesso fatturato, ma questo sarebbe un ulteriore elemento limitante la disponibilità di mezzi per l’agricoltura. Il problema riguarda anche gli agrofarmaci, sia pure in maniera probabilmente minore, dato che i forti aumenti di questi prodotti non hanno raggiunto i valori percentuali a tre cifre dei fertilizzanti.

L’Italia produce concimi organici e organo-minerali per i quali ha un saldo commerciale attivo

L’alternativa organo minerale

In questo momento i prezzi dei fertilizzanti minerali (in special modo gli azotati ma non solo), per i quali l’Italia è assolutamente dipendente dall’estero, sono incredibili. L’Italia è, per fortuna, un importante produttore di concimi organici e organo-minerali, per i quali ha, fra l’altro, un saldo commerciale positivo. Si tratta di prodotti sempre più richiesti, che non avendo le stesse caratteristiche dei prodotti minerali, si pensi per esempio al fatto che in genere non contengono l’azoto minerale a pronto effetto, vanno posizionati correttamente nell’impiego, e questo suggerimento è senz’altro un compito che spetta a chi li fornisce. Rappresentano però la risposta più ragionevole per far fronte alle attuali difficoltà di mercato. E sono stati richiesti moltissimo, con una offerta che per forza di cose non poteva crescere così tanto, mettendo un po’ in crisi anche la loro disponibilità. Sicuramente il prezzo degli organo-minerali è aumentato molto ma almeno su questi non siamo soggetti alla speculazione internazionale. D’altronde in Italia non abbiamo fonti energetiche a basso costo così come non abbiamo, oltre all’azoto, neppure fosforo e potassio, elementi per i quali la richiesta evidentemente supera l’offerta.

Il prezzo di mercato dei prodotti agricoli è al momento molto buono, quindi la propensione all’acquisto non dovrebbe venire comunque meno. Certo, l’agricoltore sceglierà con più attenzione la concimazione, dato il costo. Ci sarà forse anche chi non avrà il coraggio di investire ma questo come sempre sarà assolutamente necessario sei si vuole fare qualità e quantità. In ogni caso non ci si può esimere, nelle difficoltà, di cogliere anche qualche aspetto positivo come ad esempio una nuova propensione degli agricoltori a programmare e ad effettuare prenotazioni per tempo. Data la situazione, sicuramente ci saranno ritardi nella consegna dei fertilizzanti anche per chi avrà prenotato anticipatamente e qualcuno che avrà comprato troppo tardi potrebbe rimanere addirittura senza concime o essere costretto a posticiparne l’applicazione in funzione delle disponibilità.

Economia circolare, una risorsa importante

Per il futuro una possibile via di uscita o meglio una delle possibili vie d’uscita per un paese come l’Italia che non ha molte risorse energetiche, né disponibilità di elementi nutritivi di origine minerale, è nell’economia circolare. Il nostro è uno dei paesi che ha fatto più strada nello sfruttamento e nella valorizzazione delle risorse che derivano dal riciclo; chiaramente anche l’uso di liquami e digestato può rappresentare una ulteriore risposta alla fame di nutrienti.

Certo che il recupero di materiali deve essere ben strutturato e non deve essere una scorciatoia per semplificarne lo smaltimento. Come si usa dire, tutto si deve attuare in un’ottica di sostenibilità e circolarità; e con regole certe. Ma si tratta di risorse che non possiamo più permetterci di sprecare.

Di fronte a queste esigenze dobbiamo augurarci sinceramente che possa partire finalmente una forte attività dei Ministeri coinvolti per favorire e guidare tali recuperi, aggiornando e completando norme ormai evidentemente inadeguate, fra l’altro soggette a continue interpretazioni in un senso o nell’altro. Ne abbiamo bisogno.

Leggi l’articolo su AgriCommercio e Garden Retail 3/2022

Mercato dei fertilizzanti, salvataggio in zona Cesarini - Ultima modifica: 2022-05-17T15:47:26+02:00 da K4

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