Dopo un’estate torrida e siccitosa, un autunno estivo e un inverno raramente freddo è evidente che il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. E pone una nuova sfida proprio ai Centri Giardinaggio, che devono adeguare le proprie scelte e le proprie conoscenze al mutamento, in modo da accompagnare i clienti verso le coltivazioni e le modalità per realizzarle più adeguate a questo nuovo status.
È una grande occasione per differenziarsi dalla Gdo e Gds, che “potranno rimanere” vincenti per i prezzi che applicano, ma “difficilmente” saranno in grado di fornire ai clienti le piante più adatte, e i consigli colturali più consoni.
Danni da caldo
Camelie sasanqua e japonica, calicanto, amamelide, forsizia, cotogno giapponese già da qualche anno faticano a fornire una bella fioritura per mancanza delle basse temperature di cui necessitano. Spiree, peonie, petunie e surfinie, impatiens, solanum da fiore, plumbago sono piante “idrovore” che nelle ultime primavere-estati hanno dato una resa fiorale bassa, a causa del calore eccessivo abbinato al razionamento dell’acqua in quasi tutta l’Italia. Le conifere da siepe, da giardino o nane da vaso e da roccaglia apparentemente resistono per tutta l’estate, ma poi alle soglie dell’autunno si seccano all’improvviso per l’eccessiva durata del periodo caldo e la scarsità d’acqua. Gli alberi da frutto “fanno fatica” perché richiedono troppe cure e irrigazione costante, a fronte di un raccolto spesso scarso proprio per l’eccesso termico. E si potrebbe continuare ancora a elencare…
Il (piccolo) lato positivo
È vero, d’altra parte, che negli ultimi anni sono aumentate le vendite dei sistemi e materiali per irrigazione: progettazione e realizzazione di impianti, tubi-raccordi-ugelli ecc., ma anche terricci e vasi a riserva d’acqua, perle d’acqua e altri prodotti ritentori d’acqua, ma si tratta di prodotti e servizi che vengono forniti anche dalla Gds e che non qualificano specificamente i Centri Giardinaggio, anche se aiutano a fare fatturato.
Nuovi “nemici”
Dunque, oggi il “nemico” in buona parte dell’Italia giardiniera non è più il freddo invernale, bensì il caldo generalizzato durante tutto l’anno, a cui si aggiunge la siccità. Quest’ultima produce sui vegetali danni a lungo termine, anche perché le piogge torrenziali raramente hanno il tempo di finire in falda. Alla carenza idrica si aggiunge inoltre l’assenza di neve, che impedisce di ricostituire le riserve in profondità nel suolo.
Il ruolo dei garden center
I Centri Giardinaggio sono gli unici in grado di orientare le scelte e le azioni dei consumatori verso specie vegetali e tecniche compatibili con questa nuova condizione. A patto che i titolari – e il personale – siano disponibili a cambiare impostazione mentale, abbandonando i modelli di stagione con i quali siamo cresciuti (inverno, primavera, estate, autunno) e le indicazioni classiche che hanno sempre fornito, e riprendendo invece a “studiare”, a informarsi su alternative vegetali e sistemi colturali innovativi.
I Centri Giardinaggio devono quindi essere i primi a cambiare pensiero, rapportandosi alla nuova realtà climatica. Le piante vanno scelte in maggioranza fra quelle che possono tollerare il caldo e un certo grado di siccità: i loro plus vanno spiegati nel punto vendita. I clienti vanno consigliati circa le possibilità di realizzare sistemi di irrigazione, dagli impianti strutturati alle soluzioni più piccole. In generale bisogna saper consigliare come ottenere un bello spazio verde anche con le condizioni climatiche mutate.
Specializzazione e competenza del Centro Giardinaggio sono i valori su cui puntare, adesso come mai, per vincere la competizione con la Gdo e gli altri venditori generalisti che non hanno la formazione botanica e agronomica.
L’articolo è pubblicato su Agricommercio e Garden Retail n. 1 - febbraio 2023
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