Un mercato redditizio anche per i rivenditori

biostimolanti mercato
Un numero sempre maggiore di agricoltori, sostenuti anche dai tecnici di campo, sceglie di utilizzare i biostimlanti. I titolari delle rivendite suggeriscono come utilizzarli al meglio

Per alcuni rivenditori i biostimolanti sono prodotti noti e venduti già da molti anni. Per altri costituiscono una recente novità. Ma per tutti rappresentano un reparto in continuo ampliamento, un’offerta sempre più ampia e articolata per riuscire a soddisfare una domanda in continua crescita.

Dalla Puglia, regione agricola per eccellenza, tre rivenditori, Marco Valente di Agrirrifarm di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), Michelangelo Stolfa di Auxiliaria Naturae di Rutigliano (Bari) e Lucio Sebastio di Agrisud di Foggia, esprimono valutazioni che non fanno solo capo a esperienze personali ma riflettono il sentire comune dei titolari di rivendite agricole attive in Italia. Non a caso sono stati numerosi i rivenditori che hanno partecipato alla recente 2ª Biostimolanti Conference, le cui novità presentiamo nell’articolo successivo.

Importanti i tecnici agricoli

«I biostimolanti – afferma Marco Valente – costituiscono un mercato, più che nuovo, in rapido incremento perché riescono a soddisfare l’esigenza di tecnici e agricoltori, maturata nel tempo e ormai ben radicata, di far crescere le piante in maniera equilibrata, senza fare più ricorso a ormoni di sintesi. Infatti i biostimolanti sono costituiti da matrici vegetali o microrganismi che non spingono troppo le piante, ma assecondano il loro naturale sviluppo».

Marco Valente
Marco Valente

Valente mette in primo piano i tecnici agricoli «perché sono soprattutto essi, impostando in maniera innovativa la nutrizione delle piante, a consigliare l’impiego dei biostimolanti agli agricoltori. L’esigenza dell’equilibrio vegeto-produttivo nelle piante è particolarmente viva, ad esempio, in chi coltiva le varietà di uve apirene: queste sono, in genere, molto vigorose, per cui, se spinte con ormoni di sintesi, si svilupperebbero eccessivamente, con il rischio di non riuscire a differenziare le gemme a frutto per l’anno seguente e di accusare problemi di fertilità. Peraltro anche i biostimolanti bisogna utilizzarli nei tempi giusti affinché riescano a esplicare tutte le loro potenzialità, altrimenti possono avere effetti negativi sulle piante».

Nell’areale commerciale dell’Agrirrifarm, compreso in gran parte nella provincia Barletta-Andria-Trani, i biostimolanti vengono impiegati, oltre che sull’uva da tavola, anche su ciliegio, pesco e in orticoltura, in particolare in quella destinata alla quarta gamma, sottolinea Valente, «perché non lasciano alcun tipo di residuo. È vero, i risultati dei biostimolanti non si notano subito, tanto che qualche agricoltore sulle prime rimane scettico. Ma chi ha voglia di aspettare, e poi di confrontare gli impianti trattati con biostimolanti e quelli non trattati, si accorge della differenza. Le piante sulle quali sono stati impiegati i biostimolanti appaiono più sane, più equilibrate, sia sotto l’aspetto vegetativo sia per quello produttivo, capaci, perciò, di garantire rese più alte e di migliore qualità».

Serve un uso appropriato

Sulla validità dei biostimolanti, a patto che vengano correttamente impiegati, concorda in pieno Michelangelo Stolfa. «Il numero dei biostimolanti disponibili, pressoché per ogni coltura, è in continua crescita, anche se, di pari passo, gli esiti del loro impiego ne attuano una rapida selezione. Tuttavia per gli agricoltori può essere difficile orientarsi di fronte a una platea molto ampia. Suggerisco loro di rivolgersi a un bravo tecnico agricolo o a un rivenditore di fiducia, che sapranno indirizzarli all’utilizzo dei biostimolanti consigliati».

Michelangelo Stolfa
Michelangelo Stolfa

Ma per l’uva da tavola e il ciliegio Stolfa, sulla scorta dell’esperienza diretta, operando come rivenditore in un’area, il Sud-Est barese, storicamente vocata per la loro coltivazione, offre delle indicazioni operative.

«Per l’uva da tavola consiglio di fare ricorso ai biostimolanti opportuni innanzitutto al germogliamento per uniformare la ripresa vegetativa delle viti ed equilibrare la produzione di germogli. Sconsiglio invece di utilizzarli in pre-fioritura, in fioritura e in post-fioritura, perché potrebbero alterare questa importante fase fenologica. In alcuni casi particolari può essere proficuo farne uso in post-allegagione per far cascolare acini destinati a rimanere piccoli, in maniera da evitare o ridurre quanto più possibile il ricorso successivo all’acinellatura.

Altre fasi per le quali suggerisco l’impiego di biostimolanti adeguati sono l’allungamento del grappolo, l’ingrossamento degli acini e l’invaiatura per migliorare la colorazione dell’uva. Inoltre i biostimolanti sono sempre utili per aiutare le viti a meglio affrontare e superare stress biotici e abiotici, in primo luogo i cali termici tipici della primavera. Anche sul ciliegio, specie particolarmente sensibile, i biostimolanti aiutano le piante a superare i ritorni di freddo primaverili, oltre a migliorare il calibro delle ciliegie, il loro colore e così via».

Costo ripagato dai risultati

Lucio Sebastio vende biostimolanti nell’areale agricolo della Capitanata da parecchi anni e nel tempo ha visto aumentare continuamente la loro richiesta. «Gli agricoltori più attenti e preparati li chiedono autonomamente, gli altri su consiglio di tecnici. Non mancano, ovviamente, coloro che li acquistano perché io stesso li propongo. Nel Foggiano, se si escludono i cereali, su tutte le colture vengono utilizzati biostimolanti. Naturalmente, sempre a ragion veduta. Sul carciofo favoriscono la fuoriuscita dei capolini, la formazione di capolini uniformi, la loro crescita regolare, una raccolta il più concentrata possibile.

Lucio Sebastio
Lucio Sebastio

Sul pomodoro da industria stimolano l’allegagione, l’uniformità di crescita delle bacche, la vigoria e la copertura della pianta e inoltre aiutano le piante ad affrontare gli stress termici, sia quelli causati dai freddi tipici primaverili sia quelli provocati dalle alte temperature estive, gli uni e le altre sempre molto frequenti nella pianura foggiana. Su cavolfiore e cavolo broccolo proteggono le piante dagli stress termici invernali».

È vero, conclude Sebastio, che i biostimolanti costano più dei fertilizzanti di comune impiego, ma gli agricoltori che li utilizzano li trovano convenienti. «Il prezzo medio è di circa 50-60 €/litro, certamente notevole. Ma gli agricoltori hanno un ritorno produttivo, e quindi economico, che va ben al di là del costo che sostengono. Ciò fa capire che anche in futuro il mercato dei biostimolanti si manterrà florido e redditizio, pure per noi rivenditori».


Leggi l'articolo su Agricommercio e garden center n. 3/2021

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Un mercato redditizio anche per i rivenditori - Ultima modifica: 2021-05-14T16:48:46+02:00 da K4

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