L’emergenza covid-19 quest’autunno è tornata prepotentemente sulla scena, e l’evoluzione non è ottimistica. Per questo, dopo il dpcm 25-10-2020 che ha chiuso i luoghi della cultura e dello sport e, parzialmente, i locali di ristorazione, si temono ulteriori limitazioni alle attività commerciali non indispensabili.
Fra queste rientrano anche le aziende florovivaistiche, i vivai e i garden center, tutte attività che già sono state fortemente penalizzate durante il lockdown totale di marzo e aprile scorsi. Basti pensare ai milioni di piante pronte per la vendita mandati al macero per impossibilità di raggiungere il retail, e ai milioni di fiori recisi eliminati per l’assenza di cerimonie ed eventi.
Una crisi da scongiurare
Ora, cerimonie ed eventi, manifestazioni e fiere, feste e sagre sono nuovamente vietati, affossando i produttori già duramente provati da marzo in poi. Una nuova chiusura dei punti vendita al dettaglio porterebbe alla crisi definitiva, e conseguente chiusura attività, di molte aziende floricole e vivai che faticosamente si sono mantenuti a galla grazie alla ripresa da maggio in poi.
Per scongiurare un secondo lockdown, le maggiori associazioni florovivaistiche, di punti vendita e fieristiche italiane hanno lanciato un appello alla ministra Teresa Bellanova e al presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini, affinché salvaguardino queste attività, fondamentali non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di benessere della popolazione.
L'appello delle associazioni florovivaistiche al ministro Bellanova