Myplant & Garden, la fiera internazionale leader del verde professionale, ha diffuso e commentato gli ultimi rilevamenti ufficiali (annata 2021) della produzione orto-florovivaistica italiana.
Le regioni italiane che registrano il più alto valore alla produzione del settore florovivaistico nazionale, cresciuto del 5% nel 2021 rispetto all’anno precedente, sono:
- Toscana,
- Liguria,
- Sicilia,
- Lombardia,
- Lazio,
- Puglia,
- Emilia-Romagna,
- Veneto
- e Piemonte.
Un valore che nel 2021 ha sfiorato i 2,8 miliardi di euro (il 4,6% della produzione a prezzi di base dell’agricoltura italiana), il dato più alto delle ultime annate prese in esame.
La produzione di fiori e piante in vaso nel 2021 è stata pari a quasi 1,3 miliardi di euro (+5,1% rispetto al 2020), generata per il 39% dalle regioni del Nord-ovest e per il 35% da quelle del Sud e delle isole.
La produzione dei vivai, pari a 1,5 miliardi di euro (+4,9%), deriva per il 60% dalle regioni centrali.
L’Istat certifica così la ripresa del trend di crescita dopo la crisi pandemica.
Produzione florovivaistica a prezzi base in Italia - 2021
€ (milioni) 2021 | € (milioni) 2020 | € (milioni) 2019 | € (milioni) 2018 | € (milioni) 2017 | Var. % 2021/20 | |
Fiori e piante ornamentali |
1.294,82 | 1.230,71 | 1.269,396 | 1.165,629 |
1.162,555 |
+5,2 |
Vivai |
1.487,42 |
1.417,65 | 1.445,071 | 1.398,835 |
1.375,606 |
+4,9 |
Canne e vimini |
2,109 |
2,020 | 2,093 | 2,150 |
2,260 |
|
Totale aggregato |
2.784,35* |
2.650,383 | 2.716,560 | 2.556,614 |
2.540,421 |
+5 |
*2823 secondo l’Eurostat - Fonti: elaborazioni Myplant su dati Crea e Istat
Quattro regioni importanti
Le realtà produttive italiane sono concentrate soprattutto in 4 regioni: Liguria, che ha il primato delle aziende che coltivano fiori in piena aria; Toscana e Lombardia, dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali; Campania, dove le aziende sono specializzate soprattutto nella coltivazione di fiori in coltura protetta.
La Toscana mantiene saldamente il primato delle produzioni vivaistiche nazionali, con un fatturato alla produzione di 816 milioni di euro (+4% sulla media 2019-2020).
Le produzioni floricole, invece, vedono stabilmente la Liguria al vertice con 386 milioni di euro (+4,6% sul biennio precedente).
I dati regionali del florovivaismo italiano, valore produzione vivaismo
Regione | (.000 €) 2021 | (.000 €) 2020 | % economica su produzione nazionale | Classifica nazionale |
TOSCANA | 815.787 | 777.251 |
55% produzione |
1° classificato |
LOMBARDIA | 148.375 | 141.366 | 10% produzione nazionale | 2° classificato |
SICILIA | 83.280 | 79.968 | 5,5% produzione nazionale | 3° classificato |
Fonti: elaborazioni Myplant su dati Istituto Crea e Istat
A seguire, le altre regioni. Non si notano scostamenti particolari rispetto ai ritmi produttivi e di crescita degli anni passati, con l’eccezione della attività vivaistica del Friuli-Venezia Giulia, che ha scavalcato, di misura, il Piemonte:
Emilia-Romagna, | 62.906 | 4,2% produzione nazionale | 4° classificato |
Puglia, | 60.220 | 4,1% produzione nazionale | 5° classificato |
Friuli-Venezia Giulia, | 58.831 | 4% produzione nazionale | 6° classificato |
Piemonte, | 57.878 | 3,9% produzione nazionale, | 7° classificato |
Veneto, | 46.444 | 3% produzione nazionale | 8° classificato |
Lazio, | 43.741 | 2,9% produzione nazionale | 9° classificato |
Marche, | 26.682 | 1,8% produzione nazionale | 10° classificato |
Nel comparto fiori e piante in vaso non si notano scostamenti rispetto ai ritmi produttivi e di crescita degli anni passati.
I dati regionali del florovivaismo italiano, valore produzione fiori e piante
Regione | (000 €) 2021 | (000 €) 2020 | % economica su produzione nazionale |
Classifica nazionale |
LIGURIA | 385.887 | 364.963 | 30% produzione nazionale | 1° classificato |
SICILIA | 183.083 | 173.000 | 14% produzione nazionale | 2° classificato |
CAMPANIA | 149.869 | 145.534 | 11,5% produzione nazionale |
3° classificato |
Fonti: elaborazioni Myplant su dati Istituto Crea e Istat
A seguire, le altre regioni:
Lazio | 126.380 | 9,7% produzione nazionale, | 4° classificato |
Puglia | 98.377 | 7,6% produzione nazionale, | 5° classificato |
Lombardia | 96.734 | 7% produzione nazionale, | 6° classificato |
Emilia-Romagna | 70.959 | 5,5% produzione nazionale, | 7° classificato |
Veneto | 67.444 | 5% produzione nazionale, | 8° classificato |
Toscana | 49.141 | 3,8% produzione nazionale, | 9° classificato |
Piemonte | 18.687 | 1,4% produzione nazionale, | 10° classificato |
Grazie a queste performance, come anticipato, Toscana e Liguria guidano la classifica delle produzioni italiane floricole e vivaistiche nel loro insieme, così composta:
- Toscana (30%)
- Liguria (14%)
- Sicilia (9,6%)
- Lombardia (8,9%)
- Lazio (6%)
- Puglia (5,7%)
- Emilia-Romagna (4,8%)
- Veneto (4%)
- Piemonte (2,75%).
