«Vogliamo ampliare la gamma dei nostri prodotti per rispondere con sempre maggiore efficacia a tutte le problematiche dell’agricoltore, così come del consumatore finale. Ricordiamo infatti, tanto per fare un esempio, che per le verdure di IV gamma è richiesta sapidità, conservabilità ma anche assenza di residui. Puntiamo su materie prime più green che siano in grado di influire positivamente su questi aspetti». È questa la filosofia di Biolchim, come ci spiega il direttore commerciale Antonio Di Nardo.
«È nostra intenzione continuare ad ascoltare il mercato con attenzione. Noi, per far questo, disponiamo di 50 persone di cui 35 commerciali e 15 tecnici in grado di fornire supporto anche sulla base di specifiche prove e sperimentazioni. Riusciamo così a realizzare prodotti che, andando al di là dell’aspetto nutrizionale, sono in grado di risolvere problemi, ma senza mai dimenticare l’impatto ambientale. Siamo infatti per un’agricoltura di precisione che non preveda sprechi di fertilizzanti che vadano a riversarsi nelle falde. Riteniamo infatti che si possano avere ottimi risultati anche adottando più ridotte dosi di fertilizzante».
Che tipo di prodotti commercializzate?
«Biolchim dispone di un portafoglio completo di specialità nutrizionali che stiamo arricchendo con i biostimolanti. In questo momento ci stiamo spostando da materie prime di origine animale e quelle di origine vegetale. Questo anche in relazione a richieste specifiche che ci arrivano da alcuni paesi come l’Egitto. Sono anche sempre più pressanti le richieste di prodotti che non contengono contaminanti (perclorati, aminoalcoli, …) e la nostra produzione è in linea con questi desiderata. Oggi, infatti, più che le normative, sono stringenti le richieste di mercato alle quale ci si deve adeguare per non esserne estromessi. La nostra dimensione aziendale ci consente di fare notevoli investimenti in sperimentazioni e analisi a garanzia di un prodotto di grande qualità. Disponiamo infatti di un ufficio “regulatory” che ci permette di mantenere costantemente sotto controllo tutti i prodotti».
«Stiamo lavorando da tempo sui biostimolanti, formulati che rappresentano la risposta vincente di Biolchim alle continue richieste del mercato nell’individuazione di soluzioni innovative nell’ambito di un’agricoltura sostenibile. Si tratta di prodotti ottenuti dall’utilizzo di materie prime a base di substrati di origine vegetale, tecnicamente avanzate e provenienti da un’estesa verifica in campo in diversi contesti in tutto il mondo. I biostimolanti sono in grado di indurre la coltura ad aumentare la produttività e, allo stesso tempo, di elevare le caratteristiche qualitative del raccolto.
Biolchim fa anche parte di Ebic (il Consorzio europeo dell’industria dei biostimolanti) con lo scopo di collaborare, con partner nazionali e esteri, al fine di uniformare la normativa del settore a livello europeo per aprirne le porte a un’ampia diffusione di questi prodotti e promuoverne il riconoscimento normativo».
Il volto nuovo della nutrizione
Come si sta evolvendo la nutrizione delle piante?
«Fino ad oggi – ci spiega Vanina Ziosi, responsabile dell’ufficio Ricerca e Sviluppo di Biolchim - per la nutrizione delle piante venivano utilizzati essenzialmente componenti minerali. Le cose però stanno rapidamente cambiando. Per stare al passo con i tempi, e addirittura precorrerli, abbiamo messo in piedi il progetto Win (Worldwide innovation network). Si tratta di una rete internazionale di collaborazioni finalizzata a creare innovazione. Attraverso Win Biolchim coopera con i partner in tutte le fasi di sviluppo dei prodotti, dall’ideazione alla commercializzazione, con due specifiche finalità: facilitare il trasferimento tecnologico e ridurre i tempi di sviluppo e commercializzazione dei prodotti. In questo modo in due anni abbiamo selezionato 60 diverse materie prime. Si tratta di estratti vegetali con funzioni prevalentemente nutrizionali, selezionati tramite processi diversi tra cui anche l’idrolisi enzimatica.
Abbiamo in casa tecnologia, know-how e controllo che ci forniscono un notevole vantaggio competitivo. Ad esempio siamo i primi in Italia a effettuare l’estrazione di acidi fulvici. Ogni nostro prodotto rappresenta la sintesi di più elementi. Si tratta infatti di multicomponenti che combinano varie funzioni che, sinergicamente, sono in grado di risolvere uno o più problemi delle piante».
Ci può dire alcuni prodotti su cui puntate in particolare?
«Due prodotti molto interessanti sono sicuramente Folcist e Fylloton. Il primo è un biopromotore della fioritura e dell’allegagione che migliora l’uniformità di fioritura e favorisce l’allegagione e la germinazione dei semi. Fylloton è un biopromotore della crescita vegetativa a base di aminoacidi vegetali e alghe. Questo prodotto migliora la ripresa della pianta dagli stress abiotici ed evita gli arresti di crescita dovuti all’applicazione di agrofarmaci. BluPrins, invece, favorisce l’interruzione della dormienza. L’idrogeno-cianammide (Dormex) è stata vietata ma il nostro prodotto fornice lo stesso risultato senza nessun impatto ambientale.
Kriss, a sua volta, favorisce l’ingrossamento dei frutti. Il grande vantaggio dei nostri prodotti – ci tiene a precisare Di Nardo - è di contribuire a ridurre drasticamente le quantità di elementi fertilizzanti tradizionali. I biostimolanti infatti aiutano la piante a metabolizzare al meglio i concimi senza dover abbondare nelle dosi».
La crescita e l’innovazione
Ci può dire sulle strategie di crescita di Biolchim e sui progetti per il futuro?
«Le strategie di crescita ci proiettano in particolare verso l’estero – spiega Di Nardo -. Dopo l’acquisizione di Cifo nell’agosto 2014, che ci ha introdotti nel settore del giardinaggio, in gennaio siamo entrati nel capitale della canadese West Coast Bio Processing, che produce estratti di alghe Macrocystis Integrifolia. Questo ci permette di realizzare prodotti facendo ricorso sempre più a nostre materie prime.
Abbiamo oggi filiali in diversi Paesi (Brasile, Germania, Polonia, Ungheria, Nuova Zelanda e Cina) Abbiamo un sito produttivo in Canada e presto in Cina e Brasile. Oggi siamo fra le prime 10 società al mondo del comparto fertilizzanti.
L’acquisizione di Cifo è stata possibile grazie all’investimento della società di private equity Wise Sgr che controlla Biolchim, ma dobbiamo anche ricordare che le banche in questo momento credono nelle ditte che hanno idee e capacità, mettendosi a disposizione per finanziare nuovi investimenti.
Naturalmente la dimensione di un’azienda è importante per poter continuare a fare investimenti. Il nostro fatturato attuale è di circa 80 milioni ì (compresa Cifo) contro i 39,9 del 2013. E il mercato sta continuando a darci ragione tanto che nei primi tre mesi del 2015 il fatturato ha addirittura superato il budget che avevamo previsto».
Quali novità nel vostro futuro?
«Stiamo lavorando per entrare nel settore dei microrganismi. Da qualche tempo stiamo facendo sperimentazione relativamente a questo nuovo mercato dove entreremo nel momento opportuno, e comunque a breve. Siamo comunque praticamente già pronti. Anche questo, ci tengo a precisarlo, in un’ottica green, di rispetto ambientale».