Assosementi ha accolto con favore la proposta della Commissione europea di aggiornare la normativa comunitaria relativa alle sementi e agli altri materiali di riproduzione vegetale. Il testo conferma i pilastri della legislazione sementiera che hanno portato l'Europa in una posizione di leadership assoluta e punta a snellire e rendere più chiaro l’attuale quadro normativo comunitario, costituito da numerose direttive che dovrebbero ora essere sostituite da un unico regolamento.
Basi fondamentali
L’associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane rileva con soddisfazione il consolidamento dei pilastri della politica Ue in questo settore, vale a dire registro delle varietà e certificazione delle sementi. Queste basi fondamentali hanno infatti caratterizzato per oltre 50 anni l’architettura della disciplina sementiera e hanno contribuito a garantire l’identità e le ottime performance del materiale di moltiplicazione.
L'Europa è oggi il principale produttore ed esportatore di sementi a livello mondiale. Questo è il risultato di un sistema di identificazione delle varietà e di commercializzazione delle sementi dell'Ue estremamente efficace e competitivo. È positivo vedere dunque che le basi di questo successo sono sancite nella proposta della Commissione.
Precedente bocciatura del Parlamento
La recente proposta arriva dopo un tentativo precedente, terminato nel 2013 quando il testo di revisione fu ritirato dalla stessa Commissione, a seguito della bocciatura da parte del Parlamento Ue. Il nuovo documento contribuirà ad aumentare la chiarezza e la coerenza del quadro giuridico riducendone il peso burocratico, consentirà una più facile adozione delle innovazioni scientifiche e salvaguarderà al tempo stesso l'impianto basato su registrazione delle varietà e controllo e certificazione delle sementi. Questi sono tutti elementi essenziali per offrire agli agricoltori sementi di qualità e favorire il lavoro di innovazione vegetale.
Alcuni aspetti da chiarire
Assosementi ritiene invece che siano da chiarire alcuni aspetti che aprono a deroghe e requisiti qualitativi inferiori, i quali potrebbero tradursi in un’involuzione più che in un progresso del sistema. L’auspicio è che il processo di revisione porti a un rafforzamento del comparto produttivo europeo, con norme equilibrate, chiare ed omogenee.
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