Cresce l’export, bene la bilancia commerciale
Considerato un vero e proprio prodotto di eccellenza dai mercati e i consumatori internazionali, il florovivaismo italiano registra la continua crescita della domanda dall’estero.
«In quanto grande piazza internazionale degli affari del verde – affermano da Myplant - registriamo con soddisfazione che l’export, centrale per lo sviluppo del settore, ha segnato un nuovo record storico, superando ampiamente il miliardo di euro».
L’Italia conferma il ruolo di esportatore netto del prodotto orto-florovivaistico: anche nel 2021 il valore alla produzione dell’export ha raggiunto i 1143 milioni di euro (903 nel 2020).
Il saldo positivo della bilancia commerciale è di 550 milioni di euro (contro i 423 del 2020).
I 28 Paesi dell’Ue sono il principale mercato di sbocco dei prodotti italiani (ca 80%).
Secondo i dati Eurostat, nel 2021 il valore complessivo della produzione europea, compresi i bulbi e le piante da vivaio, è stato di circa 20 miliardi di euro, dei quali quasi 7 miliardi di euro prodotti nei Paesi Bassi.
Il 70% dell’export italiano è venduto, nell’ordine, in Francia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Svizzera.
Paesi Bassi (75%), Germania, Spagna e Belgio sono invece i principali mercati di approvvigionamento (import) per l’Italia.
«Si tratta di un dato che avevamo anticipato a gennaio 2022 – sottolineano gli organizzatori - quando abbiamo notato l’impennata dell’export del prodotto florovivaistico italiano fin dal I trimestre. Oltre a ciò, il ‘sentiment’ di molte imprese del settore era positivo. Tuttavia, avevamo segnalato che la ripresa del settore era minacciata dall’impennata dei costi di produzione dovuti all’aumento a doppia cifra dei prezzi delle materie prime per imballaggi, energia, concimi e costi di trasporto».
Quarantamila ettari di eccellenza tra ombre e opportunità
Da inizio 2022, dopo aver superato la profondissima crisi innescata dall’emergenza pandemica, il comparto produttivo tricolore è tornato a subire una fortissima pressione sistemica.
Come già denunciato da Myplant, il quadro inflattivo, i costi energetici e le incertezze della cornice politica internazionale stanno colpendo duramente le imprese ostacolando le produzioni, alimentando l’aumento dei prezzi, impedendo la programmazione produttiva e frenando gli scambi internazionali.
Secondo Coldiretti, nel primo semestre 2022 l’export del comparto ha segnato un +9% sul medesimo periodo del 2021, ma le importazioni del primo semestre 2022 hanno registrato un +60%, mettendo a serio rischio il saldo della bilancia commerciale di fine anno.
Secondo le stime di Assofloro, l’aumento dei costi energetici diretti per il comparto è impressionante:
- quasi +100% estate 2022/estate 2021 per l’elettricità;
- il prezzo del gasolio ha registrato un +80% nella primavera 2022 rispetto a quella 2021;
- il costo del metano, a luglio 2022 ha superato il +1200% rispetto al medesimo mese del 2021.
Il commento del MyPlant
«Ciononostante, i nostri padiglioni saranno gremiti grazie alla fiducia e allo sforzo delle imprese, che hanno eletto la nostra fiera come "il place to be" per incontrarsi, realizzare business, intercettare nuovi trend, programmare il futuro. Un futuro che intendiamo tracciare tutti insieme: il florovivaismo è una industry in grado di contribuire favorevolmente alle problematiche climatiche e ambientali, dalla forestazione urbana ai benefici economici, salutistici ed estetici che ne derivano».
«Stiamo assistendo a un'impennata di sensibilità e attenzione per il verde: dalla politica al sistema delle costruzioni, dalla valorizzazione degli spazi aperti ai temi della rigenerazione urbana, alla riforestazione delle città, passando per la consapevolezza di quanto le piante possano fare per combattere i cambiamenti climatici. Poi c’è l’esplosione della dimensione domestica del green living, i trend crescenti delle micro-coltivazioni, la cura dei propri spazi all’aperto (balconi, terrazzi, giardini), la coscienza del legame tra verde e bellezza, tra verde e salute, e così via. Ambiti tutti in cui il florovivaismo può assumere un ruolo da protagonista».