Parte la nuova PAC tra tante incertezze

pac 2023 2027
Il rivenditore non vende solo mezzi tecnici, come le sementi, ma spesso è chiamato a dare consigli pratici e di programmazione colturale. Un compito molto difficile…

Nel 2023 parte la nuova Pac, ma raramente un esordio è stato costellato da tante incertezze. Prima i ritardi comunitari nell’approvare la riforma, poi il conflitto e la crisi dei mercati agricoli che hanno portato ad un ulteriore rinvio. E adesso con le prime semine autunnali, che rientrano già nella nuova Pac 2023-27, sulla linea di partenza, ci si rende conto delle tante incertezze applicative. Scontiamo certamente un ritardo da parte della Commissione nell’emanare i regolamenti applicativi, ma anche quello del nostro paese che ha inviato a Bruxelles la versione finale del Psp - il piano strategico nazionale della pac, un documento di oltre 3.600 pagine - solo a fine settembre, dopo un complesso lavoro di concertazione e revisione con le Regioni e le Organizzazioni: il quale è ovviamente adesso in attesa del via libera.

L’interpretazione e l’applicazione della nuova Pac sono un esercizio non facile, per le diverse opzioni possibili, i vincoli e poi le compatibilità possibili. E il rivenditore di sementi, cui oltre al prodotto è spesso richiesto di fornire indicazioni operative, finisce con il trovarsi in una situazione imbarazzante.

Vediamo se possibile di chiarire alcuni punti critici sulla base delle interpretazioni e dei documenti che sono disponibili. Ci limitiamo ai pagamenti diretti e agli aiuti accoppiati.

Le deroghe 2023

Nel corso dell’estate, al fine di fronteggiare meglio la penuria alimentare, la Commissione Ue ha deciso per le semine 2022-2023 (quindi domanda unica pac del 2023) due deroghe alle buone condizioni agronomiche e ambientali che l’agricoltore deve rispettare ai fini della condizionalità rafforzata:

  • la prima, la sospensione della Bcaa 7 sulla rotazione annuale delle colture a seminativo, da cui sono comunque escluse le colture sommerse (riso);
  • la seconda, la sospensione in questo caso della Bcaa 8 riguardo la superficie minima a seminativo del 4% da lasciare a riposo in ogni azienda. Tali superfici potranno essere utilizzate solo per colture ad uso alimentare, escludendo il mais, la soia ed il ceduo a rotazione rapida.

Con le semine della campagna 2022-2023 gli agricoltori non saranno quindi tenuti a rispettare tali vincoli. Lo saranno dalle semine successive 2023-2024 e per quanto riguarda nello specifico la rotazione delle colture, la verifica dovrà essere fatta sulle semine 2024-2025 (domanda pac 2025). Non ci può essere diversa interpretazione di questa deroga, in attesa di una voce ufficiale, perché diversamente non potremmo parlare di deroga e verrebbero già coinvolte le semine di questo autunno.

Le sementi certificate

Non è ben chiaro se di propria iniziativa o dietro pressione della Commissione, nel Psp rivisto e inviato alla Commissione a fine settembre il nostro Ministero ha inserito l’obbligo di utilizzare sementi ufficialmente certificate per accedere ai sostegni accoppiati previsti per il grano duro, il riso e le proteoleaginose (soia, girasole e colza), nonché per la barbabietola da zucchero. Nello schema a fianco sono riportati gli aiuti accoppiati riservati ai seminativi, con l’eventuale vincolo del seme certificato

L’impiego di semente certificata è richiesto “al più tardi entro l’anno di domanda 2024. La campagna di semine che parte adesso potrà quindi essere utilizzata per programmare la produzione del quantitativo di seme necessario, in particolare per il grano duro: ad un rateo normale di 250 kg di seme ad ettaro, per i circa 1.150.000 ha di superficie, nord escluso, occorrerebbero almeno 287mila t di seme certificato.

Nella campagna scorsa il Crea-Dc ha controllato poco più di 62mila ha e certificato circa 180mila t di seme. Per la campagna in corso gli ettari destinati a seme di grano duro sono saliti a 67mila. Anche limitandoci al fabbisogno dei soli 836mila ha presi a riferimento nel Psp, il fabbisogno scende a circa 210mila t, quindi evidente che la produzione dovrà aumentare. Pena il balletto dei continui rinvii già visto nei primi anni ’90!

