Biostimolanti, un’opportunità per i rivenditori

Inizia il non facile percorso per raggiungere entro luglio 2022 la piena e definitiva regolamentazione europea. A Bari la Biostimolanti Conference ha cercato di fare il punto sulla situazione normativa e le prospettive del comparto

Nelle agrofarmacie sta trovando sempre più spazio una nuova categoria merceologica di mezzi tecnici agricoli, i biostimolanti delle piante. Un numero crescente di società agrochimiche propone nuove soluzioni tecniche (prodotti e strategie) per la biostimolazione delle piante su diverse colture e in differenti areali.

Al momento tuttavia non esiste una regolamentazione specifica del settore, per cui ogni società agrochimica può liberamente proporre sul mercato i prodotti che ritiene opportuni. Di conseguenza i rivenditori (e con essi gli agricoltori) hanno difficoltà a orientarsi e districarsi fra una miriade di prodotti diversi e sconosciuti e a comprendere la loro reale efficacia agronomica.

O, meglio, una normativa per regolare il settore già esiste, ma non è ancora pienamente operativa. Infatti il reg. Ue 2019/1009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019, che ha stabilito le nuove norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell’Ue, ha considerato i biostimolanti delle piante “fertilizzanti specialistici” e li ha inseriti nella categoria di funzione del prodotto “PFC 6: Biostimolante di pianta”, distinguendoli quindi sia dai concimi minerali sia dai fertilizzanti organici, organo-minerali, ammendanti e substrati.

Ma il reg. Ue 2019/1009, benché entrato in vigore il 15 luglio 2019, diventerà applicativo in via definitiva solo il 16 luglio 2022. Il percorso intrapreso dall’Ue affinché i biostimolanti abbiano piena e definitiva dignità legislativa è quindi ancora lungo. Per capire che cosa sta accadendo e, ancor più, accadrà in questo triennio di sostanziale “vuoto legislativo” l’Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra) e Fruit Communication hanno organizzato a Bari la Biostimolanti Conference che, alla presenza di un folto pubblico costituito soprattutto da rivenditori, agricoltori e tecnici agricoli e con la partecipazione di 19 società produttrici di biostimolanti, ha cercato di fare il punto sull’andamento normativo e sul mercato attuale.

Il Cen è al lavoro

Per colmare l’attuale “vuoto legislativo” il Comitato Europeo di Normazione (Cen), che sviluppa le norme europee che verranno applicate nel mercato unico europeo e a tal fine riunisce le agenzie nazionali di normazione di 34 paesi e una rete di migliaia di esperti tecnici di federazioni di imprese, organizzazioni commerciali e di consumatori, gruppi ambientalisti e altre parti sociali interessate, è stato incaricato dalla Commissione europea di sviluppare standard produttivi a supporto dell’attuazione del reg. Ue sui fertilizzanti e a tal fine ha creato il Comitato tecnico Cen/Tc 455 sui biostimolanti vegetali.

Benoît Planques
Benoît Planques, Responsabile del Comitato tecnico Cen/
Tc 455 sui biostimolanti vegetali

«Il Cen/Tc 455 – ha informato Benoît Planques, che ne è il responsabile, – sta lavorando alacremente alla standardizzazione di denominazioni, specifiche (inclusi requisiti di sicurezza) ed etichettatura e alla preparazione dei dossier per la validazione dei prodotti proposti come biostimolanti».

Le aspettative sulla normazione definitiva dei biostimolanti delle piante sono grandi perché il loro mercato in Italia e in Europa è in forte crescita e le potenzialità di sviluppo del settore sono enormi, ha sottolineato Lorenzo Gallo, che, all’interno di Assofertilizzanti (Federchimica), presiede il Gruppo merceologico “Fertilizzanti specialistici (biostimolanti)”, partner dello European biostimulants industry council (Ebic).

Lorenzo Gallo
Lorenzo Gallo, Presidente del Gruppo “Fertilizzanti
specialistici (biostimolanti)”
di Assofertilizzanti

«Il Cen/Tc 455 lavora assiduamente per rendere il reg. Ue 2019/1009 applicativo entro i termini stabiliti. Numerosi sono i requisiti previsti per i biostimolanti delle piante: in primo luogo i limiti sul contenuto in metalli pesanti contaminanti (cadmio, piombo, cromo esavalente, mercurio, nichel, arsenico inorganico); dopo i limiti sulla presenza di patogeni (l’elenco è modellato sui limiti dell’Ocse per agenti di biocontrollo microbico e agenti patogeni specificati nella normativa sui sottoprodotti di origine animale); poi, fondamentale, l’effetto dimostrato: il prodotto deve avere realmente gli effetti indicati e questi devono essere compresi all’interno degli effetti previsti nella definizione di biostimolanti; infine ulteriori requisiti di sicurezza per i componenti prima che possano essere utilizzati in qualsiasi prodotto fertilizzante, compresi i biostimolanti».

Preparazione dei dossier

Inoltre, come ha ricordate Gallo, il Cen/Tc 455 sta lavorando alla preparazione dei dossier per la validazione dei prodotti. «Anche per i biostimolanti le ditte produttrici avranno l’obbligo di effettuare validazioni in campo secondo precisi standard codificati dal Cen. Gli effetti dichiarati in etichetta dovranno essere dimostrati attraverso la messa a punto di prove sperimentali ad hoc, basate su fattori scientificamente verificabili. Perciò tutte le funzioni tradizionalmente attribuite ai biostimolanti, come la resistenza agli stress abiotici e il miglioramento delle caratteristiche vegeto-produttive delle colture, potranno contare su metodi di valutazione standardizzati con estrema cura e quindi validi e obbligatori per tutti.

