La situazione internazionale delle disponibilità e dell’andamento del mercato di cereali e oleaginose si presenta particolarmente incerto nell’attuale campagna, non solo a causa dell’imprevedibilità della condizioni climatiche nelle principali regioni produttive e nei paesi esportatori, ma anche a causa dell’aumento delle preoccupazioni legate alla diffusione del Covid-19 nel breve e delle conseguenze nel medio e lungo termine per la produzione e il consumo.
Sebbene alcune colture abbiano visto impennarsi la domanda internazionale nei mesi estivi, come riso e frumento, per l’incremento del consumo dei derivati, si teme che l’indebolimento delle condizioni economiche possa avere conseguenze negative sugli impieghi e quindi sui flussi commerciali.
In particolare vi sono forti apprensioni tra gli operatori per le trasformazioni industriali quali la produzione di etanolo impiegato nei carburanti e quindi dipendente dalle movimentazioni e dai trasporti, o la produzione di amido. Pertanto, sebbene vi sia stato nelle ultime settimane un incremento dei volumi commercializzati e dei volumi impiegati di alcuni prodotti, la questione logistica inizia a prendere piede nella consapevolezza degli operatori delle misure di blocco o comunque di contenimento delle movimentazioni che sempre più si affacciano sullo scenario internazionale.
Le restrizioni dei trasporti possono riguardare non solo le derrate agricole ma anche l’approvvigionamento dei mezzi tecnici da parte delle aziende agricole. Alla luce di queste considerazioni risulta difficile fare delle previsioni su domanda/offerta se la situazione Covid-19 non trova una maggiore stabilità divenendo più chiara. Di seguito le stime dell’Igc sull’andamento delle produzioni mondiali.
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Frumento tenero
A 763 milioni di tonnellate, le previsioni di produzione di settembre sono invariate rispetto al mese di agosto, poiché le stime in aumento, aggiornate per Russia, Australia, India e alcuni paesi produttori minori, sono bilanciate da riduzioni per Argentina, Canada, Regno Unito e Brasile.
La previsione dell’Ue-27 è mantenuta a 121,8 milioni di t, la più piccola in otto stagioni e in calo del 12% sull’anno. Sulla base degli ultimi dati ufficiali, i dati per Francia e Italia sono peggiori rispetto di quelli stimati in agosto, mentre la stima per la Polonia è spinta a un nuovo massimo. In Russia la trebbiatura era stata quasi completata alla fine di settembre, per questo, tenendo conto dei buoni risultati delle ultime fasi del raccolto invernale e delle rese di frumento primaverile, migliori delle attese in Siberia, la stima del raccolto è stata aumentata di 1,6 milioni di t sul mese, a 81,5 (+ 11%). In un clima prevalentemente secco, la raccolta del grano primaverile ha fatto buoni progressi in tutto il Canada occidentale, con i lavori di campagna in anticipo rispetto al ritmo degli ultimi anni in Saskatchewan e Alberta. Sebbene le gelate fossero una preoccupazione in alcune aree, i danni sono stati probabilmente limitati alle colture tardive e immature. Con il caldo clima estivo che ha limitato lo sviluppo vegetativo, la produzione prevista è inferiore di 0,8 milioni di t rispetto alla stima precedente, a 34,1 milioni (+ 6%), ma che rimane ancora la più alta in sette anni. La previsione di produzione statunitense è invariata sul mese, a un minimo da tre stagioni a 50 milioni di t (-4%). Con la raccolta del primaverile quasi terminata, i produttori hanno continuato a segnalare per lo più una buona qualità del raccolto, ma rese variabili.
Mentre le piogge di inizio settembre hanno portato un po’ di sollievo alle regioni di coltivazione molto aride dell’Argentina centrale, ulteriori piogge sarebbero necessarie per garantire buoni livelli produttivi finali. I terreni aridi sono una preoccupazione in particolare nella provincia di Cordoba, che in genere rappresenta circa un quinto della produzione nazionale. A causa di una previsione di rendimento relativamente bassa, il volume del raccolto previsionale è stato abbassato di 1,4 milioni di tonnellate, a 19 milioni (-4% sull’anno).
A causa delle insolite gelate di fine agosto nelle aree meridionali, la previsione di produzione per il Brasile è stata ridotta di 0,2 milioni di t, a 6,6 milioni, ma ancora potenzialmente superiore del 28% all’anno prima.
