La descrizione di questo giardino sembra quasi un racconto, mentre è semplicemente la presentazione di un progetto di recupero e riqualificazione di un luogo magico. Non si sarebbe potuti intervenire diversamente, solo così si è potuto dare ancora tempo a quell’orologio che si era fermato. Tutto ciò che è stato creato, dalle aiuole alle strutture, lo è stato nel massimo rispetto del luogo, limitandosi a osservare ciò che la natura offriva appena fuori del cancello.
L’intervento si è svolto fra il 2010 e il 2015, perché il giardino è cresciuto insieme alla famiglia che lo vive. “La Tenuta” si trova nella Pianura piemontese, in provincia di Vercelli, in terra di riso.
Continuità di tempo
La committenza ha sempre lasciato carta bianca al progettista, con un’unica richiesta, che l’intorno rimanesse con lo stesso stile di sempre, con il suo fascino, e in totale semplicità.
Per esempio, la piscina che è stata progettata non ha tempo, non ha uno stile o un’epoca, o meglio, rispecchia il contesto dove nasce e quindi sembra ne faccia parte da sempre. È una piscina in parte fuori terra, per dar modo così di potersi sedere e conversare comodamente sia nel lato esterno sia in quello interno, inoltre è facilmente accessibile anche con un bambino in braccio. All’interno è stata creata, infatti, una mini piscina per bambini, lasciando al suo fianco una zona per il nuoto. Le cascate non sono casuali, ma richiamano il gioco d’acqua creato dalle chiuse da sempre utilizzate per deviare i canali che alimentano le risaie. I ciottoli utilizzati nella zona a sfioro richiamano quelli che rotolano nel torrente poco distante, così come i mattoni e le pietre richiamano le costruzioni del complesso stesso, creando così un gioco di rimandi tra archi, curve e materiali.
Acqua al centro
Tutti i dettagli sono stati attentamente curati, come la scelta dei materiali, mattoni e pietre di recupero; per le rubinetterie invece sono stati utilizzati l’ottone e il rame forgiati da un artigiano locale. Solo l’impianto d’irrigazione e quello d’illuminazione sono di tipo commerciale. I lavori sono stati eseguiti da un’impresa edile locale, avvalendosi di materiali di recupero e sotto la direzione del progettista.
Il lavandino in pietra è stato recuperato in un vecchio pollaio, ed è solo appoggiato sul podio della piscina, con un effetto elegante.
Il rubinetto abbinato e il soffione della doccia sono stati realizzati dalle sapienti mani di un artigiano, come anche il tubo in rame dove sgorga l’acqua nel laghetto delle carpe, avente la forma di un pesce con la bocca aperta.
La fontana, realizzata recuperando una vecchia vasca in pietra, si confonde nell’orto, e i colori dei sedum del suo tetto verde rimandano al giallo delle potentille nelle aiuole vicine.
Il laghetto delle carpe è nato cambiando la destinazione d’uso di una grande vasca in disuso da tempo. Le carpe che vivono nel laghetto sono le stesse che vivono nei canali al di fuori della proprietà.
È stato creato anche un piccolo laghetto a forma di farfalla, che ospita i pesciolini rossi e un airone finto che funge da sentinella, perché la zona è ricca di aironi veri ghiotti di pesci rossi.
Verde lineare in giardino
Nei 1.500 mq di giardino domina la superficie a prato, costituito da un miscuglio di microterme adatte al Nord Italia. Sono stati lasciati gli alberi preesistenti (prevalentemente cedri, e magnolie grandiflora e japonica) a movimentare lo spazio.
Punti d’attrazione sono diventate le aiuole di rose Barni, sia da taglio, sia a cespuglio, utilizzate anche per delimitare i vialetti d’ingresso pedonale e per punteggiare il perimetro dell’edificio padronale. Lungo i marciapiedi, peraltro, insistono anche bordure di fragrante lavanda, per permeare di profumi ed emozioni gli ambienti domestici. Nei pressi dell’area dedicata al barbecue sono state inserite un’aiuola di aromatiche, pronte da utilizzare sulla brace, e un’altra di piccoli frutti, golosità da cogliere anche nell’attesa della grigliata. Nelle altre aiuole sono state piantate potentille e ginestre odorose, entrambe di colore giallo a illuminare il vasto tappeto erboso.
Lungo i confini e per schermare l’alta recinzione in cemento sono stati utilizzati i bambù, piante leggere ma coprenti, e dalla crescita veloce e compatta.
Uno spazio amabile
Il buon progettista/giardiniere dovrebbe essere un buon osservatore, saper ascoltare e dimenticare di dover vendere qualcosa che non serve. Capita di dover realizzare giardini o terrazzi di design, con tecnologie moderne comandate a distanza, ma bisogna essere consapevoli di chi si ha davanti e di cosa si sta lasciando, perché ciò che il progettista crea può rimanere nel tempo, nel bene e nel male.
Compito del progettista è realizzare qualcosa che si faccia notare per la sua semplicità, creare spazi verdi che rispecchino chi li vive, dando la possibilità di goderseli in serenità̀.
Il Progettista
«Quando si crea un giardino, basterebbe osservare con attenzione ciò che ci circonda, senza andare troppo distanti: i consigli giusti sono proprio appena fuori del nostro confine. Ispirandosi alla natura stessa, si è certi di non sbagliare, il giardino che verrà non avrà tempo né confini, ciò che è fuori entrerà a far parte del giardino e il giardino si confonderà nel paesaggio, quindi nell’infinito.
Creare un giardino senza tempo vuol dire che, osservandolo, non si riesce a dargli una data, potrebbe esser lì da sempre, e così tutto ciò che si crea nel giardino stesso deve avere questa caratteristica, confondendosi con armonia nell’insieme, come se il progettista non fosse mai entrato».