Sul sito del Mipaaf, nella sezione dedicata all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari è possibile scaricare il rapporto sull’attività 2014:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/394
Prima di analizzare i dati sull’attività, ci sembra opportuno fare alcune considerazioni sull’Ispettorato in generale che, in clima di spending review, anche nella relazione ha dedicato ampio spazio a donne ed uomini che lavorano. L’organico è di poco meno di 780 persone e sono circa 350 (45%) quelle dedicate a ispezioni e controlli. Il rapporto spiega, però, che nonostante la riduzione del personale, è stata rafforzata la tutela del made in Italy agroalimentare e questo di sicuro è un aspetto interessante e di rilievo. Passiamo al dettaglio del settore fertilizzanti, innanzitutto analizzando il peso del comparto rispetto all’attività dell’Icqrf.
La tabella 1 mostra i numeri complessivi per ciascun tipo di controllo, quelli dei soli fertilizzanti e la percentuale di questi ultimi sul totale. Ad esempio notiamo che a fronte di un 3-4% di visite, operatori, prodotti e contestazioni, la percentuale dei fertilizzanti aumenta fino al 10% quando si tratta di campioni analizzati. Di contro è nettamente inferiore la percentuale delle notizie di reato e ordinanze ingiunzione (1,4%). In sostanza, queste differenze non depongono molto bene per il comparto concimi in quanto significa che a fronte di una percentuale del 3,3% dei fertilizzanti controllati sul totale dei controlli dell’Icqrf, il fatto che la quota del settore salga fin quasi al 20% quando si tratta di campioni irregolari, si traduce in una maggiore tendenza all’irregolarità dei fertilizzanti rispetto agli altri settori oggetto di ispezioni.
La tabella 2 mostra, invece, i numeri del solo comparto fertilizzanti dell’attività dell’Ispettorato Repressione Frodi nel 2014, raffrontati con quelli del 2013. Si nota immediatamente che a fronte di un calo del 4% di visite e prodotti controllati è cresciuto, di poco, il numero degli operatori: ciò significa che presso ciascun sito di prelievo sono stati prelevati meno campioni. Il dato più eclatante è l’aumento del 45% dei campioni irregolari che, associato alla flessione del 3% dei prodotti controllati, ha portato al 17% la percentuale dei campioni non conformi. Se, nel 2013, solo 1 campione su 8 era irregolare, nel 2014 il rapporto è arrivato a 1 su 6.
Si rileva, invece, che mentre nel 2013 ben una sanzione su quattro è stata elevata per motivi non legati all’analisi del fertilizzante (si presume si tratti di errori di etichettatura), nel 2014 il dato è migliorato significativamente (1 su 22). Evidentemente, essendo ormai passati quasi 10 anni dall’entrata in vigore delle nuove norme nazionali, il numero di errori di questo tipo sta calando a dimostrazione che migliora la qualità delle diciture in etichetta.
Ovviamente dobbiamo come sempre ricordare che, ogni anno, alcuni campioni prelevati saranno analizzati solo l’anno successivo e, di conseguenza, l’eventuale sanzione sarà conteggiata nel report dell’anno prossimo.
L’articolo intero è pubblicato su Agrigiornale del Commercio e Garden Center n. 7-8/2015