Aumenta l’interesse per la coltivazione della canapa industriale. Da quando nel 2013 è entrato in funzione a Carmagnola l’impianto di prima trasformazione degli steli di canapa costruito e brevettato da Assocanapa (Coordinamento nazionale per la canapicoltura) con il Cnr Imamoter, la coltivazione è partita. E con l’entrata in vigore il 14 gennaio della legge che ne sostiene la coltivazione si prevede un’ulteriore consistente crescita della coltura.
Secondo Assocanapa nel 2013 le aziende che coltivavano canapa in Italia erano 140 con una superficie di circa 400 ettari, ma già dall’anno successivo avevano superato i 1000 ettari. Nel 2015 questa cifra è ancora cresciuta, anche se lo sviluppo è frenato dalla mancanza di impianti di prima trasformazione degli steli, indispensabili per assicurare agli agricoltori un reddito adeguato.
In questo contesto aumenta la richiesta di sementi certificate. Se nel 2013 la superficie investita per la produzione di semente di canapa di varietà dioiche italiane da fibra era pari a 22,54 ettari, nel 2016 è arrivata a 165,99 (Dati Crea- Scs). Assocanapa sottolinea che, per essere in regola con la legge, è necessario seminare semente certificata di una varietà iscritta nel Catalogo Europeo delle sementi e che «non è possibile, anzi è molto rischioso, riseminare il seme che si è ottenuto; la risemina è consentita in specifici casi molto rari». Nel Catalogo delle varietà vengono iscritte, su richiesta del costitutore, soltanto varietà che, seguendo una procedura regolamentata dall’UE, hanno dimostrato un contenuto di THC (tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,2%.
Diverse varietà per differenti utilizzi
Molti potrebbero essere gli utilizzi della canapa. Oggi il seme viene utilizzato per le sue elevate proprietà nutrizionali e nutraceutiche, tal quale, decorticato o spremuto ottenendo olio e farine utilizzati in preparazioni alimentari ed integratori; l’olio viene usato anche nella cosmesi e nei prodotti per la pelle in genere. Canapulo e fibra ricavati dagli steli invece trovano oggi impiego nell’edilizia e potrebbero un domani essere utilizzati nel tessile, nel cartario, nella produzione di pannoloni e pannolini, nella produzione di bioplastiche dopo lavorazioni e trattamenti che oggi non sono possibili per mancanza di macchinari e/o conoscenze.
Per la produzione di biomassa sono in genere più redditizie le varietà giganti Carmagnola, CS (Carmagnola Selezionata) e poi Fibranova. Carmagnola e CS però oggi sono ricercate soprattutto per la produzione di infiorescenze per ottenere cannabidiolo (CBD) un altro cannabinoide contenuto nella canapa che possiede un potenziale utilizzo terapeutico in un gran numero di malattie e sintomi. Per la produzione di granella (seme ad uso alimentare) in genere vengono preferite varietà monoiche perché più produttive in quanto tutte le piante vanno a seme. Disponibili quest’anno Futura 75, Félina 32, Wojko, più adatte alle latitudini italiane, e Juso 31 varietà precocissima non sempre adatta ai nostri climi.
Se si prevede di avere necessità di seme per la coltivazione di molti ettari, in genere è bene prenotare il seme in anticipo di almeno un anno (i produttori di seme richiedono contratti di acquisto in anticipo, anche di due o tre anni). Per avere quantitativi di seme importanti sono infatti necessari almeno tre o quattro anni per la riproduzione.
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