Innanzitutto una precisazione: qui si tratterà dei Vespoidei, cioè vespe e calabroni, che non hanno nulla a che vedere con gli Apoidei, cioè api domestiche, api solitarie, api legnaiole, bombi ecc. Questi ultimi pungono solo se minacciati: non hanno interesse a farlo perché il loro pungiglione rimane infisso nella pelle dopo la puntura, dilaniando l’addome dell’insetto che cerca di andarsene e muore subito dopo.
Difficilmente si viene punti da api e bombi, che sono dediti al nutrimento di fiore in fiore, e altrettanto difficilmente – a meno di non essere a rischio di shock anafilattico – le loro punture mettono in pericolo la vita dell’uomo o animale colpito.
Inoltre svolgono l’importantissima funzione di impollinatori (celeberrima la frase di Albert Einstein: “Quando le api scompariranno, all’uomo resteranno solo 4 anni di vita”), permettendo di mantenere la biodiversità del Pianeta e di ottenere i frutti, nonché di ricavare miele e altri prodotti dalle api domestiche. Quindi api, bombi & co. vanno il più possibile preservati per il loro insostituibile ruolo di pronubi.
Questo non sta a significare che invece i Vespoidei possano essere sterminati, anche perché è impossibile. I Vespoidei non hanno remore a pungere, visto che il pungiglione rimane attaccato al loro corpo permettendo più punture in sequenza.
Ma non bisogna generalizzare: non tutte le vespe sono aggressive e temibili.
Piuttosto, data la pericolosità di alcuni rappresentanti della famiglia, è raccomandabile l’eliminazione dei nidi presenti nei giardini e nelle abitazioni, soprattutto se appartenenti alle specie più pericolose.
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L’articolo completo è pubblicato su AgriCommercio & Garden Center n. 5/2016
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