La difficile situazione economico-commerciale indotta dall’emergenza coronavirus con le misure di contrasto che stanno limitando la fluidità del movimento merci tra i paesi, rischia di portare conseguenze estremamente negative per la filiera agroalimentare italiana, in gran parte dipendente dalle importazioni di materia prima, diventando necessarie misure di contrasto che stimolino la produzione primaria nazionale.
L’Italia è un grande importatore di granaglie, essendo il quinto produttore europeo di mangimi ed avendo un’industria di trasformazione per uso umano fortemente esportatrice, a fronte di una limitata capacità di produrre la materia prima a causa della ridotta Sau o della presenza di vaste aree a bassa produttività. Negli ultimi anni hanno fortemente inciso sulle difficoltà di produzione, la riduzione degli aiuti comunitari e l’elevata concorrenza a livello globale che ha comportato quotazioni poco remunerative, oltre alla diffusione di avversità (ad esempio le micotossine del mais) probabilmente favorite dai cambiamenti climatici.
Secondo i dati forniti dall’Istat, per la campagna di commercializzazione 2018/19 le quantità importate, le quantità disponibili date da produzione nazionale+importazioni e la percentuale delle importazioni sul totale hanno riguardato rispettivamente:
- frumento duro:
- quantità importate 1.729.670 ton,
- produzione nazionale+importazioni 5.874.217 ton
- % importazioni sul totale 29%
- frumento:
- quantità importate 5.874.217 ton,
- produzione nazionale+importazioni 8.634.290 ton
- % importazioni sul totale 66,6%
- frumento mais:
- quantità importate 6.027.597 ton,
- produzione nazionale+importazioni 12.206.632 ton
- % importazioni sul totale 49%+
Dati Istat 18 ottobre 2019
Frumento duro Prod. 2018 |
Frumento duro Prod. 2019 |
differenza produzione | Frumento tenero Prod. 2018 |
Frumento tenero Prod. 2019 |
differenza produzione | |
Stock iniziale | 1.000.000 | 1.000.000 | 650.000 | 650.000 | ||
Produzione | 4.144.547 | 3.964.608 | -4,34 | 2.788.397 | 2.701.177 | -3,13 |
Totale | 5.144.547 | 4.964.608 | 3.438.397 | 3.351.177 | ||
Importazioni | ||||||
- da Ue | 771.145 | 861.050 | 4.648.837 | 4.374.496 | ||
- da Paesi terzi | 958.525 | 1.134.473 | 1.197.056 | 1.022.509 | ||
Totale | 1.729.670 | 1.995.523 | 5.845.893 | 5.397.005 | ||
(i valori sono espressi in tonnellate) |
Dati Istat dicembre 2019
Bilancio Mais consuntivo campagna di commercializzazione 2018-2019 |
Bilancio Mais preventivo campagna di commercializzazione 2019-2020 |
||
Stock iniziale | 900.000 | Stock iniziale | 900.000 |
Produzione raccolta 2018 | 6.179.035 | Produzione raccolta 2019 | 6.335.103 |
Totale | 7.079.035 | Totale | 7.235.103 |
Importazioni | Importazioni | ||
- da Ue | 3.822.736 | - da Ue | 2.731.253 |
- da Paesi terzi | 2.204.861 | - da Paesi terzi | 2.149.267 |
Totale | 6.027.597 | Totale | 4.880.520 |
(i valori sono espressi in tonnellate) |
Per quanto riguarda le previsioni Istat per l’anno di commercializzazione 2019/20 con valutazioni rilasciate ad ottobre 2019 per i frumenti e a dicembre 2019 per il mais:
- Frumento duro
- quantità importate 1.995.523 ton,
- produzione nazionale+importazioni 5.960.131 ton
- % importazioni sul totale 33,5%
- Frumento tenero
- quantità importate 5.397.005 ton,
- produzione nazionale+importazioni 8.098.182 ton
- % importazioni sul totale 66,6%
- Mais
- quantità importate 4.880.520 ton,
- produzione nazionale+importazioni 11.215.623 ton
- % importazioni sul totale 43,5%
In tale situazione vengono segnalate diverse criticità alle frontiere che pur non bloccandole, limitano la fluidità dei movimenti di merci in particolare:
- Le aziende di trasporto segnalano la diminuzione del personale disponibile e la difficoltà a trovare sostituti con le competenze necessarie,
- Il personale viaggiante nei trasporti internazionali è soggetto a misure di quarantena e pertanto vi è difficoltà a reperire autisti
- I punti di frontiera anche all’interno dell’UE sono diventati dei colli di bottiglia con lunghe code
- Chiusura o limitazione all’interno dei paesi europei delle infrastrutture di servizio lungo le arterie di comunicazione
- Il rifiuto, come ad esempio in Francia, del personale viaggiante di operare per il timore del contagio
- Lungaggini nel controllo dei documenti sanitari
Sono segnalate grosse difficoltà sui confini di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Austria, Romania, Bosnia Croazia. Nell’Europa Occidentale sono segnalati ritardi medi ai confini di circa 4 ore, nell’Europa dell’Est di 24 ore. Questi ritardi comportano anche ulteriori costi perché le compagnie di trasporto richiedono una compensazione ai clienti.
Sui porti la situazione di difficoltà
è analoga a quella del trasporto su strada
Le conseguenze degli attuali limiti ai flussi commerciali saranno destinati a protrarsi anche nei prossimi mesi autunnali ed invernali, prima che si possa tornare ad una situazione di normalità. Diventa pertanto di prioritaria importanza incentivare le produzioni nazionali del comparto agroalimentare attraverso aiuti diretti alle aziende agricole per stimolare le semine anche nei terreni che in questi anni sono stati messi a riposo in applicazione delle misure agroambientali o abbandonati.