Concimi, tra bufale e triste realtà

mercato concimi 2022
Già da prima della guerra in Ucraina la stampa generalista ha scritto di tutto e di più sul settore concimi, da febbraio scorso sono poi tutti diventati esperti. Ma vediamo come stanno davvero le cose

La gravità della situazione del mercato concimi è ormai sotto gli occhi di tutti. Gli addetti ai lavori hanno percepito già dalla primavera 2021 che qualcosa stava cambiando in quelle che erano le normali dinamiche del settore. Il grafico 1 con l’andamento dei prezzi nazionali in base 100 (gennaio 2021), evidenzia non solo che non si è mai scesi appunto sotto il 100 ma anche che, già sul finire dell’estate scorsa, i prezzi di molti concimi erano aumentati del 50%.

Esattamente un anno fa, “AgriCommercio e garden center n. 4/2021”, preannunciava un autunno “caldo”, quando la stampa generalista non sapeva nemmeno la differenza tra urea e glifosate.

Sia chiaro, non è un male che si sia iniziata a diffondere una percezione più corretta del comparto dei mezzi agricoli in generale ma, ed è questa la nostra critica, non si può approfittare dell’occasione per dare informazioni sbagliate e far passare messaggi che storpiano la realtà.

Fortunatamente tutti quelli che hanno ipotizzato il crollo delle importazioni o, addirittura, la mancanza di concime, sono stati clamorosamente smentiti dai fatti: è stata una questione di prezzi. Le regole del mercato sono sempre le stesse ed è il rapporto tra domanda ed offerta che ha determinato quantità (consumate) e prezzi, l’analisi dei singoli comparti ci aiuta a capire quello che è successo ed a ipotizzare qualche scenario a breve termine.

Potassio

Apriamo con uno degli elementi nutritivi più delicati in quanto il potassio viene spesso “sacrificato” per primo quando i prezzi aumentano. Questo particolare approccio lo abbiamo già sperimentato dopo la crisi del 2007/2008 quando in Italia, negli anni successivi, si registrò un significativo calo dei consumi del prodotto tal quale. Agronomicamente è indubbiamente sbagliato ma gli aspetti psicologici non possono essere sottovalutati e, trattandosi di un nutriente che non ha un immediato effetto sulle quantità delle produzioni agricole, qualcuno decide di tagliare sui costi partendo proprio da questo elemento. Purtroppo le previsioni non lasciano intravedere cedimenti e, anche a livello internazionale (grafico 2), si nota la tenuta del prezzo che, in poco più di un anno e mezzo, ha raggiunto i 400 punti.

Fosforo

Nel grafico 2 abbiamo incluso il secondo concime più usato in Italia: il fosfato biammonico 18/46. La componente fosfatica è significativa, pari a quella del concime semplice più ricco di anidride fosforica, parliamo del perfosfato triplo 46, al punto che la differenza prezzo tra i due ci fornisce una precisa misura del costo di 18 unità d’azoto ammoniacale.

Da sempre, l’azoto del 18/46 è stato la fonte più economica di questo elemento ecco perché, pur prevedendo una riduzione dei consumi, riteniamo sarà inferiore a quella del potassio. Gli aspetti psicologici, ancora una volta, sono determinanti e gli agricoltori non sono abituati ad acquistare concimi che arrivano a sfiorare i 1400 euro a tonnellata eppure, facendo bene i conti, quando si trasforma il prezzo in costo ad unità fertilizzante, ancora una volta il 18/46 si conferma il migliore.

La flessione delle rese dei cereali a semina autunnale, associata all’aumento della produzione lorda vendibile, spingerà gli agricoltori a puntare su buone concimazioni anche alla semina ed i concimi binari NP sono in grado di soddisfare questa necessità.

Azoto

Torniamo al grafico 1 per vedere che i concimi semplici azotati (urea 46 e nitrato ammonico 27) sono quelli che hanno mostrato la maggiore volatilità nel corso dei 18 mesi analizzati. In pratica si tratta di prodotti difficili da gestire dal punto di vista commerciale in quanto le variazioni di prezzo, in un senso o nell’altro, sono repentine e talvolta anche molto ampie.

Ad esempio, mentre il prezzo del 18/46 ha perso 40 punti su 320 (circa il 12%) subito dopo il picco collegato al conflitto in Ucraina, il valore dell’urea è crollato di 130 punti (circa il 32%) tornando in pratica sui prezzi antecedenti alla guerra. La volatilità è una delle caratteristiche del mercato internazionale dell’urea ed anche nel grafico 2 si vede il tipico andamento a sali-scendi con i punti d’inversione ben definiti, uno dei quali si colloca proprio verso fine giugno a significare che ci attendono ancora settimane di tensione con prezzi al rialzo.

