Fra le cose che ci hanno salvato dalla depressione durante il lockdown della primavera scorsa, si annoverano sicuramente le piante, il balcone, il giardino, l’orto, per i fortunati che li possiedono intorno a casa. Così, molte persone hanno riscoperto il piacere di coltivare la terra proprio durante questa pausa forzata, assaltando gli shop online di giardinaggio e i garden center che facevano consegne a domicilio. E hanno proseguito dal 4 maggio, quando la riapertura dei punti vendita ha portato a centinaia di clienti in ordinata e lunga fila per entrare e accaparrarsi piante, semi, terricci e vasi per lavorare con le mani nella terra.
Considerato che tutte le indagini di mercato, e gli psicologi, dicono che la casa e i suoi dintorni saranno ancora a lungo il nostro rifugio (almeno fino a quando l’emergenza sanitaria sarà risolta con l’arrivo del vaccino), è facile prevedere che la passione del giardinaggio, antica o recente che sia, non passerà tanto presto, perché sarà la nostra valvola di sfogo nell’unico luogo che continueremo a ritenere sicuro: casa nostra.
La crisi economica
Ma molte persone si sono anche ritrovate più povere, in questa era post covid segnata da cassa integrazione, bonus insufficienti e perdita del posto di lavoro. Coniugare la passione per il giardinaggio con il portafoglio vuoto è però ancora possibile: basta scegliere di partire da seme, anziché dalle piante già adulte. Per questo motivo in questa seconda metà del 2020, e probabilmente anche per tutto il 2021, non è difficile prevedere che le sementi hobbistiche vedano un vero e proprio boom di vendite, sia per le specie e varietà da fiore che per quelle da orto.
Cosa c’è di più economico di una bustina di semi, del costo medio di 1 euro, dalla quale ricavare potenzialmente da 10 a 100 piante a seconda della specie? Per seminare bastano i vasetti dello yogurt o i contenitori delle uova, con poco, buon terriccio. E se il numero di piante ottenute è eccessivo, si può sempre spartire con parenti, amici e vicini di casa.
Cosa proporre
La rivendita agraria e il garden center devono approfittare di questa occasione d’oro, anche per conquistare nuovi clienti: è difficile che le bustine vengano acquistate online perché, a meno di non ordinare almeno 20 pezzi, le spese di spedizione costerebbero di più del prodotto stesso.
Dunque è prevedibile che vecchi e nuovi appassionati di giardinaggio e orto si rechino nel vostro punto vendita per acquistarle, e con esse, prevedibilmente, il terriccio, e forse anche i grandi vasi per fare l’orto sul balcone. È importante scegliere una marca che offra una gamma quanto più vasta possibile, in particolare di piante da orto (con più varietà di ogni ortaggio, anche speciali come il pomodoro giallo, la melanzana bianca, lo zucchino carosello ecc.), ma anche di quelle da fiore più gettonate (dal girasole agli astri, dalle bocche di leone alle petunie, dai malvoni alle rudbeckie).
È utile che siano in gamma anche le specie insolite, come
- le zucche ornamentali,
- la pianta del cotone,
- il topinambur,
- l’arnica ecc.
- Non possono infine mancare le aromatiche, meglio se con linee che abbiano almeno una ventina di referenze, inclusi la borragine, il cerfoglio, il prezzemolo da radice, l’aneto ecc.
Le bustine vecchie
E poi – sappiamo di toccare ora un tasto dolente – eliminate dalla vista le vecchie bustine, quei “reperti archeologici” che navigano invenduti, appesi al display da anni, ormai scoloriti dai raggi solari o polverosi, ultimi superstiti di una primavera lontana…Fanno venire tristezza al cliente, e sono un pessimo biglietto da visita per il punto vendita.
Non le volete buttare, nonostante la data di validità o la campagna di raccolta indichino che hanno perso da un pezzo la germinabilità? Datele in omaggio ai vostri clienti, specificando che sono scadute: allestite un cestone alla cassa, da dove possano prendere una o più bustine a scelta, in base alla cifra spesa.
Volete comunque ricavarci qualcosa? Prezzatele a 40 centesimi, nel cestone, con l’indicazione “Bustine in sconto perché scadute”. Ma non lasciatele tristemente in fila sul display!
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su Agricommercio e Garden Center n. 4/2020
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