Tutti ricorderanno il vorticoso susseguirsi delle vicende successive alla pubblicazione del decreto sui prodotti fitosanitari destinati a utilizzatori non professionali con il cambio delle etichette, perché queste ultime dovevano avere determinati requisiti.
La responsabilità sui titolari di registrazione ad immettere sul mercato le nuove etichette, il ministero che rivedeva a posteriori le etichette già immesse sul mercato, le prime etichette ritirate, il ministero che impiegava mesi a controllare le etichette stesse.
Un turbinio, 9 mesi di totale confusione. Ma poi tornò la calma, una quiete che preannunciava una tempesta ma che si profilava lontana all’orizzonte e che ora sta per avvicinarsi in maniera preoccupante. Certo, perché la quiete era dovuta agli articoli, n. 7 e 8, del decreto 33/2018 che garantivano un periodo di moratoria durante il quale si sarebbe continuato ad immettere sul mercato i prodotti fitosanitari destinati ad utilizzatori non professionali in mora alle restrizioni previste dall’allegato tecnico del decreto.
Restrizioni che porterebbero alla decurtazione di circa il 90% dei prodotti attualmente destinati a utilizzatori non professionali.
Il “terremoto” sui prodotti fitosanitari
non professionali si avvicina
Un terremoto per le aziende produttrici, per le rivendite agrarie e per gli utilizzatori costretti a diserbare il proprio giardino manualmente o a mangiare i prodotti del proprio orto impreziositi dalle punture della cimice, dai morsi di qualche nottua o ammorbiditi dall’azione di un soffice micelio candido o di colore grigio. Il periodo di moratoria sta per terminare, ma nulla è cambiato perché nessuno ha la bacchetta magica, le innovazioni richiedono tempi che non sono quelli dei divieti.
D’altra parte non è nemmeno possibile stabilire a priore il tempo entro il quale si potranno avere prodotti di sostituzione a quelli attualmente disponibili. Pertanto dopo una prima proroga del periodo transitorio, il 2 novembre 2021 segnerà l’inizio del terremoto con le vittime designate, a meno che non si proceda con una nuova moratoria.
Una modifica indispensabile
È su queste basi che Compag ha appoggiato un emendamento al decreto mille proroghe in discussione in Parlamento per posticipare di un anno la piena applicazione del decreto stesso in vista di una sua modifica. Ma purtroppo, per motivi non chiari, legati probabilmente alla complessità del milleproroghe che andava approvato in tempi ristretti, nella stesura della legge approvata il 25 febbraio 2021 l’emendamento non è stato approvato. Nel momento in cui scriviamo ci troviamo pertanto al punto di partenza e sarà necessario trovare una nuova procedura parlamentare per apportare quelle modifiche indispensabili per garantire la sopravvivenza dell’agricoltura amatoriale.
Leggi l'articolo su Agricommercio e Garden Center n. 2/2021
Dall’edicola digitale al perché abbonarsi