Un osservatore poco attento, potrebbe descrivere il settore della distribuzione dei concimi (e dei mezzi tecnici in generale) come statico e senza novità. In realtà, seppur con molta lentezza, vi sono stati cambiamenti epocali sia in cima, a livello produttivo, sia a livello di anelli intermedi della catena logistico-distributiva.
La politica, e i voti collegati al mondo agricolo, hanno svolto un ruolo importante fino alla metà degli anni ’90 del secolo scorso.
In un riquadro a parte vediamo come sono stati determinati persino i prezzi, ma adesso ripercorriamo brevemente gli eventi che hanno, di fatto, stravolto la catena commerciale.
In rapida successione, la politica andò a toccare sia il mondo cooperativo sia quello consortile. Cessarono di esistere le centrali cooperative “Verdi, Bianche e Rosse” legate, rispettivamente, ai Repubblicani, alla Democrazia Cristiana e al Partito Comunista e fu commissariata la Fedit che controllava il mondo dei Consorzi Agrari e, di fatto, era l’unico canale distributivo per i concimi prodotti dallo Stato (Anic). L’abrogazione del prezzo Cip e del “compenso grossista” previsto dalla norma, causò non pochi problemi anche al canale dei commercianti che, grazie ai gruppi d’acquisto, riceveva premi e sconti dal produttore privato (Agrimont).
A cascata si avvertì, prima, la necessità di creare un unico grande polo produttivo nazionale (Enimont) per poi realizzare che ormai i colossi mondiali erano una realtà anche nel settore concimi. I volumi importati crescevano di anno in anno e fu quasi inevitabile cedere la produzione alla Norsk Hydro (oggi Yara) mentre altre multinazionali (come la Timac) entravano sul mercato con acquisizioni e idee innovative anche nel modo di rapportarsi al sistema distributivo. Il mondo agricolo era cambiato e, con esso, anche la catena distributiva dei mezzi tecnici, fertilizzanti compresi, sentiva la necessità di rinnovarsi e modernizzarsi.
Difficoltà di programmazione
Il libero mercato ha però amplificato uno dei problemi che Cip e pagamenti dilazionati avevano cercato di risolvere: le differenti necessità logistiche tra gli anelli a monte della filiera e gli utilizzatori finali.
Nella maggior parte dei casi gli agricoltori italiani tendono a comperare i concimi solo…
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