L’attenzione dell’Ue verso la sostenibilità ambientale, espressa nelle finalità generali del Green Deal e in quelle più specifiche della strategia Farm to Fork, punta a ridurre fortemente l’impiego della chimica di sintesi in agricoltura. Per realizzare tale obiettivo l’Ue ha raccomandato che occorre agire in maniera coerente tra Farm to Fork, direttiva 2009/128/Ce sull’uso sostenibile dei pesticidi e normativa sui prodotti fitosanitari e, soprattutto, in stretta connessione con le politiche che finanziano gli agricoltori a partire dalla Pac (Piani strategici nazionali per l’utilizzo delle risorse della Pac-Psp, Piani d’azione nazionali-Pan per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari).
Tuttavia, la Commissione Ue ha riscontrato carenze nell’attuazione negli Stati membri della direttiva 128. Perciò ha percorso due strade.
Da un lato, con la Comunicazione del 23 marzo 2022 al Parlamento e al Consiglio europei e al Comitato socioeconomico e al Comitato delle Regioni europee dal titolo “Salvaguardare la sicurezza alimentare e rinforzare la resilienza dei sistemi alimentari”, ha affermato esplicitamente che “l’uso migliorato e ridotto degli input (nutrienti, pesticidi) e l’agricoltura biologica sono i pilastri della transizione verso un’agricoltura sostenibile”. In pratica, ha ribadito che i Psp sono orientati alla riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari di sintesi e all’aumento della superficie coltivata ad agricoltura biologica.
Dall’altro lato, ha stabilito norme più severe di quelle previste dalla Farm to Fork, proponendo l’adozione di un nuovo regolamento per garantire una maggiore coerenza e introdurre politiche più efficaci negli Stati membri. La proposta di “Regolamento relativo all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” (Sur), adottato a giugno 2022 dalla Commissione europea, che modifica il reg. Ue 2021/2115 e sostituisce la direttiva 2009/128/Ce, ha sollevato però le critiche di quanti, ritenendo che fissi eccessive restrizioni nella lotta fitosanitaria, sostengono che renda ancora più difficile, per gli agricoltori, raggiungere la sostenibilità economica e sociale.
Nel dibattito sulla proposta di nuovo regolamento si è inserito il convegno su “Transizione ecologica e protezione delle piante. Coniugare sostenibilità ed esigenze fitoiatriche” che ha costituito la prima sessione del 34° Forum di Medicina vegetale organizzato a Bari dall’Associazione regionale pugliese dei tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), al quale hanno partecipato, fra gli altri, molti rivenditori provenienti da Puglia e altre regioni meridionali.
Molti punti critici
Per Simona Rubbi, responsabile relazioni internazionali di Cso Italy - Centro servizi ortofrutticoli, «sono numerosi i punti critici della proposta di regolamento: la forma giuridica del regolamento, anziché della direttiva; la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari chimici, in allineamento con gli obiettivi della Farm to Fork da raggiungere entro il 2030; la mancanza di una reale valutazione d’impatto; l’istituzione delle aree sensibili in cui è vietato l’utilizzo di qualsiasi prodotto fitosanitario; l’incremento degli adempimenti burocratici e dei costi annessi; la carenza di stime di impatto; l’approccio ideologico e semplicistico, che non tiene conto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica; la mancanza di alternative valide ed efficaci».
In particolare per l’Italia preoccupano, secondo Rubbi, l’assegnazione del 32% delle aree coltivate (Sau) alle aree sensibili e la richiesta di riduzione totale del 62% dei prodotti fitosanitari. «Non viene tenuto in considerazione l’impegno da anni nell’applicazione di tecniche a basso impatto ambientale, tanto che più del 90% dell’agricoltura italiana è ormai basata su produzione integrata e biologica. Alcune regioni hanno picchi molto elevati di aree sensibili: ad esempio
- Veneto 87%,
- Emilia-Romagna 83%,
- Lombardia 82%,
- Friuli-Venezia Giulia 80%.
Secondo dati elaborati da Cso Italy, considerando solo il peso delle aree sensibili, con una media del 32% a livello nazionale, i risultati sarebbero una riduzione totale di oltre 4 milioni di ettari di superficie coltivabile, dove non sarebbe più consentito l’uso di prodotti fitosanitari».
Mancano le alternative
Anche per Riccardo Vanelli, presidente di Agrofarma - Federchimica, «uno dei principali punti critici della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari è che l’Italia è maggiormente penalizzata con la riduzione del 62% di quelli di sintesi e del 54% di quelli classificati come più pericolosi. Mancano alternative ai prodotti fitosanitari di sintesi e si palesano grossi rischi per la sicurezza alimentare e il mantenimento della produttività delle aziende agricole. Occorre coniugare meglio le esigenze di maggiore sostenibilità delle pratiche agricole ed efficace difesa fitosanitaria. Segnali positivi in tale direzione emergono dai risultati delle campagne di monitoraggio dei residui: nel 2020 in Italia il 99% dei campioni è risultato privo di residui o con residui al di sotto dei limiti di legge contro il 95% a livello europeo. Per una strategia di difesa sostenibile è necessario adottare un approccio integrato, che sappia sfruttare le sinergie fra tutte le soluzioni disponibili. Perciò l’industria allarga i propri orizzonti, investendo in soluzioni moderne e attente alle esigenze della filiera».
