La proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari presentata dalla Commissione Ue, che dovrà abrogare la direttiva 2009/128/Ce (Sud), rischia di compromettere in maniera significativa le più importanti produzioni agroalimentari italiane.
Compag, la federazione nazionale delle rivendite agrarie e dei commercianti per l’agricoltura, non può dunque che accogliere con favore l’alzata di scudi del mondo agricolo e delle cooperative, nonché le perplessità espresse dagli europarlamentari Paolo De Castro e Herbert Dorfmann
«La proposta della Commissione – sottolinea il presidente Compag Fabio Manara – si rivelerà una vera e propria mannaia per le imprese e per l’intero sistema agroalimentare italiano».
Regole penalizzanti
Pur apprezzando lo sforzo della Commissione per individuare una metodologia equa di calcolo per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei prodotti per la difesa, sarebbe tuttavia necessario rivedere i parametri per ottimizzare tale metodologia e l’intero sistema, ed evitare che le nuove regole siano ingiustamente penalizzanti per il nostro Paese. Per l’Italia, infatti, si prospetta una riduzione del 62% dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari entro il 2030.
«La Commissione – continua Manara – dovrebbe invece considerare i notevoli sforzi già compiuti dall’Italia per ridurre l’utilizzo di prodotti fitosanitari, la cui vendite negli ultimi dieci anni sono diminuite del 35%. I parametri andrebbero rivisti, così come l’eccessiva rigidità delle modalità proposte per recepire gli obiettivi di riduzione dei prodotti di protezione delle piante. Inoltre, di fronte all’attuale crisi alimentare e con la forte incognita della disponibilità dei fertilizzanti, non si può chiedere agli agricoltori di produrre di più senza i mezzi tecnici necessari a produrre prodotti sicuri».
Taglio delle produzioni
Ciò è diventato particolarmente importante alla luce della mutata situazione del mercato mondiale e dell’impellente necessità di garantire la sicurezza alimentare per tutti. Se si procederà con l’applicazione della proposta di regolamento, vi è il forte rischio che si verifichi una drastica riduzione della quantità e della qualità del cibo disponibile in Europa in futuro (ricordiamo che, in termini di volume, la terza sostanza più venduta in Italia è il rame – sostanza candidata alla sostituzione - di cui l’agricoltura biologica fa ampio utilizzo).
La competitività va sostenuta
Considerate, dunque, la mutata situazione del mercato mondiale e la necessità di garantire la sicurezza alimentare, la Commissione Ue dovrebbe garantire che il rispetto degli obiettivi fissati dalla strategia Farm to Fork non comprometta la competitività e la sostenibilità economica del sistema agro-alimentare aumentando, invece, la dipendenza dalle importazioni da Paesi terzi. Gli Stati dovrebbero essere autorizzati a fissare questi obiettivi in conformità con il principio di sussidiarietà e in un modo che tenga maggiormente conto delle peculiarità produttive del singolo Stato membro e, di conseguenza, delle specifiche esigenze per proteggere le piante dagli organismi nocivi.
«Le regole sono importanti, e vanno rispettate – conclude Manara -. Ma quando queste portano più danni che benefici, bisogna avere la forza di manifestare il proprio dissenso. E Compag lo fa.