L’anno di attesa dovrà poi vedere l’emanazione delle norme applicative: innanzitutto il quantitativo minimo di seme certificato da impiegare ad ettaro, poi le modalità di verifica e controllo. Evidenziamo che per l’aiuto del fondo grano duro è attualmente richiesto l’impiego di almeno 150 kg di seme per ha (se così sarà, la produzione oggi disponibile sarebbe già sufficiente!), comprovato da fattura di acquisto e cartellini ufficiali dell’agenzia di certificazione. Ci si limiterà a questo, o assisteremo a modifiche anche per agevolare il lavoro dei Caa. I rivenditori di sementi ne sarebbero coinvolti.

Complementarità degli interventi

Per acquisire più sussidi l’agricoltore avrà facoltà di accedere a più interventi nazionali o regionali previsti dall’architettura della pac. E qui sarà necessario un attento lavoro di verifica sulla compatibilità e cumulabilità tra di loro, da farsi azienda per azienda, con il rischio di trovarsi in un vero e proprio ginepraio, tra eco-schemi, Bcaa (Buone condizioni agronomiche ambientali) e Cgo (Criteri di gestione obbligatori), nonché l’obbligo di completare eventuali impegni pregressi.

Ad esempio, abbiamo accennato al rinvio dell’obbligo della rotazione di cui alla Bcaa 7, tuttavia l’agricoltore che è già impegnato o vorrà aderire all’intervento per la produzione integrata Aca 1 dovrà tenere conto che le linee guida nazionali prevedono per le colture erbacee la pratica dell’avvicendamento colturale: di norma una rotazione quinquennale che comprenda almeno tre colture principali e al massimo un ristoppio. E quindi la deroga 2023 non può applicarsi. Inoltre, sempre in tema di avvicendamento almeno biennale delle colture, la possibilità che una coltura secondaria (ma non una coltura da sovescio) completi il ciclo produttivo e quindi la coltura principale possa essere


Leggi l’articolo completo su Agricommercio e Garden Retail n. 6 - novembre 2022

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Sostegni accoppiati al reddito per superficie

Grano duro
Dotazione stanziata 91 mio/euro
N. ettari a riferimento 836.000
Aiuto minimo/massimo previsto 98 – 120 euro
Aiuto unitario previsto 109 euro
Principali vincoli: solo regioni centro-sud; utilizzo seme certificato.
Riso
Dotazione stanziata 74 mio/euro
N. ettari a riferimento 220.000
Aiuto minimo/massimo previsto 303 – 370 euro
Aiuto unitario previsto 336 euro
Principali vincoli: utilizzo seme certificato.
Soia
Dotazione stanziata 31 mio/euro
N. ettari a riferimento 226.000
Aiuto minimo/massimo previsto 123 – 150 euro
Aiuto unitario previsto 136 euro
Principali vincoli: utilizzo seme certificato.
Girasole e colza
Dotazione stanziata 13 mio/euro
N. ettari a riferimento 126.000
Aiuto minimo/massimo previsto 91 – 111 euro
Aiuto unitario previsto 101 euro
Principali vincoli: utilizzo seme certificato, contratto con industria trasformazione, sementiera o mangimistica
Barbabietola da zucchero
Dotazione stanziata 20 mio/euro
N. ettari a riferimento 30.000
Aiuto minimo/massimo previsto 592 – 724 euro
Aiuto unitario previsto 658 euro
Principali vincoli: utilizzo seme certificato, contratto con industria
Pomodoro
Dotazione stanziata 10 mio/euro
N. ettari a riferimento 60.000
Aiuto minimo/massimo previsto 156 – 191 euro
Aiuto unitario previsto 174 euro
Principali vincoli: contratto con industria
Leguminose da granella ed erbai di sole leguminose, esclusa la soia
Dotazione stanziata 39 mio/euro
N. ettari a riferimento 2.055.000
Aiuto minimo/massimo previsto 17 – 21 euro
Aiuto unitario previsto 19 euro
“Dati tratti dal piano strategico nazionale pacsettembre 2022, valori approssimati”

 

Parte la nuova PAC tra tante incertezze - Ultima modifica: 2022-11-04T14:30:23+01:00 da K4

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