Il comitato dei biostimolanti che opera in seno al Cen/Tc 455 si sta già occupando di vari temi specifici, quali ad esempio i requisiti qualitativi dei prodotti, la stesura dei claim pubblicitari, il campionamento dei prodotti biostimolanti e la determinazione di prove agronomiche sperimentali per gruppi di colture (piante perenni legnose; ortaggi e piante ornamentali, inclusi tuberi e insalata; colture estensive e industriali), volte a comprovare la funzionalità del biostimolante e a validarne l’efficacia. Sulla base di tali prove la società produttrice potrà chiedere in modo credibile la rivendicazione d’uso per effetto su una coltura specifica, su un intero gruppo di colture o, senza limiti, su tutte le colture. Così ogni specifico formulato potrà essere identificato come realmente efficace e sicuro, in modo da tutelare l’intera filiera, in primo luogo il consumatore, cioè l’agricoltore, che lo utilizza».

Il Cen/Tc 455 sta studiando come dovrà essere compilata l’etichetta dei biostimolanti: forma fisica, data di produzione e scadenza, metodi di applicazione, effetto dichiarato per ogni pianta bersaglio, istruzioni su efficacia del prodotto, gestione del suolo e concimazione chimica, incompatibilità con prodotti fitosanitari, dimensione raccomandata degli ugelli spruzzatori, pressione irroratrice, altre misure antideriva.

«Pertanto – ha concluso Gallo – le fasi prossime di applicazione del reg. Ue 2019/1009 sono le seguenti:

  • dal 16 aprile 2020 la notifica degli organismi di valutazione di conformità;
  • entro il 16 luglio 2020 l’emanazione del documento di orientamento per i fabbricanti e le autorità di vigilanza del mercato con indicazioni ed esempi sulle caratteristiche che dovranno avere le etichette;
  • entro il 16 luglio 2020 la definizione dei criteri in materia di efficienza agronomica e sicurezza per l’uso dei sottoprodotti ai sensi della direttiva 2008/98/Ce;
  • infine la predisposizione della nuova disciplina nazionale che sostituirà il dlgs 75/2010, il quale ha finora disciplinato tutte le categorie di fertilizzanti a livello nazionale».

Mercato biostimolanti in forte crescita

Numerosi rivenditori e tecnici agricoli hanno partecipato alla Biostimolanti Conference

Il mercato dei biostimolanti «è molto dinamico – osserva Lorenzo Gallo di Assofertilizzanti, – con forti trend di crescita a livello mondiale, europeo e nazionale». Lo ha confermato la presenza alla Biostimolanti Conference di 19 società agrochimiche produttrici che hanno proposto ai rivenditori e agli altri partecipanti le loro ultime novità. Erano presenti le società: A.I. Chem, AlzChem, Cifo, Compo Expert, De Sangosse, Euro TSA Italia, Fertenia, Green Has Italia, Hydro Fert, Isagro, Italpollina, K-Adriatica, L. Gobbi, Meristem, Nitron, Sipcam Italia, Tradecorp, UPL, Valagro.

Biostimolanti in cifre
Gli 8 mercati più importanti Europa (29,9%), Cina, Usa, Russia, Australia, Brasile, Cile, Messico
Mercato Ue 680 milioni € (giro di affari)
277 milioni € (export)
2.000 lavoratori
Mercato italiano 40 milioni € (giro di affari)
10% crescita annuale
Fonte: Lorenzo Gallo

 


I biostimolanti non sono né prodotti fitosanitari né corroboranti

«I prodotti che rivendicano effetti fitosanitari – ha chiarito Lorenzo Gallo di Assofertilizzanti – devono passare attraverso il processo di autorizzazione del reg. Ce 1107/2009. E i “corroboranti”, secondo l’art. 1, p.ti 4 e 5, del dpr 55/2012, vengono definiti “potenziatori delle difese delle piante”, sono cioè sostanze di origine naturale, diverse dai fertilizzanti, capaci di migliorare la resistenza delle piante nei confronti degli organismi nocivi, e di proteggere le piante da danni non provocati da parassiti.

I corroboranti, che includono anche le sostanze che agiscono per via fisica o meccanica, non sono immessi sul mercato come prodotti fitosanitari, ma sono nondimeno utili in funzione delle proprietà anzidette».


Cosa dice il Reg. Ue 2019/1009

Secondo quanto stabilisce il reg. Ue 2019/1009 i biostimolanti delle piante sono prodotti fertilizzanti la cui funzione è stimolare i processi di nutrizione delle piante indipendentemente dal contenuto di nutrienti del prodotto al solo scopo di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche della pianta e della rizosfera: efficienza dell’uso dei nutrienti, tolleranza allo stress abiotico, caratteristiche qualitative delle colture, disponibilità di nutrienti confinati nel suolo e nella rizosfera.


Leggi l’articolo su AgriCommercio & Garden Center n. 2/2020

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Biostimolanti, un’opportunità per i rivenditori - Ultima modifica: 2020-03-25T08:17:30+01:00 da K4

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