Spinta principalmente da un raccolto potenzialmente eccezionale nel Nuovo Galles del Sud, si prevede che la produzione in Australia aumenterà dell’87%, raggiungendo un picco in quattro stagioni di 28,4 milioni di t, con un aumento di 0,9 milioni rispetto alla valutazione del mese precedente. Vi è una certa incertezza sulle prospettive dei raccolti in alcune parti dell’Australia occidentale, di solito la principale parte del paese per l’esportazione, dove sono necessarie ulteriori piogge per evitare perdite di rendimento.
Consumo
A 749 milioni di t, la previsione di consumo nel 2020/21 è invariata rispetto a quella di agosto. Si prevede che l’uso totale aumenterà rispetto all’anno prima, con un aumento per gli alimenti parzialmente compensato dal calo per i mangimi e gli usi industriali. Si prevede che la crescita del consumo alimentare (+ 1,4% sull’anno) corrisponda ampiamente alla tendenza di lungo termine, portando la domanda al livello record di 530 milioni di t (+ 7 milioni di tonnellate sull’anno. Tuttavia, mentre i consumi sembrano aver retto bene durante la pandemia, molto dipenderà ancora dal corso futuro del virus e da eventuali impatti duraturi sulle condizioni economiche e sul comportamento dei consumatori.
Anche se si prevede che le forniture globali di grano saranno le più grandi mai viste, si ritiene che l’utilizzo dei mangimi dovrà affrontare la concorrenza della forte disponibilità di derrate alternative, in particolare il mais. La maggior parte del calo dell’uso dei mangimi avverrà nell’Ue, a causa di forniture più limitate dopo un raccolto inferiore alla media e ai prezzi poco competitivi rispetto alle alternative, e nell’Asia del Pacifico (Cina esclusa), dove i costi di importazione potrebbero favorire maggiori acquisti di alimenti meno costosi.
Al contrario, si presume che la Cina utilizzi più grano per i mangimi a causa della ripresa della produzione interna di carne e dei segnali di una contrazione dell’offerta di mais.
Frumento duro
Le difficili condizioni produttive nella Ue hanno indotto a tagliare le stime mondiali di produzione rispetto a quelle dello scorso mese, a 34 milioni di t. Un dato che rimane comunque in crescita dell’1% rispetto al 2019. Vengono comunque segnalate situazioni poco favorevoli anche nello stato guida della produzione di duro americano, il Nord Dakota.
Frumento (milioni di tonnellate)
Mercato | 17/18 | 18/19 | 19/20 Stima |
20/21 Previsione |
|
27/08 | 24/09 | ||||
Produzione | 762 | 732 | 762 | 763 | 763 |
Commercio | 176 | 168 | 185 | 181 | 183 |
Consumo | 742 | 738 | 745 | 749 | 749 |
Riporti | 268 | 262 | 279 | 294 | 294 |
Variazione sull’anno | 20 | -7 | 18 | - | 15 |
Maggiori esportatori | 83 | 71 | 66 | 66 | 65 |
Mais
Si prevede che la produzione mondiale aumenterà del 4% sull’anno, al record di 1.160 milioni di t. In seguito agli aggiustamenti al ribasso per alcuni importanti produttori dell’emisfero settentrionale, inclusi Stati Uniti, Ue, Ucraina e Cina, che hanno più che compensato gli aggiornamenti positivi per Brasile e Argentina, le previsioni sono state abbassate di 6 milioni di tonnellate rispetto ad agosto.
Includendo le riduzioni per Francia e Romania, dove il clima caldo e secco ha indotto rese limitate, la stima del raccolto dell’Ue-27 è stato abbassato di 1,8 milioni di t sul mese, a 67,4 m (-1%). A causa di condizioni altrettanto difficili in gran parte dell’Ucraina, la produzione prevista è inferiore di 2 milioni di t, a 35 milioni (-2%).
