I volumi di fertilizzanti importati nei primi sei mesi dell’anno si sono mantenuti attorno ai 2,3-2,5 milioni di tonnellate ed anche l’annata agraria 2014/2015 conferma la sostanziale tenuta complessiva (-3,4%). Fanno eccezione solo i composti che, nonostante alcuni aggiustamenti, di cui diremo successivamente, hanno comunque fatto registrare un aumento di oltre il 5%; azotati, fosfatici e potassici sono invece tutti col segno negativo. In particolare sono da segnalare la flessione di quasi l’8% dell’urea, il dimezzamento del perfosfato semplice e il calo del 17% di Map/Dap (la famiglia dei fosfati di ammonio); bene i nitrati e in tenuta il solfato di potassio. Spostandoci all’analisi triennale per tipologia (vedi tabella) si nota la tendenza al ribasso delle importazioni di solfato ammonico e urea mentre i nitrati (a basso ed elevato titolo d’azoto e il nitrato di calcio) sono sostanzialmente stabili. In deciso calo i fosfatici che, confermano un generale trend discendente.
Dati da prendere con le pinze
Stiamo parlando dei dati Istat del Commercio estero che vengono diffusi con un ritardo di circa tre mesi di conseguenza, nei giorni scorsi, sono stati diffusi quelli relativi alle importazioni di fertilizzanti nel primo semestre. I numeri relativi all’annata agraria sono stati calcolati sulla scorta del dato relativo al secondo semestre 2014. Quando si tratta di dati raccolti dall’Istat è sempre opportuno ricordare che vi possono essere errori, aggiustamenti semestrali, confusione tra tipologie di prodotti, ecc. Ne consegue che man mano che si entra in dettaglio, è possibile commettere valutazioni sbagliate. Ad esempio nel corso del secondo semestre ci dev’essere stata una correzione sui dati degli NPK che avrebbe falsato in maniera decisa i numeri dell’annata agraria. …
L’articolo intero è pubblicato su Agrigiornale del Commercio e Garden Center n. 11-12/2015