Negli ultimi 10 anni il mondo dei terricci si è letteralmente rivoluzionato. Prima ha ampliato la gamma dei prodotti creandone di specifici per le esigenze di ogni categoria di piante, dalle verdi agli agrumi, passando per bonsai, rampicanti, orchidee, petunie, ortaggi e perfino stelle di Natale.
Poi ha proseguito soddisfando le esigenze dei giardinieri per hobby, “inventando” terricci supernutritivi che non abbisognano di concimazioni, oppure leggerissimi per non appesantire terrazzi e ringhiere, o anche a riserva d’acqua per non dover annaffiare di frequente.
Oggi il mercato propone i substrati ecologici, suddivisi in quelli biologici, che non hanno mai avuto contatti con sostanze chimiche di sintesi, e quelli privi di torba, che evitano il consumo di una risorsa naturale (la torba, appunto) che è rinnovabile solo in migliaia di anni (quindi, è come se fosse non-rinnovabile), sostituendola anzi con prodotti “di scarto”, come fibre di legno o di cocco, risultate utili alle piante.
Per la prima categoria di prodotti il consumatore ormai è abituato a riconoscere le differenze e l’utilità del terriccio specifico, ma rimane sempre valido il suggerimento di presentare accanto a ogni categoria di piante qualche sacco di terriccio ad hoc.
Per la seconda vale la pena di evidenziare con un cartello i plus di ciascun substrato, con una semplice frase a effetto: “Per non concimare mai”, “Per non appesantire il terrazzo”, “Per bagnare una volta a settimana”.
Per la terza bisogna fare un distinguo: che cos’è un prodotto biologico oggi lo sanno tutti, e quindi basta evidenziare la dicitura “Biologico” su un cartello. Che un terriccio sia privo di torba, invece, è un concetto che va spiegato perché, anzi, è più facile che il cliente scelga un substrato torboso: sa per esperienza che le piante hanno bisogno della torba. Quindi è necessario realizzare un piccolo depliant o un video-tutorial in cui spiegare che la terra senza torba rispetta l’ambiente e fa ugualmente bene alle piante (vedi qui di seguito). E naturalmente tutto il personale deve essere in grado di spiegare a voce il medesimo concetto al cliente che chiede informazioni.
IL RUOLO DELLE PALUDI, LA FORMAZIONE DELLA TORBA NEI SECOLI
La torba si genera in millenni. Nel corso dei secoli depressioni nel terreno e acquitrini diventano terreno di crescita per brughiere, prati, giunchi e muschi di palude. L’alto contenuto idrico e l’ambiente acido evitano la decomposizione nel tempo formando invece la torba. Alla velocità di formazione di 1 mm all’anno ci vogliono 1000 anni per uno strato di torba dell’altezza di un metro. Attualmente la torba viene massicciamente estratta per la produzione dei terricci con l’azione di pale meccaniche e frese che avanzano nelle torbiere appositamente prosciugate. In molti Paesi europei, specialmente nell’Ovest e nel Sud del continente più del 95% delle zone paludose è già stato prosciugato per la produzione della torba o per essere sfruttato in altro modo.
Eppure le paludi hanno un ruolo rilevante per l’equilibrio dell’ambiente:
- rappresentano l’ambiente di vita e di protezione per molte specie animali e vegetali;
- le paludi trattengono il doppio di anidride carbonica rispetto a tutte le superfici boschive del mondo. Con la progressiva erosione delle paludi si liberano gas nocivi trattenuti da millenni;
- l’associazione ambientalista tedesca Nabu ha calcolato che, a parità di superficie, 15 cm di palude trattengono la quantità di anidride carbonica equivalente di un bosco secolare. L’erosione di un metro di palude andrebbe quindi compensata con la piantumazione di un bosco di superficie sei volte superiore, e che venga lasciata a riposo per 100 anni;
- le paludi hanno una funzione ambientale fondamentale per il filtraggio e la ritenzione delle falde acquifere.
Per informazioni: www.neudorff.it
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