Il Bonus Verde, ovvero la detrazione fiscale del 36% su importi massimi di 5.000 euro per gli interventi straordinari di riqualificazione di aree verdi da parte di privati e imprese, è stato cancellato dal governo nella manovra finanziaria 2020, una perdita per tutto il settore florovivaistico.
L’Associazione Italiana Centri Giardinaggio, che rappresenta i Garden Center Italiani - parte fondamentale della filiera florovivaistica italiana – ed è impegnata nel diffondere la Cultura del Verde e promuovere tutto il settore, la ritiene «una scelta anacronistica, profondamente sbagliata e controproducente, in controtendenza con le linee guida europee per lo sviluppo di una vera Green Economy, nella quale tutto il settore florovivaistico deve avere un ruolo guida».
Cancellazione bonus verde, cosa dicono i tecnici del settore
Dichiara, inoltre, il Presidente Stefano Donetti: «Se la prima cosa da fare contro i cambiamenti climatici è implementare le aree verdi, piantando alberi e arbusti, creando nuovi giardini e riqualificando profondamente quelli esistenti, piantumando siepi e barriere verdi, rinverdendo le città, come sentenziano numerosi scienziati di fama nazionale e internazionale, non capiamo perché si debba tornare indietro, abolendo uno strumento fondamentale per diffondere la Cultura del Verde e rendere fiscalmente vantaggioso investire i propri risparmi in questa direzione. Il Bonus Verde sarebbe dovuto diventare una misura strutturale, non più in discussione: un pilastro fondamentale per le politiche di Green Economy di cui tanto si parla, in grado di produrre sviluppo sostenibile, occupazione a lungo termine, generando un’economia virtuosa, realmente capace di futuro».
«Il Governo, nella manovra di bilancio “dimentica” il settore florovivaistico, che vale il 5,5% del Pil agricolo e dà lavoro a circa 100.000 addetti in 25.000 imprese», prosegue Renzo Marconi, Presidente di Asproflor, l’associazione di produttori florovivaisti ideatrice e promotrice del primo marchio nazionale di qualità dell’ambiente di vita Comune Fiorito. «Azzerando il bonus verde - continua Marconi - l’unico intervento a favore dei privati cittadini per aumentare la qualità dell’ambiente di vita delle città e paesi italiani, viene meno un importante incentivo all’aumento della superficie verde».
«I dottori agronomi e i dottori forestali hanno svolto in questi primi due anni un positivo lavoro con l’agevolazione del bonus verde» spiega Renato Ferretti, Consigliere Nazionale del CONAF, «e conseguentemente ritengo che sia una misura indispensabile per garantire una corretta realizzazione e manutenzione del verde privato nelle aree urbane».
«Il bonus verde è stato considerato da tutti noi del settore una speranza per il futuro», commenta Cesare Cipolla, Presidente di AIPV. «Questa notizia è stata un duro colpo per le aspettative di un settore produttivo che potrebbe essere forza trainante per il paese. Sicuramente andava ampliato e reso strutturale, applicando un’IVA agevolata, riducendo il tempo di rateizzazione e ampliato anche alla manutenzione del verde, per cui la sua cancellazione ci resta incomprensibile. Riteniamo sia il momento di fare il punto della situazione, unire le forze di tutte le associazioni della filiera, e rilanciare la necessità di un bonus verde meglio strutturato, magari già in seno del tavolo verde come già ventilato dal ministro, con una visione più ampia e per un futuro più verde».
«Esprimo una sincera delusione nell’apprendere che il bonus fiscale per il verde non verrà rinnovato» commenta Francesco Mati, Responsabile nazionale settore florovivaistico di Confagricoltura,«perché in questi ultimi periodi abbiamo spesso sentito buoni propositi di politici desiderosi di impiantare 60 milioni di alberi, ambientalisti e sensibili all’ambiente tranne che nei fatti perché, anziché assumere finalmente vera efficacia, in quanto con il 36% di detrazione ha funzionato quasi esclusivamente per i condomini dove era cumulabile, e non per i giardini privati, dove purtroppo non ha attecchito vista l’esiguità della detrazione, apprendiamo che il bonus verde non verrà rinnovato. È l’ennesimo smacco dato a un settore che produce occupazione, PIL, tasse, di conseguenza mi sarei decisamente aspettato qualcosa di meglio. È una delusione profonda, spero e mi auguro che la delusione che sta manifestando tutto il settore venga ascoltata non solo dal Ministro dell’Agricoltura, ma anche dal Ministro della Salute, dal Ministro dell’Ambiente e da tutti gli altri ministeri che sono toccati dall’efficienza del nostro settore».
Uncem richiede la conferma della cancellazione bonus verde
Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani) chiederà al Governo di riconfermare il “Bonus verde” nella legge di bilancio 2020.
Una istanza già posta, nei giorni scorsi, da Assofloro, Coldiretti e Asproflor - Associazione dei Produttori Florovivaisti che vede oggi l’associazione dei Comuni montani affiancarsi per la conferma della detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, giardini, terrazze, per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.
Sostegno per il florovivaismo
Una misura utile a implementare l’attività delle imprese del settore florovivaistico, a qualificare le aree urbane ma anche a ridurre l’impatto degli inquinanti nelle città.
«Uncem lavora da tempo con Asproflor in particolare e conosce l’importanza del settore florovivaistico in moltissime Regioni italiane, comprese quelle alpine - evidenzia il Presidente Uncem Marco Bussone. - Il bonus verde genera crescita per le imprese, vantaggi ambientali, pagamenti controllati. Unito a Ecobonus, bonus facciate e bonus ristrutturazioni è certamente fondamentale per la rigenerazione degli spazi privati e pubblici. Deve essere riconfermato e reso strutturale».