Negli ultimi anni nella nostra società e in modo particolare nel mondo del lavoro si è affacciato il concetto di flessibilità associato alla produttività.
Il concetto di flessibilità può avere diversi significati: si può intendere la flessibilità in entrata e in uscita dei collaboratori oppure quella che viene definita “flessibilità funzionale”.
La flessibilità funzionale permette che all’interno di un’organizzazione il lavoratore non svolgerà mai la medesima attività e la stessa mansione nell’ambito della propria vita.
La flessibilità del lavoro è riferita anche alla possibilità di cambiare azienda, attività occupazionale, sede di lavoro, orario di lavoro, anche in base alle esigenze del datore di lavoro. Il concetto di lavoro flessibile consente al lavoratore di aumentare il proprio bagaglio di conoscenze e competenze professionali e di crescere, anche economicamente.
Cercheremo di capire, in questo spazio, in che modo la flessibilità del lavoro va a riflettersi sulla produttività aziendale e quali sono concretamente le attività che il datore di lavoro deve mettere in atto per avere un’azienda flessibile.
Partiamo da una definizione. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali definisce lo smart working in questo modo: “Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro.” Il dato di fatto è che sempre di più i lavoratori chiedono flessibilità.
Allo stesso modo è ormai conclamato che avere collaboratori soddisfatti perché padroni del proprio tempo, aumenta la produttività aziendale, in qualsiasi settore o ambito. I
l primo aspetto da considerare per avere una realtà organizzativa flessibile è eliminare completamente il concetto di orario di lavoro 9-18 sostituendole con le nuove tipologie di orario.
Basta orario fisso
L’idea di base è sganciarsi completamente dalla logica dell’orario fisso 9-18 o dal concetto che più tempo si passa in ufficio e più si verrà notati o si avanzerà di carriera. Al contrario, quando notate che uno dei vostri collaboratori spesso fa molto tardi in ufficio, cercate di capire, insieme a lui, quale sia il problema.
Potrebbe essere un numero di incarichi troppo alto a cui non riesce a far fronte in una giornata di lavoro, ma può essere anche che non abbia le competenze per assolvere certi compiti.
Potrebbero poi essere problemi di diversa natura che comunque vanno risolti poiché rischiano di creare danno a entrambe le parti.
Naturalmente non esistono soltanto queste attività, ma ci sono aziende che offrono asili nido, servizi di lavanderia in ufficio, spazi ricreativi, la possibilità di cambiare mansione pur rimanendo all’interno della propria azienda, la mensa aziendale da asporto per la sera e tante altre attenzioni.
Tuttavia, sappiate che nulla può rasserenare di più del tempo passato a casa o in un contesto diverso dall’ufficio. Ne guadagnerà il dipendente ma anche e soprattutto l’azienda.
Vantaggi importanti
Tra i vantaggi per i dipendenti possiamo considerare:
- riduzione tempi e costi di trasferimento da/verso l’ufficio;
- lavorare in un ambiente familiare e silenzioso;
- aumento della soddisfazione per migliore organizzazione dei tempi e la conciliazione della vita privata con il lavoro.
Per quanto riguarda, invece, i vantaggi per le aziende:
- riduzione dei costi legati agli spazi fisici: esistono realtà aziendali che mantengono costantemente una percentuale dell’organico come lavoro da remoto o consulenti;
- aumento della retention dei dipendenti ovvero dell’indicatore di fedeltà in grado di esprimere la percentuale di dipendenti che resta nell’organizzazione in un determinato arco temporale;
- miglioramento dell’Employer Branding con il quale si intende un insieme di strategie marketing che hanno l’obiettivo di costruire un’immagine aziendale coerente con l’identità dell’azienda come luogo di lavoro ideale, così da attrarre e fidelizzare i dipendenti di talento.
A beneficiare del lavoro agile poi è anche l’ambiente, con una riduzione delle emissioni di CO2 e del traffico, aspetto molto importante anche per l’immagine aziendale.
Opportunità per le donne
Ma quali sono le categorie professionali che potrebbero essere maggiormente toccate da questa concezione di “impresa flessibile”?
In primo luogo le donne.
Tra le donne, stando alle ultime statistiche, lavorano solo il 49,8% e molte di queste lasciano il lavoro dopo aver avuto dei figli poiché è sempre meno concesso, in Italia almeno, la riduzione d’orario (part time).
A questo aspetto, tuttavia, si lega il fatto che da una recente indagine i datori di lavoro preferiscono le donne agli uomini in alcuni ambiti lavorativi. Si sa, le donne sono più predisposte per lavori di precisione, organizzazione o gestione.
Ecco che, all’interno di un’azienda flessibile, anche le donne potrebbero avere la possibilità di lavorare full time, conciliando gli altri impegni con l’orario flessibile o il lavoro da remoto.
Lo stesso accade con i consulenti esterni. Molte aziende si avvalgono della competenza di alcuni professionisti che non fanno parte dell’organico aziendale ma che contribuiscono al business aziendale.
In questo caso, la possibilità di offrire il lavoro da casa, rappresenta un’attrattiva interessante anche per il consulente che magari può essere assunto dall’estero o da una città diversa da quella dell’azienda.
Work life balance
Abbiamo individuato le azioni che un imprenditore può mettere in atto per garantire flessibilità all’interno della sua azienda perché ci stiamo muovendo verso un modo sempre più dinamico e veloce, che ha bisogno di un attento work life balance, ovvero un corretto bilanciamento tra la vita privata e quella lavorativa.
Ciò che è importante considerare è che questa concezione di “azienda flessibile” è un modo per aumentare la produttività della propria impresa, attraverso la corretta organizzazione dei tempi.
Sono sempre di più le aziende, in Italia ma ancor più all’estero, che utilizzano questo tipo di approccio, magari aiutati da una legislazione favorevole o da fondi dedicati. Non dimentichiamo mai che i collaboratori sono la nostra azienda.
Le tipologie di orario
Le nuove tendenze in ambito aziendale prevedono queste tipologie di orario:
• Orario flessibile: niente più obbligo di presenza in ufficio dalle 9 alle 18. È ammessa, invece, l’entrata entro un determinato orario oppure la garanzia di portare a termine le 8 ore di lavoro giornaliere a prescindere dall’orario di entrata.
• Giorno libero infrasettimanale: alcune realtà tra le più avanzate da questo punto di vista prevedono che un giorno alla settimana i collaboratori lavorino da un posto diverso dall’ufficio, purché dotato di wi-fi per avere comunque la possibilità di comunicare con i colleghi.
• Settimana corta: la settimana corta prevede che il venerdì si lavori da casa o, magari durante i mesi estivi, non si lavori per nulla. Il tutto nell’ottica di garantire più momenti di svago ai collaboratori, magari in periodi dell’anno che solitamente sono meno frenetici rispetto ad altri.
• Lavoro da remoto: lavorare da casa, soprattutto se si fa un lavoro che necessita di essere concentrati magari con il computer, è molto più produttivo se svolto da casa. Personalmente conosco realtà che spingono per il lavoro da remoto quando questo necessità di non essere disturbati dalla vita dell’ufficio, quindi telefonate, persone di passaggio, appuntamenti, ecc.
• Limiti agli orari di lavoro. Questo punto potrebbe sembrare in totale disaccordo con quanto scritto prima ma non lo è. Esistono aziende che per la loro natura o per il settore in cui operano, non possono permettersi di avvantaggiarsi del lavoro da remoto. In questi casi la proprietà dovrebbe organizzare il lavoro in modo che si identifichi un orario di lavoro e che questo vada rispettato.