Le condizioni dei raccolti negli Stati Uniti sono peggiorate, infatti la raccolta è valutata in calo di 14 punti percentuali rispetto al picco di metà giugno. Il deterioramento è legato al clima di fine estate anormalmente secco nella fascia occidentale del mais, nonché a una violenta tempesta di vento di agosto in Iowa, normalmente il più grande Stato produttore del paese. Ma in seguito all’ultima indagine, l’Usda ha abbassato di 0,2 milioni di ettari la stima della superficie raccolta a causa del clima avverso. Sulla base di un’area coltivata più piccola e di prospettive di rendimento declassate nella maggior parte degli stati principali, ad eccezione di Minnesota, Dakota e Wisconsin, la previsione di produzione è stata ridotta di 7,7 milioni di t sul mese, a 376,5 milioni, che rappresenta ancora potenzialmente uno dei raccolti maggiori mai registrati e superiore del 9% allo scorso anno.
Sebbene l’entità dei recenti danni causati dai tifoni ai raccolti di mais nelle principali province nord-orientali della Cina non sia chiara, si prevede che le forti piogge e il vento ridurranno i raccolti e l’area di raccolta. Si prevede che la produzione sia inferiore di 3 milioni di t, a 258,0 milioni (-1%).
Principalmente a causa della forte concorrenza della soia, si prevede che la superficie coltivata a mais in Argentina diminuirà del 4% rispetto all’anno prima ma al tempo stesso il rafforzamento dei prezzi interni e l’idea che l’attuale clima secco potrebbe comportare ulteriori piantagioni di varietà tardive, l’area prevista è un po’ più alta rispetto al mese scorso, questo comporterebbe una produzione di 54,3 milioni di t (-7% sull’anno), in aumento di 2,2 milioni di ton rispetto alla valutazione precedente.
La semina del mais di primo raccolto in Brasile è iniziata, ma con alcuni ritardi causati da periodi di clima secco e freddo nel Paraná e nel Rio Grande do Sul. Spinta da prezzi molto alti e da una forte domanda, sia da parte degli acquirenti interni che esteri, la superficie totale dovrebbe aumentare del 6%, raggiungendo il record di 19,7 milioni di ettari, un incremento di 0,9 milioni sul mese.
La maggior parte degli incrementi di superficie sono previsti per il secondo raccolto (Safrinha), che viene seminato dopo la raccolta della soia, e che si prevede sarà particolarmente competitivo rispetto al cotone. Supponendo che i rendimenti tendenziali rispettino i valori medi, la produzione dovrebbe aumentare del 10%, a 112,5 milioni di t, 6,2 milioni in più rispetto alla precedente valutazione.
Mais (milioni di tonnellate)
Mercato | 16/17 | 17/18 | 18/19 Stima |
19/20 Previsione |
|
27/08 | 24/09 | ||||
Produzione | 1091 | 1129 | 1121 | 1166 | 1160 |
Commercio | 153 | 165 | 173 | 173 | 178 |
Consumo | 1118 | 1148 | 1145 | 1178 | 1176 |
Riporti | 343 | 324 | 300 | 288 | 285 |
Variazione sull’anno | -27 | -18 | -24 | - | -16 |
Maggiori esportatori | 75 | 68 | 70 | 78 | 79 |
Soia
Con 164 milioni di tonnellate, il commercio globale di soia nel 2019/20 è visto in espansione dell’8% sull’anno con il tasso di crescita più rapido in tre stagioni e derivante dalla forte domanda dalla Cina - per la ripresa della domanda di mangimi - e da una serie di mercati più piccoli. Nonostante le preoccupazioni per le prospettive di rendimento, la produzione statunitense dovrebbe ancora riprendersi nel 2020/21, sostenendo un solido aumento della produzione globale a un nuovo massimo. Il consumo è previsto al picco di 369 milioni di t in aumento del 4% in seguito all’accelerazione della crescita dell’uso in Cina e in altri paesi trasformatori chiave. Sebbene le riserve statunitensi potrebbero restringersi, è probabile che le riserve mondiali aumentino con l’accumulo in Cina e in altri paesi. Si prevede che la domanda globale aumenterà dell’1% sull’anno, raggiungendo il picco di 165 milioni di t.
Soia (milioni di tonnellate)
Mercato | 16/17 | 17/18 | 18/19 Stima |
19/20 Previsione |
|
27/08 | 24/09 | ||||
Produzione | 344 | 363 | 338 | 373 | 373 |
Commercio | 153 | 152 | 164 | 164 | 165 |
Consumo | 344 | 348 | 354 | 368 | 369 |
Riporti | 48 | 62 | 47 | 52 | 50 |
Variazione sull’anno | 0 | 15 | -15 | - | 3 |
Maggiori esportatori | 17 | 32 | 19 | 19 | 17 |