La strategia From Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta) vuole far compiere all’Ue un salto troppo in avanti nella protezione fitosanitaria delle colture agricole, che forse non tiene conto della “rivoluzione” in essa intervenuta negli ultimi 20 anni. È questa una preoccupazione espressa da numerosi agricoltori, rivenditori di mezzi agricoli e tecnici di campo, i quali temono di non poter disporre, nelle loro diverse esigenze all’interno della filiera della protezione delle piante, degli agrofarmaci necessari.
Di tale diffusa perplessità si è fatta interprete l’Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), costituita in gran parte da consulenti tecnici di campo, che svolgono una importante funzione di cerniera fra agricoltori e rivenditori. Per comprendere la reale portata di tale strategia, le direzioni operative in cui intende muoversi e le possibili conseguenze della sua applicazione, l’Arptra ha voluto farne il tema portante del 32° Forum di Medicina vegetale, invitando a discuterne Agrofarma-Federchimica, che unisce le industrie produttrici di agrofarmaci.
Strategia temeraria
«From Farm to Fork, uno dei pilastri del Green Deal, il nuovo corso avviato dall’Ue per rendere sostenibile la crescita della sua economia, entra nel vivo di un tema centrale per i tecnici agricoli: la protezione delle piante – ha introdotto il presidente dell’Arptra Vittorio Filì –. La nuova strategia europea poggia su cardini coraggiosi e forse temerari: il primo è la diminuzione entro il 2030 del 50% dell’impiego di agrofarmaci, seguono la riduzione del 25% dei fertilizzanti, l’aumento del 25% della superficie agricola utilizzata (Sau) europea ad agricoltura biologica e altri ancora. Il ventilato dimezzamento dell’impiego di agrofarmaci preoccupa molto i tecnici agricoli perché diverse colture già adesso ne sono privi o ne hanno pochissimi, visto che negli ultimi anni molti principi attivi sono stati revocati. Ad esempio l’olivo, il cui unico principio attivo efficace per il controllo della mosca delle olive, il dimetoato, è stato di recente rimosso dal mercato». (...)
Uno scenario complesso
From Farm to Fork è un tema di grandissima importanza e trasversalità, ha rilevato Alberto Ancora, presidente di Agrofarma-Federchimica.
«È una visione strategica che però non ha ancora un carattere normativo. Rappresenta tuttavia un’ottima occasione per far sedere tutti gli attori della filiera della protezione delle piante intorno a un tavolo e discutere come realizzare in concreto gli obiettivi di sostenibilità. I tecnici di campo sono molto preparati e vantano grande esperienza, ma l’opinione pubblica non conosce i problemi fitosanitari. Perciò, quando si parla di obiettivi di riduzione ed eliminazione, spesso non c’è consapevolezza del ruolo che svolgono gli agrofarmaci e delle gravi conseguenze della diminuzione del loro uso».
Peraltro in Italia negli ultimi anni lo scenario fitosanitario è fortemente mutato. «È aumentata, in generale, l’intensità degli attacchi parassitari. Sono apparsi nuovi fitofagi, come la cimice asiatica, e nuove malattie fungine, come la maculatura bruna del pero. Gli agricoltori si stanno confrontando con numerosi parassiti di origine autoctona o aliena, che creano danni enormi. Tenendo conto di tale scenario, se si considera che negli ultimi 30 anni si è passati da più di 1.000 principi attivi disponibili per gli agricoltori a soli 300, il ruolo che gli agrofarmaci svolgono nella difesa fitosanitaria e la necessità di averli a disposizione acquisiscono un grosso rilievo». (...)
L'articolo completo è pubblicato su Agricommercio & garden center n. 1 - 2021