I timori che gli operatori hanno manifestato fin dalla prima presentazione della proposta di regolamento sull’uso sostenibile del 26 giugno 2022, iniziano a trovare spazio in forma strutturata anche all’interno del Parlamento europeo e i tempi per l’approvazione della norma si allungano
La proposta di regolamento sull’uso sostenibile prevede, entro il 2030, la riduzione del 50% - rispetto alla media degli anni 2015, 2016, 2017 - dell’uso e del rischio dei fitosanitari chimici e di quelli più pericolosi.
Successivamente la parlamentare europea Sarah Wiener, del gruppo dei Verdi, relatrice per il regolamento sull’uso sostenibile della Commissione ambiente, aveva presentato un emendamento portando l’obiettivo generale di riduzione dei prodotti maggiormente pericolosi dal 50% all’80%. Una modifica che noi ritenevamo pregiudiziale non tenendo in considerazione nessun aspetto dei sistemi produttivi e delle disponibilità di mezzi di difesa alternativi o dei tempi per metterli a punto.
L’elemento di maggior impatto che si evidenzia nella proposta di regolamento è sicuramente la riduzione dei mezzi chimici secondo soglie del tutto arbitrarie. Ma non sono i soli elementi controversi, perché la proposta presenta altri vincoli soprattutto per le aree sensibili e per gli utilizzatori che vengono assoggettati all’adozione di pratiche di lotta integrata preconfezionate che mal si adattano all’applicazione in un ambiente aperto quale quello agricolo e a registrazioni burocratiche di dubbia utilità.
Compag si è sempre dimostrata critica rispetto alla proposta di regolamento, assumendo anche iniziative in ambito politico per modificarla, confidando in un possibile ritardo dell’intero processo di discussione che prevede il così detto trilogo tra Commissione Europea, Consiglio degli Stati membri e Parlamento, mentre la Commissione Europea prevedeva di approvare e pubblicare il regolamento entro la primavera del 2024.
Il programma di approvazione
I recenti avvenimenti stanno causando intoppi nel processo di adozione del regolamento, dando spazio all’idea che i tempi di approvazione vadano oltre a quelli attesi dalla Commissione Ue. Infatti, in seguito alla discussione iniziata nell’ambito del Parlamento Eu dopo la proposta della relatrice Wiener, espressione della Commissione ambiente del Parlamento, si sono sollevate diverse voci critiche che hanno messo in luce le contraddizioni e lo scarso approfondimento delle questioni tecniche da parte della Commissione ambiente, conseguenza della messa in pratica degli slogan filoambientalisti.
In particolare, all’interno della Commissione ambiente del Parlamento, Renew Europe (gruppo al quale aderisce Italia Viva) ha sottolineato la mancanza di alternative ai prodotti fitosanitari, osservando che le revoche di questi ultimi debbano avvenire solo dopo una valutazione delle alternative disponibili e dell’impatto sull’attività agricola che questo comporta, non solo sotto il profilo ambientale ma anche economico e sociale. Ma le maggiori critiche sono state portate dal documento di lavoro presentato ufficialmente dalla rappresentante della Commissione agricoltura e dello sviluppo rurale, Clara Aguilera, dove è stato evidenziato come la legislazione degli ultimi decenni nell’Ue sia stata indirizzata al rispetto dell’ambiente, rendendo il nostro continente fin da ora l’area del mondo più virtuosa e sicura. In tali circostanze il rischio di ulteriori spinte in direzione anti-produttiva senza un’approfondita valutazione dell’impatto agronomico potrebbe avere conseguenze disastrose sulla sicurezza alimentare da un punto di vista quanti-qualitativo. Inoltre, non è trascurabile la possibilità dell’abbandono della produzione nelle aree rurali, con conseguenze economico-sociali insostenibili.
La mancata soluzione delle questioni evidenziate, secondo il documento della Comagri, rende la proposta di regolamento del tutto inapplicabile. L’analisi della Comagri non si limita a considerare solo le conseguenze della mancanza di alternative per la difesa, ma approfondisce anche le misure riguardanti le aree sensibili dove sarebbe totalmente vietato l’uso dei fitosanitari. Mancando una corretta definizione di aree sensibili vi sarebbe una vera e propria decurtazione dell’attività agricola, con perdite che in Spagna sarebbero mediamente del 40% con punte dell’80% nelle aree frutticole e agrumicole, mentre nei Paesi Bassi addirittura del 100%. Ma anche in Pianura Padana la perdita dell’attività agricola sarebbe molto superiore al 50%.
Una riduzione impattante
Fin dall’inizio avevamo osservato come i calcoli proposti per individuare la riduzione di impiego dei fitosanitari nei singoli Stati, che per l’Italia arriverebbe a -62%, erano particolarmente impattanti per le coltivazioni intensive di cui l’Italia è leader. Questo concetto è riconosciuto e riportato nel documento della Comagri dove è scritto che “…il metodo di calcolo dell’art. 5 (della proposta di regolamento) non tiene in considerazione le differenze di esposizione delle diverse colture alle avversità, in funzione delle regioni di coltivazione. È ben risaputa la grande differenza che vi è tra le regioni mediterranee e quelle continentali dell’Unione…”. Inoltre la proposta della Commissione non considera gli sforzi fatti dagli Stati membri prima del 2015-2017.
Ma le osservazioni critiche non terminano qui, estendendosi alla lotta integrata (Ipm); nei paragrafi in cui la proposta di regolamento prevede che gli Stati membri predispongano delle linee guida obbligatorie, con valore legale, come se la difesa integrata non dovesse essere soggetta ai continui aggiornamenti necessari per rispondere alle diverse situazioni che possono presentare peculiarità anche a livello di singola azienda. In tal modo si renderebbe inefficace proprio il principio di base della lotta integrata.
Da non trascurare il fatto che di fronte alle incertezze produttive che dovrebbero sostenere le aziende agricole, gli Stati membri non hanno la possibilità di adottare interventi di mitigazione economica attraverso la Pac che è già impegnata per il raggiungimento degli obiettivi dei Piani Strategici.
Quale futuro ci aspetta?
Gli emendamenti della Comagri sono programmati per il mese di maggio 2023 con la votazione sul documento finale entro luglio, per arrivare alla votazione del Parlamento in plenaria dopo l’estate. Ma la stessa Comagri sembra intenzionata a rinviare la presentazione degli emendamenti dopo l’uscita della valutazione di impatto che il Consiglio degli Stati membri e il Parlamento Ue hanno chiesto alla Commissione Ue. Si andrebbe pertanto dopo il 28 giugno. Ma le voci che circolano negli ambienti comunitari riportano che molto difficilmente la Commissione sarà in grado di elaborare la valutazione di impatto, almeno nei tempi previsti, dando quindi motivo di ulteriori ritardi del processo di adozione. Si apre la prospettiva che sarà la prossima legislatura e il prossimo Parlamento europeo a portare a termine il regolamento sull’uso sostenibile.
Leggi l’articolo su Agricommercio e Garden Retail n. 3 - maggio 2023
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