Cambio delle guardia ad Assosementi, l'associazione delle ditte sementiere. Alla presidenza nazionale per i prossimi due anni, dopo Paolo Marchesini, arriva Guido Dall'Ara, 62 anni, di origini romagnole, per molti anni alla guida del gruppo sementi di bietola. Il neopresidente ha lasciato di recente, dopo quarant'anni, la direzione della filiale italiana di Sesvanderhave, azienda sementiera originata dalla fusione tra Ses Europe e Vanderhave, poi acquisita da Advanta e infine trasferita nel 2005 sotto il controllo del gruppo francese Florimond Desprez.
Ecco le prime battute del Dall'Ara pensiero.
Nuovo presidente di Assosementi, nuovo ciclo in associazione: cosa cambia?
«Ho accettato di fare il presidente di Assosementi, ormai al termine di una carriera di oltre quarant'anni nel settore dove sono arrivato a ricoprire importanti incarichi soprattutto nel settore della moltiplicazione, per aiutare l'associazione a superare un momento delicato, dopo le dimissioni del precedente presidente Marchesini. Non parlerei quindi di un ciclo nuovo, quanto di un passaggio nell'evoluzione dell'Associazione, la quale, non va dimenticato, è il risultato della fusione da inizio 2010 di due precedenti strutture, Ais e Assoseme. Assosementi è una realtà abbastanza complessa, una sorta di piccola federazione, dove si cerca di fare coesistere aziende molto diverse tra loro per dimensione e settori di competenza».
Parte la nuova politica comunitaria: qual è il suo giudizio e quali sono le prospettive per i sementieri?
«Dopo gli interventi degli anni passati e in particolare l'health check del 2009, con la soppressione degli aiuti accoppiati o di quelli specifici per certe produzioni sementiere, la nuova Pac sembra mantenere le stesse opportunità, malgrado alcune critiche per la mancanza di scelte innovative, oppure per il fatto che con il greening si andrebbe contro il crescente fabbisogno di maggiori produzioni. Molto dipenderà ora dalle scelte del nostro Paese. Pensando alle produzioni sementiere più esposte quali frumenti, riso e foraggere, dove gli agricoltori possono reimpiegare come seme la granella aziendale, ci aspettiamo misure che sostengano anche indirettamente il nostro settore: innanzitutto la concessione di un aiuto accoppiato al grano duro e anche al riso, poi che gli aiuti accoppiati comportino l'impiego di semente ufficialmente certificata come avviene oggi con l'art. 68».
Si è appena insediato anche il ministro delle Politiche agricole, Martina. Quali sono le tre richieste prioritarie per Assosementi sul fronte nazionale?
«A parte augurare al neo Ministro di riuscire a lavorare per un periodo più lungo dei suoi recenti predecessori e quindi di sviluppare adeguatamente i propri progetti, come Assosementi non chiediamo interventi diretti a nostro favore, anche perché le regole comunitarie non lo consentono. Ci aspettiamo semplicemente che il Ministro determini un ambiente favorevole all'attività sementiera. In termini di maggiore efficienza amministrativa, con riferimento ai controlli ufficiali cui sono soggette le sementi e all'iscrizione delle nuove varietà, così come di azioni più incisive per diminuire il livello di illegalità esistente sul mercato. Troppe sementi vengono vendute prive di certificazione ufficiale o riprodotte senza autorizzazione, una quota aumentata dopo la scomparsa degli aiuti accoppiati. Un altro tema importante è quello del rispetto della proprietà intellettuale e dei meccanismi per finanziare la ricerca varietale, privata o pubblica che sia, vera leva d'innovazione anche in campo agricolo. Se il nuovo Ministro riuscisse poi, insieme a Regioni e organizzazioni agricole, a migliorare i rapporti e gli accordi di filiera, difenderemmo meglio le produzioni agricole nazionali e indirettamente anche l'attività sementiera ne trarrebbe forte beneficio.
Quali sono i numeri attuali del comparto sementiero.
«In Assosementi abbiamo stimato il fatturato del comparto sementiero nel 2013, a livello di ingrosso, valore della concia esclusa, sui 620-630 milioni di euro. Un dato in lieve contrazione rispetto all'annata precedente per la riduzione in particolare delle superfici a grano duro e mais, non compensato dall'aumento del settore professionale orticolo. Completano il quadro importazioni ed esportazioni, di cui non abbiamo ancora il consuntivo 2013. Tuttavia nel 2012 abbiamo importato sementi per circa 320 milioni di euro ed esportato per 230 milioni. La nostra bilancia commerciale è sempre stata passiva, anche se in questi ultimi anni il saldo negativo è diminuito grazie al buon andamento delle esportazioni di ortive e foraggere, senza trascurare bietola da zucchero e riso. A livello di aziende, sono attualmente 165 le ditte associate ad Assosementi, rispetto a un numero complessivo che possiamo stimare sulle 300, distinte tra 220-230 aziende che certificano ufficialmente e quindi sono sottoposte al controllo del Cra-Scs (ex Ense) e altre 60-70 che operano solo con le sementi da orto».