Bisogna fare chiarezza nell’intrigo del Pan

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    Non possiamo permetterci che un semplice momento di transizione normativa si trasformi in motivo di crisi e perdita di lavoro

    Il banco di prova del nuovo Pan, la campagna agricola 2016, ha portato alla luce tutti i peggiori presagi e mostrato tutte le conseguenze del vuoto normativo che attanaglia l’agricoltura italiana. È avvenuto ciò che temevamo fin dall’inizio: una paralisi delle vendite, rivenditori terrorizzati dalle sanzioni, compratori infuriati e un settore, quello agricolo, gettato nella confusione e nell’allarmismo. È così che una norma univoca nata in Europa è arrivata in Italia, si è regionalizzata e se ne sono date tante interpretazioni quante sono le regioni italiane. Senza linee guida sono nati una pioggia di lettere, richieste di chiarimenti, decreti regionali, che hanno mandato nel panico il settore, e che francamente hanno stancato anche i più pazienti. Se l’Italia è unita veramente, come ci hanno raccontato nei libri di storia, allora bisogna chiedersi perché chi abita in Veneto ha obblighi e oneri opposti al suo corrispettivo emiliano o siciliano? Si ledono dei diritti fondamentali del cittadino e fare business in questa Italia frammentata diventa sempre più difficile.

    Se ogni dirigente di ogni ufficio regionale, USL o associazione di ogni regione italiana si arroga il diritto di regolamentare un settore, così ricco di implicazioni per la salute umana e ambientale come quello dell’agricoltura, il risultato non può che essere il caos normativo.

    Così accade che ciò che vale per una rivendita, non vale per quella che lavora ad appena 10 km di distanza, o che gli agricoltori emiliani possano comodamente rinnovare il patentino per l’acquisto dei fitofarmaci online mentre i loro colleghi veneti non sappiano neanche a chi rivolgersi. Regna ormai l’anarchia e chiunque può permettersi di dettare legge: dalla formazione, alla somministrazione dei prodotti, alla classificazione uso professionale e non professionale, con il solo risultato di aggiungere immobilismo e paralisi a una situazione che già di per sé appariva incerta e confusa.

    Un pasticcio burocratico

    Il pasticcio burocratico-amministrativo che si è creato ha già fatto danni ingenti e rischia di compromettere seriamente le piccole produzioni agricole locali che sono il fiore all’occhiello dell’agricoltura italiana.

    È paradossale che un settore come quello agricolo, che fino a poco tempo fa si presentava sano ed efficiente, senza particolari problemi di sicurezza o infortuni sul lavoro sia stato terribilmente complicato e ingessato da una norma che sulla carta avrebbe dovuto invece renderlo ancora più virtuoso.

    E se la pioggia di regolamentazioni regionali poi è fatta nell’ottica di una sempre maggiore restrizione e limitazione allora al caos si aggiunge il panico e la paura di sanzioni, e l’immobilismo che ne deriva non fa bene ad un mercato che invece dovrebbe affrontare con prontezza e dinamismo le sfide ambientali che gli si pongono dinanzi.

    Negli uffici amministrativi non hanno ancora compreso che il mondo fuori dallo stivale è tutt’altro che immobile.

    La natura non può permettersi di aspettare i tempi della burocrazia italiana, né gli agricoltori di produrre senza i prodotti necessari, né i rivenditori di perdersi in sottigliezze amministrative e burocratiche.

     

    L’IMPEGNO DI COMPAG

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    Fabio Manara, presidente di Compag.

    Come Compag abbiamo cercato di rinforzare il più possibile il dialogo con il Ministero come interlocutore unico e ufficiale di cui tener conto per contrastare la marea di circolari di enti regionali. Ci siamo dati linee guida di azione chiare e pragmatiche, che rispondono ai reali problemi che ogni giorno affrontiamo nelle nostre rivendite.

    Non possiamo permetterci che un semplice momento di transizione normativo si trasformi in motivo di crisi e perdita di lavoro per molti di coloro che operano nell’agricoltura e che già devono affrontare numerosi problemi. È una situazione che ci preoccupa e ci indigna.

    Ora più che mai è necessario mettere a tacere le mille voci che ogni giorno nascono negli uffici regionali e che terrorizzano il settore.

     

    Nelle pagine Compag di AgriCommercio & Garden Center n. 3/2016 trovi anche:

    - Usi professionali e hobbistici, continua a regnare il caos

    - Contoterzisti, una circolare per placare le polemiche

    L’edicola di AgriCommercio & Garden Center

    Bisogna fare chiarezza nell’intrigo del Pan - Ultima modifica: 2016-04-21T10:00:19+02:00 da Barbara Gamberini

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