Ormai lo sappiamo tutti: la cimice asiatica (Halyomorpha halys) non punge, non è pericolosa per il genere umano, ma causa gravi danni alle produzioni agricole e può diventare davvero fastidiosa quando si annida negli edifici. In autunno, infatti, si ripara dalle temperature in calo entrando in massa nelle abitazioni, cantine, magazzini dove passa l’inverno.
Se rimangono all’aperto, infatti, non superano i rigori invernali. Dall’inizio dell’estate, invece, è un insetto pericoloso per l’agricoltura perché prolifica depositando le uova almeno due volte l’anno, e attacca con le punture meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivaio con danni che possono arrivare fino al 80% dei raccolti nei terreni colpiti.
Le armi a disposizione
La situazione – sottolinea la Coldiretti – in questo 2019 è difficile in tutto il Nord dal Friuli al Veneto, dalla Lombardia all’Emilia-Romagna fino in Piemonte. La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali è stata favorita dalle alte temperature di inizio estate.
La lotta in campagna nei mesi estivi per ora può avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture. Sono positivi i primi risultati raggiunti dal Gruppo operativo per l’innovazione, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna (una delle più colpite dall’insetto) e messo in piedi dal Centro ricerche produzioni vegetali (Crpv) nel 2016.
Il progetto triennale, chiamato Halys, a cui ha lavorato questo pool di strutture, ha elaborato un sistema di difesa ecologica, basato proprio sulle reti antinsetto protettive e multifunzionali.
Poi ci sono i predatori naturali: in Cina c’è la vespa samurai, che però non potrebbe essere introdotta in Europa. Allora si studiano anche gli insetti delle famiglie Reduvidae, Nabidae, Tettigonidae, «in grado – sottolinea la coordinatrice del progetto Maria Grazia Tommasini (di Crpv) – di combattere efficacemente soprattutto gli stadi giovanili della cimice asiatica».
Infine ci sono le trappole a feromoni: «Hanno evidenziato una buona capacità di attrazione nei confronti di tutti gli stadi di sviluppo mobili della cimice asiatica – sottolinea Tommasini –. Questi dispositivi hanno però una forte variabilità nella cattura». Il che significa che per ora si possono utilizzare solo per monitorare il numero degli insetti sul territorio, e non per una cattura massale.
Lotta biologica
Per contrastare la proliferazione dell’insetto, secondo la Coldiretti, è importante proseguire speditamente con la ricerca per interventi a basso impatto ambientale, attività già avviata con importanti centri universitari.
Infatti, la commissione Agricoltura del Senato ha approvato all’unanimità a giugno una risoluzione contro l’invasione della cimice asiatica che impegna il governo ad approvare rapidamente il decreto ministeriale per l’immissione di specie e popolazioni non autoctone di organismi antagonisti di insetti alieni nel territorio italiano e ad accelerare le altre fasi dell’iter per autorizzare l’uso della vespa samurai (Trissolcus japonicus), antagonista naturale della cimice ma non pericolosa per l’uomo in quanto priva di pungiglione.
La Coldiretti già nel giugno scorso ha chiesto che venisse data la massima priorità ad accelerare quanto più possibile le fasi dell’iter di autorizzazione in modo da consentire l’azione in campo contro la cimice asiatica durante la campagna agricola 2019, ma – fino al momento in cui scriviamo, metà luglio – il suo grido d’allarme è rimasto inascoltato.
Contro l’invasione
E allora, anche in questo autunno 2019 dovremo convivere con orde di cimici infreddolite che riusciranno a entrare nelle nostre abitazioni. Dei sistemi per eliminarle abbiamo già abbondantemente parlato nel n. 8/2018 di Agricommercio e Garden Center. Qui ci limitiamo solo a ricordare che tutte le cimici raccolte vanno eliminate immediatamente!
La soluzione più semplice è quella di immergere il contenitore utilizzato per raccoglierle in una bacinella d’acqua saponata per qualche minuto. Il sapone impedisce loro di galleggiare causandone il rapido annegamento. In seguito, le cimici morte possono essere smaltite nei contenitori dell’organico.
In ogni caso, le cimici raccolte non vanno liberate all’esterno per impedire che si vadano ad annidare in altri edifici e che la primavera successiva ritornino in campagna a danneggiare le coltivazioni; e non vanno mai buttate nel water in quanto l’acqua presente, se non saponata, non è sufficiente per annegarle.
Ricordiamo anche che gli insetticidi a uso domestico sono assolutamente sconsigliati negli ambienti ad uso abitativo, a meno che non siano esplicitamente autorizzati all’uso in ambienti interni, ma possono essere utilizzati nelle seguenti situazioni:
- per il trattamento della parte esterna degli infissi, dove, oltre a eliminare le cimici eventualmente presenti, potrebbero svolgere una sorta di azione protettiva contro il loro ingresso nelle abitazioni;
- nei cassonetti dei serramenti o in altri punti critici solo ed esclusivamente se si lascia l’abitazione per alcuni giorni, sfruttando l’azione repellente di alcuni insetticidi (es. piretroidi);
- in ambienti non abitativi in cui NON vi siano prodotti alimentari, come ad esempio magazzini, capannoni, solai o garage dove può risultare difficile attuare il contenimento con altri mezzi.
Leggi l’articolo completo con la vetrina dei prodotti
su AgriCommercio & Garden Center n. 6/2019
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