Difficile spiegare cosa c'è a Expo 2015 dell’agricoltura italiana. Sarebbe forse più facile spiegare invece cosa, viste le numerosissime iniziative messe in campo nel nome della kermesse universale, non ci sarà.
Il business che si potrebbe generare è enorme, come lo sono i numeri di quello che vuole essere il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione.
Sono infatti attesi più di 20 milioni di persone nell’arco di 6 mesi, dal primo maggio al 31 ottobre 2015, che varcheranno i cancelli di un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri. Un evento internazionale che coinvolge più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali.
Sicuramente nei padiglioni della fiera dovrà entrare solo il meglio che ogni Paese è in grado di mostrare, in linea con il filo conduttore «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
Non è un caso anche che tutte le iniziative agricole e agroalimentari lanciate negli ultimi due anni siano ideate, organizzate e realizzate pensando a Expo. Un pensiero ricorrente e onnipresente, un tormentone che si spera possa lasciare davvero qualcosa di utile e di valore, non solo in senso letterale, a cominciare dalle tante cattedrali nel deserto, in termini di strutture e padiglioni, quando calerà il sipario e si spegneranno le luci.
La mission vera dell’Expo, quella che sottende al leit motiv del titolo, è una e viene condivisa in tutto il mondo: aumentare la produzione agricola usando meno risorse naturali per far fronte all’aumento della popolazione umana. Qui è racchiusa, semplicemente, tutta la “sostanza” dell’Expo.
In attesa di visitare l'Expo godiamoci un tour virtuale. Ecco il link: http://virtual.expo2015.org/?language=IT
