L’approvazione dei primi Psr italiani ha segnato l’avvio della programmazione 2014-2020 dello sviluppo rurale.
Entro dicembre 2015, tutte le Regioni italiane riceveranno l’approvazione dei Psr da parte della Commissione europea; nel frattempo, alcune Regioni hanno emanato i primi bandi. La politica di sviluppo rurale in Italia vale 20,85 miliardi di euro in sette anni. Un’opportunità che va utilizzata bene.
Il Psr è un importantissimo strumento di programmazione che tutti gli agricoltori devono conoscere per cogliere le opportunità di sostegno allo sviluppo delle proprie imprese e dei propri territori.
Un Psr è un documento di circa 1.000-1.200 pagine. Come deve fare un agricoltore per leggerlo con celerità ed efficacia?
Obiettivi e priorità
La politica di sviluppo rurale 2014-2020 contribuisce “allo sviluppo di un settore agricolo dell’Unione caratterizzato da un maggiore equilibrio territoriale e ambientale nonché più rispettoso del clima, resiliente, competitivo e innovativo” e, altresì, allo “sviluppo dei territori rurali”.
La nuova politica di sviluppo rurale si pone 3 obiettivi:
a) la competitività dell’agricoltura;
b) la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima;
c) lo sviluppo territoriale equilibrato delle economie e delle comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro.
Le misure non sono più classificate in “assi”, come nella programmazione 2007-2013, ma si passa dagli assi alle priorità.
Le sei priorità della politica di sviluppo rurale sono esplicitamente e saldamente correlate agli 11 obiettivi tematici del QSC (Quadro Strategico Comune) e, attraverso di esse, agli obiettivi di fondo dell’Unione espressi nella strategia “Europa 2020”.
L’articolo completo è pubblicato su Agricommergio e Garden Center n. 9/2015