Obiettivo insostenibile
L’obiettivo di riduzione nell’Ue è forse troppo ambizioso (-50% entro 2030), ma sicuramente insostenibile per l’Italia (-62%), ha commentato Pasquale Falzarano, funzionario del Masaf.
«La Commissione Ue non tiene conto degli avvenimenti successivi alla sua valutazione di impatto, cioè guerra in Ucraina, sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, ecc. Non ha fornito dati quantitativi sugli effetti dell’applicazione del Sur a livello di singolo Stato membro, in termini di riduzione della produzione e di aumento delle importazioni e dei prezzi per il consumatore. In questo momento si hanno poche alternative ai prodotti fitosanitari chimici. Eccessivi sono poi gli oneri burocratici per le aziende agricole, soprattutto per l’applicazione dei principi della difesa integrata. Ma tutto l’impianto del regolamento comporta oneri burocratici non proporzionali agli obiettivi da raggiungere».
Serve più ricerca
Favorevole all’impostazione di fondo da cui discende la proposta di nuovo regolamento si è mostrata invece Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.
«La proposta della Commissione di un nuovo regolamento è uno degli strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi della Farm to Fork. Per rendere operativo l’obiettivo di crescita delle superfici coltivate a biologico contenuto nel Psp occorre sia investire in ricerca, innovazione e formazione per l’agroecologia, indirizzandosi verso tecniche colturali che escludano o riducano drasticamente la necessità d’uso della chimica di sintesi, sia aumentare le alternative disponibili alla chimica di sintesi, come le tecniche di biocontrollo».
Il ruolo di Agritech
Al raggiungimento della piena sostenibilità, nella sua triplice espressione, possono dare un grosso contributo le Università, ha sottolineato Nicola Mori, docente del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona.
«In tale prospettiva il Pnrr ha finanziato la costituzione del Centro nazionale per le tecnologie dell’agricoltura (Agritech), che comprende 28 Università, 3 enti pubblici di ricerca, 5 centri privati e 15 imprese. I suoi obiettivi sono: migliorare la produttività sostenibile e promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici, ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale, sviluppare strategie di economia circolare, favorire lo sviluppo sostenibile delle aree marginali, promuovere sicurezza, tracciabilità e tipicità nelle filiere agroalimentari».
Le aree tematiche oggetto di interesse di Agritech puntano a contribuire a offrire le alternative di cui Rubbi ha denunciato la mancanza: indagine meccanismi di resistenza e interazioni pianta/patogeno/insetto; miglioramento genetico con moderne tecnologie di silenziamento genico; biodiversità funzionale e servizi ecosistemici; strategie di contenimento alternative alle sostanze chimiche per ridurre la quantità di agrofarmaci; Decision support system (Dss) contro principali fitofagi e patogeni, Ipm; sensori e strumenti per diagnosi precoce di malattie; mezzi di distribuzione a basso volume automatizzabili; analisi rischio infezione/infestazione in relazione ai cambiamenti climatici; sviluppo aree marginali; sviluppo della strategia Farm to Fork.
L’articolo è pubblicato su Agricommercio e Garden Retail n. 1 - febbraio 2023
Le novità delle società agrochimiche
Particolarmente attesa, anche dai numerosi rivenditori presenti al Forum, è stata la seconda sessione, che ha ospitato le comunicazioni delle aziende agrochimiche sulle ultime novità fitoiatriche. Eccole.
- Corteva Agriscience: “Subelus, Inatreq active, Pixxaro e Fontelis: le novità del portfolio Corteva”
- Upl Italia: “Vacciplant soluzione innovativa per il controllo delle principali malattie della vite”
- Koppert Italia: “L’uso di nematodi entomopatogeni come valida alternativa a insetticidi e geodisinfestanti”
- Syngenta Italia: “Axial One e Azotobacter salinestris, due nuove soluzioni per la gestione dei cereali a paglia”
- Biogard, divisione di CBC Europe: “Mister L: nuovo erogatore aerosol per il controllo di Lobesia botrana”
- Gowan Italia: “La linea rameici di Gowan Italia”
- Sumitomo Chemical: “Nuovo approccio al mercato e aggiornamento catalogo”
- Nufarm Italia: “Nuove acquisizioni per la difesa di vite e olivo”
- Fmc Agro Italia: “Exirel Bait 2022: nuove esperienze e acquisizioni su olivo e agrumi”
- Euro Tsa: “Microsed Geo: difesa e nutrizione in un’unica soluzione”
- Chimiberg: “Nuovo chitosano di origine fungina”
- Adama Italia: “Stavento: nuova soluzione fungicida di Adama per il controllo della septoria su frumento”
- Serbios: “Asset Five a base di piretro naturale - estensioni di impiego e futuro del bio-insetticida ad ampio spettro”
- Ascenza Italia: “Innovazione nel controllo dell’oidio con l’introduzione di Carpet e Prev-Am Plus”
- Certis Europe: “Mallen, la soluzione efficace e sostenibile per il controllo della fusariosi della spiga dei cereali”
- Basf Italia: “Revysion: nuovo fungicida ad ampio spettro per vite e frutta”
- De Sangosse Italia: “IronMax Pro: il molluschicida biologico efficace come la referenza convenzionale”
- Bayer CropScience: “Root to success: sinergie concrete per la gestione integrata in orticoltura”.
L’articolo è pubblicato su Agricommercio e Garden Retail n. 1 - febbraio 2023
Dall’edicola digitale al perché abbonarsi
Nel prossimo numero della rivista entreremo nei dettagli dei prodotti presentati