Rivendite specializzate, dove il web non può arrivare

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La qualità dei prodotti venduti e il livello di servizio offerto rimangono fondamentali. E si possono valorizzare con una comunicazione ad hoc

Cory Doctorow, studioso delle potenzialità della rete ha analizzato aspetti della dipendenza psicologica degli utenti nella comunicazione: «Le piattaforme fanno credere di poter controllare le menti per vendere più pubblicità, vogliono far credere di essere capaci di rendere dipendenti gli utenti, di saper hackerare i loro circuiti della dopamina».

Secondo l’esperto, però, si tratta solo di una strategia commerciale, non di una verità scientifica. La realtà sarebbe diversa: «Non siamo diventati psicologicamente dipendenti da loro, siamo solo intrappolati».

C’è una certa differenza. Le persone si iscrivono ai social e accedono ai media per meccanismi esterni tutto sommato superficiali. «Ti iscrivi a Facebook e gruppi vari - continua Doctorow - perché lì ci sono i tuoi amici, e altri si iscriveranno perché ci sei tu. Questo crea un circolo e delimita una zona di scambio di influenze da cui si tende a non uscire per non perdere la possibilità di tenerti informato su ciò che dicono i tuoi amici».

Questo schema di ipotetico controllo mentale proposto da chi lo gestisce per fidelizzare è stato assimilato a quello che tiene avvinti i giocatori d’azzardo. Ma oggi che il meccanismo è noto, quanto ancora funziona in modo automatico ed efficiente? Le informazioni oggi si cercano spaziando in rete al di là della propria cerchia. Il monopolio e il controllo di chi cerca di renderci dipendenti influenzandoci in tutto quello che facciamo e acquistiamo non è più diretto, secondo Doctorow, neppure per quanto riguarda comunicazione e pubblicità.

Quali strategie per un retailer?

Oggi, mentre le agenzie di digital marketing raccolgono, analizzano e vendono dati ai commercianti per raggiungere i consumatori con una comunicazione mirata sui loro interessi e necessità, i retailer si chiedono se queste strategie siano per ora più adeguate alle vendite on line o, per motivi di costi, a realtà aziendali di forte potenzialità.

Le esperienze di rivenditori riguardo ad aspetti commerciali legati alla comunicazione per il settore dell’agricoltura professionale sottolineano l’importanza dell’attività in negozio e il rapporto con i clienti secondo due elementi: qualità del prodotto e del servizio agronomico. La piena soddisfazione dei clienti poggia su aspetti pratici immediati ed evidenti.

Più che raccolte di dati on line e aspetti pubblicitari, risultano utili consulenze in grado di rispondere con risposte immediate e complete a tutte le esigenze: fertilizzazione, difesa, semina, programmi di concimazione e di interventi a calendario con diserbanti, fungicidi ed insetticidi e loro corretto impiego, assistenza nella scelta del prodotto fitosanitario ottimale per l’uso specifico, analisi chimiche del terreno, diagnostica fogliare. Sono consulenze complesse in cui risultano essenziali i servizi forniti in certi casi dai tecnici specializzati del marchio fornitore.

E' cambiato il dialogo con l'agricoltore

Il giardinaggio

Anche per il giardinaggio l’attività in negozio risulta fondamentale. Molto più forte di tutte le indicazioni o gli input che arrivano dalle analisi del mercato, oggi sempre più sofisticate, e dall’attenzione ai media (siti web, pagine social, ecc.), il vero risultato ai fini del risultato finale della vendita è legato alla professionalità in negozio. Anche il contributo comunicativo evidente nasce dal rapporto con i clienti. Al punto che la pubblicità più importante viene ancora valutata il passaparola. L’efficacia del consiglio di un cliente soddisfatto è impagabile. È la soddisfazione di un cliente che ne porta altri in negozio, più che la ricerca di potenziali acquirenti sul web.

Per raggiungere visibili risultati commerciali il punto vendita deve qualificarsi a notevoli livelli di efficienza e professionalità nel rapporto diretto con il cliente.

L’ultimo miglio di Internet

A conferma di pareri come quello citato di Cory Doctorow, il tamtam sul web pare sempre più un’integrazione nei meccanismi che influenzano i comportamenti d’acquisto. In Italia l’online e il local marketing, infatti, sembrano confermarsi strategie complementari. L’informazione circola sul web, poi riporta il cliente a riaffacciarsi al negozio del rivenditore in cui ha fiducia e di cui conosce l’esperienza. È stato anche detto che l’ultimo miglio di Internet, per quanti investono in comunicazione e strategie, si identifica, in fondo, con quello della via su cui si affaccia un negozio.

Rivendite specializzate, dove il web non può arrivare - Ultima modifica: 2024-07-15T14:46:12+02:00 da Marco Pederzoli

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