Albero di Natale, meglio vero o finto?

albero di natale
Abeti veri pronti per la vendita in un garden center.
Pro e contro della scelta dell’albero di Natale da parte dei clienti: come dirimere i loro dubbi nel punto vendita

Un albero vero, con gli aghi, oppure uno finto, in plastica? Questo è il dilemma che ormai attanaglia molte famiglie italiane in vista del Natale, dato che l’88% fa l’albero per le Feste. Perché, a partire dalla metà degli anni ’90, il classico albero di Natale vero, fatto con l’abete, viene accusato di deforestazione e di spreco, essendo per lo più usa e getta. Sale in auge l’imitazione in plastica, longevo perché indistruttibile, ma proprio la sua eternità, e la sua anima di plastica, oggi l’hanno demonizzato, in quanto del tutto antiecologico. E allora, dato per scontato che un punto vendita di giardinaggio li commercializza entrambi, che cosa consigliare al cliente indeciso?

L’albero di Natale vero

I rivenditori autorizzati di alberi di Natale si rivolgono a dealer o a vivaisti seri: questo è il primo punto per vendere alberi di Natale vivi. Le piante devono provenire da vivai regolarmente autorizzati (regolamentati dalle L. 987/31 e L. 55/95): le maggiori concentrazioni in Italia sono in Piemonte, Veneto e nel Casentino in Toscana, con un totale italiano di circa 1000 aziende e 10mila addetti di filiera.

Per i rivenditori, il consiglio è di preferire la fornitura made in Italy – e quanto più possibile a km 0, magari anche da coltivazione biologica –, rispetto a piante provenienti da vivai del Nord Europa (Danimarca, Germania, Finlandia, Ungheria), non foss’altro per diminuire l’impatto ambientale di un viaggio di migliaia di chilometri… Ancora meglio se il vostro fornitore dispone di un marchio di certificazione ambientale, come il Forest Stewardship Council o il Pan European Forest Certification. Tutti questi plus citati meritano di essere pubblicizzati con cartellonistica o depliant nel punto vendita!

Gli alberi di Natale vengono coltivati in terreni appositamente dedicati all'attività vivaistica, da normali aziende agricole: non vengono presi dai boschi, ma normalmente coltivati come una qualsiasi pianta da vivaio ornamentale o da fiore e costituiscono una coltivazione rispettosa dell'ambiente in quanto contribuiscono con il loro verde a dare vita a zone altrimenti brulle e desolate soggette al degrado.

Al momento della commercializzazione, gli alberi di 6-10 anni vengono prelevati in genere con la zolla: è sconsigliabile approvvigionarsi di piante a radice nuda o tagliate, anche perché più facilmente possono avere una provenienza dubbia in fatto di legalità.

Al termine del loro utilizzo come albero di Natale, queste piante, se sono state ben tenute e quindi poco danneggiate, possono essere mantenute in vaso (grande) da un anno all’altro, oppure piantate in giardino (grande). In alternativa, possono essere restituite al punto vendita dove alcuni Comuni provvedono al ritiro per la piantagione, oppure allo smaltimento come residuo organico da avviare al compostaggio. In nessun caso si trasformano in rifiuto imperituro…

L’albero di Natale finto

Abbiamo appena assodato che nessun albero vero di Natale viene da un bosco (salvo rari esuberi controllati dal Corpo Forestale).

Gli alberi di Natale artificiali sono quasi tutti prodotti in Estremo Oriente e dunque trasportati per lunghe distanze prima di arrivare nel negozio e poi a casa. Inoltre gli abeti finti sono generalmente fatti in plastica come PVC o polietilene o altri derivati del petrolio, anche se sul mercato se ne trovano anche in fibra, addirittura di alluminio. Le analisi finora svolte dicono che gli alberi veri hanno una impronta ecologica più bassa rispetto a quelli artificiali: in termini di emissioni di CO2, un albero artificiale di 2 m ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 kg di emissioni, più del doppio di un albero reale che finisce la sua vita in discarica e più di 10 volte quello di un abete che viene riutilizzato per produrre energia o compost.

L’acquisto di un albero di plastica ha un senso se l’oggetto verrà tenuto per almeno un decennio (meglio due): eticamente, non può essere un usa e getta! Se il cliente dovesse manifestare l’idea di tenerlo per un solo Natale, potete suggerirgli di non gettare nell’immondizia l’albero artificiale, bensì di donarlo a una parrocchia o portarlo a un mercatino dell’usato. Il suggerimento può anche essere esteso a tutta la clientela, attraverso cartelloni o depliant, o consigli scritti a mano su una lavagna.

Nel momento in cui invece dovesse ammalorarsi, e ai clienti comunque intenzionati ad acquistare un albero vero o finto, consigliate sempre un abete vero, anch’esso da mantenere da un anno all’altro, in vaso o in giardino, oppure da smaltire nel cassonetto dell’organico se di piccole dimensioni, o da conferire ai Crm (Centri recupero materiali), oppure da riportare al punto vendita se avete attivato il servizio di ritiro per il successivo compostaggio.

Albero di Natale, meglio vero o finto? - Ultima modifica: 2021-12-06T09:30:13+01:00 da Barbara Gamberini

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