Unità fertilizzanti

Abbiamo ritenuto utile proporre non solo il confronto negli ultimi 12 mesi ma anche il deciso ridimensionamento dopo lo shock iniziale collegato al conflitto. Il valore medio dell’unità fertilizzante dei concimi azotati (organico escluso) è aumentato di circa il 217% tra giugno 2021 e marzo 2022 per perdere poi circa il 30% negli ultimi tre mesi. Si distinguono le unità fertilizzanti potassiche il cui valore ha continuato a lievitare anche nell’ultimo trimestre, portando l’aumento medio negli ultimi 12 mesi oltre il 125%.

Quanto appena descritto non fa che avvalorare l’ipotesi di un altro autunno difficile da gestire considerando che l’ultima decisione spetta agli utilizzatori finali che hanno anche altri elementi da considerare nel loro complesso processo di valutazione generale. Per il canale distributivo, stretto tra produttori/importatori da un lato ed imprenditori agricoli dall’altro, non sono tante le opzioni che illustreremo in un riquadro a parte.

È il momento degli esperti, c’è bisogno di informazioni precise, circostanziate, suffragate da numeri e statistiche ma, soprattutto, senza cercare lo scoop volto ad aumentare la tiratura di un giornale o la lettura di un post su internet. Negli ultimi anni abbiamo visto nascere esperti nei comparti più disparati, recentemente persino nel settore dei mezzi tecnici; fortunatamente buona parte dei lettori hanno imparato a valutare le fonti ed a capire quanto di vero (e di buono) ci sia in un’informazione.

Costo delle UF (Euro/kg) al dettaglio

Unità Fertilizzante Mese giugno ’21 marzo '22 giugno '22
Azoto (CAN 26/27) 1,21 4,22 2,95
Azoto (NA 33/34) 1,13 4,15 2,78
Azoto (urea prilled) 1,09 2,95 2,30
Azoto (urea granulare) 1,08 3,05 2,06
Azoto organico 3,20 5,80 5,70
Anidride fosforica (1) 1,18 2,65 2,45
Ossido di potassio (2) 0,70 1,50 1,74
Ossido di potassio (3) 1,40 2,45 2,85

(1) media tra perfosfato semplice e perfosfato triplo
(2) da cloruro di potassio (3) da solfato di potassio
Elaborazione SILC Fertilizzanti Srl

Suggerimenti per i distributori

La catena distributiva non è in grado di influenzare i consumi dei fertilizzanti, almeno non in termini assoluti. Al contrario può avere il potere di spostare gli interessi degli utilizzatori finali ed un bravo tecnico-commerciale riesce anche a guidarne le scelte. Queste premesse si riferiscono tanto alle competenze agronomiche e alla conoscenza dei prodotti commercializzati quanto agli aspetti psicologici ed al fatto stesso che il fine ultimo di un imprenditore sia, giustamente, il profitto. Probabilmente, viste le dinamiche dei prezzi, ci sono da fare ben poche operazioni dal sapore speculativo e l’unica famiglia di concimi per cui provare qualche acquisto anticipato è quella dei composti (chimici o a base organica).

In questo caso si deve andare alla ricerca del produttore/importatore che ha giacenze di prodotti a “prezzo vecchio” e che decide di vendere tali complessi/miscele non al valore di riacquisto ma semplicemente valutando quanto gli sono costate le materie prime. Non saranno tanti i casi né gli affari possibili ma vale la pena di guardarsi intorno. Quando, invece, pensiamo alla capacità di orientare le scelte, l’idea è quella di individuare concimi con prezzi particolarmente attrattivi: c’è poco di agronomico ma molto di impatto psicologico se proponiamo un concime a 1400 Euro/t piuttosto che un altro a 990 Euro/t.

Anche in questo caso, comunque, va fatta un’attenta analisi del rapporto prezzo/qualità dove con quest’ultima non ci riferiamo solo al contento di unità fertilizzanti ma anche alla loro disponibilità (più o meno immediata) per le piante. Ricordiamo, infine, che l’acquisto all’ultimo minuto è rischioso sia per la riduzione delle possibilità di scelta man mano che ci avviciniamo al momento del consumo sia per l’aumento di frodi e raggiri che puntano sul fatto che il “corpo del reato” ben presto finirà nel terreno. Occorrerà programmare ma evitando di esagerare negli acquisti perché è ormai evidente che il prossimo autunno vedrà una consistente riduzione dei consumi.


L'articolo è pubblicato su AgriCommercio e Garden Retail 4 – luglio 2022

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Concimi, tra bufale e triste realtà - Ultima modifica: 2022-07-13T18:04:16+02:00 da K4

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