Il business degli alimenti per cani e gatti in Italia si conferma in continua crescita fin dal 2016: oltre 2 miliardi di euro di fatturato nei primi otto mesi del 2020. Questi sono i dati elaborati da Iri per il Rapporto Assalco 2020: da gennaio ad agosto sono state vendute 617mila tonnellate di pet food, poco di più che nell’analogo periodo 2019.
Anche durante il lockdown, i consumatori hanno sempre pensato ai propri quattrozampe, perfino attraverso l’e-commerce, che ha segnato un +140%.
L’emergenza di primavera
L’alimentazione degli animali da compagnia è stata indicata come un’attività non differibile già nelle prime fasi dell’emergenza pandemia. In questo periodo difficile, i proprietari degli animali d’affezione di ogni specie hanno potuto beneficiare del fatto che tutti i canali di distribuzione, inclusi i negozi specializzati (pet shop, mentre i garden center con corner pet sono rimasti a lungo chiusi per decreto), sono rimasti aperti.
L’offerta dei negozi specializzati è sempre necessaria per integrare quella della Gdo, in quanto i pet shop commercializzano specifici alimenti con particolari fini nutrizionali, destinati ad animali da compagnia con problemi di salute (cardiopatie, epatopatie, problemi all’apparato urinario ecc.), oltre a prodotti per l’igiene e antiparassitari specifici per la disinfezione degli animali e dell’ambiente domestico, non reperibili nella grande distribuzione, nonché farmaci veterinari.
Effetto scorta
L’effetto scorta, verificatosi in marzo per i beni del Largo consumo confezionato, ha riguardato anche il pet food: acquisti massicci e superiori alle esigenze fisiologiche di nutrizione degli animali, che hanno generato una curva di crescita delle vendite (fig. 1) con un andamento simile a quella del Largo consumo confezionato anche in termini di preferenza di canale (flessione per gli ipermercati e crescita dei supermercati e negozi di prossimità).
Anche le catene pet shop hanno mostrato nelle prime settimane di emergenza una forte crescita degli alimenti per cani e gatti, dovuta alla volontà di fare “scorte” ma, a partire dalla settimana del 22 marzo, si è riscontrata una flessione del mercato del pet food, probabilmente dovuta anche alle misure di contenimento sempre più restrittive che potrebbero aver portato gli acquirenti a scegliere di effettuare i loro acquisti in canali abituali per la spesa umana.
Ottime prospettive per il mercato del pet food
Per il 2021 tutte le stime degli esperti di settore confermano un mercato in crescita. In primo luogo perché è stato capito e riconosciuto dalle persone l’enorme valore affettivo apportato da un animale domestico che, proprio durante i lockdown di primavera e d’autunno-inverno, ha reso meno pesante le giornate fra le mura di casa. I consumatori sono sempre più attenti al benessere dei loro animali e richiedono prodotti di qualità. L’attenzione al benessere dell’animale si riscontra anche nella ricerca del confronto con i professionisti del settore, ai quali si chiedono consigli su temi quali l’alimentazione: mentre per cani e gatti ci si confronta principalmente con il veterinario, per i piccoli mammiferi e per i pesci è il negoziante la figura alla quale si rivolge il numero maggiore di proprietari.
Nel prossimo numero di AgriCommercio
(marzo-aprile) l'articolo completo con tutti i dati