Bustine di semi, il mercato torna a crescere

buste di sementi hobbystiche
Stanno sparendo le aziende piccole, ma allo stesso tempo crescono i gruppi finanziati da fondi che hanno una solida organizzazione di marketing e operano su tutta la catena produttiva. Intervista al direttore di Assosementi Alberto Lipparini

Le sementi vendute in bustina e destinate al mercato hobbistico hanno avuto una vita con alterne fortune. L’avvento della vendita di piantine di ortaggi e fiori ha offuscato negli anni la leadership di questo mercato che in Italia contava un gran numero di aziende.

Ora questo mercato ha ripreso a crescere ed è diventato interessante per grandi gruppi che sono entrati in questo settore e per i piccoli che hanno innovato e sono rimasti sul mercato.

Un territorio vocato

Per fare un quadro del settore delle sementi ad uso hobbistico partiamo dalle aziende produttrici. Da anni infatti l’Istat non rileva i dati alla distribuzione delle sementi e le aziende che commissionano ricerche a società specializzate le tengono per sé, ovviamente. Quindi non ci sono dati alla distribuzione.

Alberto Lipparini
Alberto Lipparini

«Il fatturato complessivo del settore è di circa 200 milioni di euro – dice Alberto Lipparini, direttore di Assosementi, l’associazione di categoria delle aziende sementiere.

Il settore sementiero orticolo, nel quale l’Italia è leader perché il nostro territorio è particolarmente vocato alla moltiplicazione di pressoché tutte le specie, ha un export di circa 110 milioni di euro, e un import (secondo le valutazioni di Assosementi sui dati Istat) di circa 165/170 milioni.

Le aziende sementiere che si occupano di orto e fiori suddividono l’attività tra sementi destinate ad uso professionale e sementi per hobbisti, ma ogni azienda ripartisce in modo differente le quote del mercato, con strategie di marketing diverse. C’è chi opera prevalentemente nel mercato professionale, chi invece nel settore hobbistico».

«Il fatto importante - prosegue Lipparini - è che oggi sostanzialmente è cambiata la struttura delle aziende. Fino a pochi anni fa trovavamo aziende che producevano e distribuivano e molte altre che solo commercializzavano, imbustando le sementi e distribuendole con una capillare rete di vendita presso garden, GDO e rivendite agrarie. Oggi invece sta sparendo l’azienda piccola e crescono i gruppi finanziati da fondi che hanno una solida organizzazione di marketing e operano su tutta la catena produttiva.

Quindi ricerca genetica, conservazione, riproduzione e valorizzazione delle caratteristiche delle varietà e gli ibridi. C’è stato quindi un accorpamento dei vari marchi, le aziende sono poche e i grandi gruppi hanno accorpato i piccoli, che hanno così la capacità economica di investire in ricerca e sviluppo».

Mercato in evoluzione

Perché è anche cambiato il mercato. «Quello della bustina è effettivamente in calo – dice Lipparini - mentre si sta espandendo il mercato delle sementi semi professionali, destinate all’hobby farmer, a chi cioè fa l’agricoltore per hobby. Si tratta principalmente di sementi ibride utilizzate per il mercato professionale, che qui vengono vendute associate al servizio: offerta diversificata e presentazione sul punto vendita, con informazioni tecniche dettagliate. Sono gli ibridi della genetica moderna, con garanzia di qualità, rese elevate e resistenza agli stress biotici e abiotici».

Tra le specie in ascesa, netta crescita di aromatiche e officinali. Il fiore invece è quasi scomparso perché sul mercato italiano si vende la piantina fiorita. Permane ovviamente il mercato delle varietà tradizionali.

«Si tratta delle varietà ante 70 coltivate da chi cerca la tradizione con valore aggiunto, legato al territorio, al gusto, alle caratteristiche nutraceutiche. Queste varietà sono un valore per l’intero settore e un bacino importantissimo di materiale genetico - dice Lipparini. Assosementi a questo proposito porta avanti da tre anni il progetto - Salvaguardia delle varietà ante ‘70».

hobbysta con sementi in mano


Progetto Assosementi,
salvaguardia delle varietà ante ’70

Il progetto di Assosementi è partito tre anni fa e sono ormai una trentina le varietà per le quali, grazie alla collaborazione con il CRPV, è stata realizzata un’attività di mantenimento in purezza.

Nel 2019 è partita la fase di ‘validazione’ di questa iniziativa iniziativa, tramite la verifica da parte di un Ente accreditato (il CREA-DC) dell’identità varietale del materiale conservato.

Si tratta di un progetto che non presenta soltanto un’evidente implicazione commerciale – la conservazione di tali vecchie varietà consente infatti a tutte le ditte di proseguirne nel tempo la commercializzazione altrimenti compromessa dalla cancellazione dal Registro, dice Lipparini – ma rappresenta anche un’iniziativa di qualificazione del settore garantendo la salvaguardia di vecchio materiale tipico, di tutela della biodiversità, che rischierebbe di essere irrimediabilmente perduto.


Indicazione obbligatoria:
data di confezionamento sulle bustine

Come per i prodotti alimentari, le buste di sementi devono riportare la data di scadenza. Sulle bustine infatti troviamo l’indicazione della campagna di produzione e delle relativa scadenza, 24/30 mesi dopo.

«Nel caso delle sementi la data di scadenza non tutela né il consumatore né il produttore - dice Lipparini -. In realtà la semente può essere venduta senza dare garanzie a chi la acquista perché alcuni semi mantengono le loro caratteristiche per 10 anni, altri solo per una campagna. Ci pare quindi molto più appropriato indicare la data di confezionamento e “valido fino al…”, come già avviene in Francia. Il produttore si assume così la responsabilità di quello che afferma».

Questo tema fa parte insieme ad altri della revisione della normativa sulle sementi, in corso da qualche anno. Nel corso del 2018, su sollecitazione dello stesso Ministero, è stato realizzato un primo riordino dei diversi provvedimenti sementieri oggi attivi concretizzatosi nella redazione di un ‘testo unico’ delle norme sementiere, di fatto rimasto però sulle scrivanie ministeriali senza alcuna conseguenza pratica.

Nel 2019 dovrebbe invece essere confermato un vero e proprio lavoro di revisione, modifica e aggiornamento della legge nazionale sementiera che sia al passo con l’evoluzione del settore.


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su AgriCommercio & Garden Center n. 5/2019

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Bustine di semi, il mercato torna a crescere - Ultima modifica: 2019-07-16T14:00:32+02:00 da Barbara Gamberini

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