Produrre oggi in agricoltura è una sfida sempre più complessa. Al sistema agroalimentare si chiede di garantire standard elevati di sicurezza e qualità, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle produzioni. Un contesto che rende indispensabile una consulenza fitosanitaria altamente qualificata e aggiornata, capace di rispondere in modo puntuale alle esigenze delle aziende agricole e alle nuove criticità che interessano le colture.
In questo scenario, emerge con forza il ruolo del consulente fitosanitario e, più in generale, del dottore agronomo e del dottore forestale, chiamati a operare all’interno di un perimetro professionale chiaro, supportato da un percorso formativo strutturato e continuo, che consenta interventi mirati e basati su corrette analisi.
«Abbiamo voluto raccontare le esperienze quotidiane dei professionisti agronomi per la moderna e più sicura protezione delle piante», spiega Antonio Capone, consigliere Conaf. «Il ruolo del dottore agronomo e dottore forestale è quello di conoscere e analizzare le condizioni produttive, declinando queste informazioni nel sito specifico della coltura, per attivare il circuito anamnesi, diagnosi e terapia».
Un approccio tecnico e scientifico che diventa sempre più centrale in un contesto caratterizzato da cambiamenti climatici, dall’introduzione di nuovi organismi alieni e da un mercato che richiede produzioni tracciabili e sostenibili. «Insieme ad Aipp vogliamo condividere un percorso per affrontare le sfide climatiche, le avversità degli organismi alieni, le crescenti esigenze di mercato, così come garantire la sicurezza alimentare, la tracciabilità, la sostenibilità delle produzioni», prosegue Capone.
Fondamentale, secondo il Conaf, è anche il tema della formazione continua. «Come tecnici, il percorso universitario ci offre una fondamentale preparazione iniziale, ma come ordine vogliamo che l’aggiornamento sia continuino nell’arco della vita professionale. È l’unico modo per affrontare le nuove sfide del settore agricolo con un approccio di difesa delle colture moderno e sempre più innovativo».
Sulla stessa linea Gianfranco Romanazzi, presidente Aipp, che sottolinea come la figura del consulente fitosanitario sia ancora poco conosciuta e valorizzata. «La figura del consulente fitosanitario, colui che gestisce le criticità delle coltivazioni nelle avversità, è spesso poco conosciuta e ancor meno valorizzata per il contributo che offre».
Nonostante un rallentamento delle politiche europee legate al Green Deal, la difesa fitosanitaria ha comunque registrato una riduzione degli impatti ambientali. «Nei fatti assistiamo comunque a una riduzione degli impatti che produce la difesa fitosanitaria, sia nelle quantità che negli effetti sull’ambiente», osserva Romanazzi, evidenziando come questo risultato sia stato raggiunto in un contesto reso più complesso dall’aumento delle criticità per le piante e dagli effetti dei cambiamenti climatici.
A cambiare radicalmente è stato anche il profilo dei prodotti fitosanitari. «I prodotti fitosanitari che si utilizzano oggigiorno sono radicalmente differenti rispetto al passato: sono più specifici, hanno un impatto ambientale ridotto, ma in qualche caso anche una minore efficacia rispetto all’organismo bersaglio». Un gap che, secondo il presidente AIPP, è stato colmato proprio grazie alla consulenza tecnica qualificata.
«La protezione delle piante odierna, ben lontana dall’impiego di grandi quantità di sostanze ad ampio spettro e con impatti inaccettabili, è evoluta in una strategia definita nel dettaglio, capace di determinare i tempi e le modalità di somministrazione in modo preciso e focalizzato sul tipo di coltura, sull’organismo target e sul contesto di intervento». Una complessità che rende la figura del consulente fitosanitario sempre più centrale per una gestione sostenibile ed efficace delle coltivazioni.








