Compag, “il cambiamento va gestito assieme”

“I nostri associati – ha detto il presidente Fabio Manara - rappresentano un punto di riferimento per le innovazioni e le trasformazioni in agricoltura”. “Serve un approccio scientifico ed estremamente dogmatico”. A Bologna il convegno della Federazione delle rivendite agrarie

Mutamenti climatici, dinamiche politiche internazionali e progresso tecnologico richiedono oggi un cambio di passo in tutti i comparti, filiera agroalimentare compresa. Ed è proprio dalla necessità di fornire  risposte concrete a questa esigenza che Compag, nell’organizzare il consueto convegno nazionale di fine anno, ha dato all’incontro un format tutto nuovo, mettendo in campo argomentazioni trasversali ed esperti di vari settori per analizzare le prospettive del nostro futuro. Un futuro che è già oggi.

Gli esperti intervenuti si sono dunque soffermati sull’importanza del cambiamento, fonte di grande destabilizzazione ma al contempo chiave della necessaria evoluzione del settore.

Fabio Manara

“Gli associati Compag – ha detto Fabio Manara, presidente della federazione nazionale delle rivendite agrarie, introducendo l’incontro – rappresentano un punto di riferimento per le innovazioni e i cambiamenti in agricoltura. Questo avviene grazie al rapporto commerciale e di fiducia (vedi articolo) tra il rivenditore e l’agricoltore e, soprattutto, per l’assistenza tecnica che le rivendite forniscono alla produzione agricola. L’utilizzo della chimica, che ha cambiato profondamente l’agricoltura e ha consentito di sfamare milioni di persone, è stata un’innovazione importantissima veicolata dalle rivendite. Oggi ci stiamo preparando ad affrontare cambiamenti spinti dai mutamenti climatici, dall’evoluzione tecnologica e dalle scelte politiche in tema di sostenibilità. In particolare, dobbiamo ricordarci che oggi l’innovazione tecnologica viaggia più velocemente che in passato e che i tempi di reazione devono essere sempre più rapidi. Basti pensare alla velocità con la quale l’intelligenza artificiale viene integrata in numerosi settori produttivi. Le nostre strutture dovranno essere reattive e propositive per consentire alla filiera di compiere la necessaria evoluzione, cercando di tutelare sempre la parte agricola, imprescindibile per tutte le altre fasi economiche e per l’umanità».

Clima fuori controllo

Carlo Caccamani

Carlo Cacciamani (Direttore Agenzia Nazionale per la Meteorologia e Climatologia ItaliaMeteo) è intervenuto al convegno Compag con un allarmante l’analisi sui mutamenti climatici che ha messo in luce l’aumento della temperatura media italiana di 1,1 °C negli ultimi 20 anni rispetto alla media dal 1971 al 2000, una frequenza anomala di eventi estremi come siccità (e con essa la riduzione della portata idrica dei fiumi), precipitazioni che sfociano in alluvioni, e cicloni tropicali sempre più intensi, fino al preoccupante deficit dello stock idrico nivale che fa segnare un -69% sul territorio nazionale.

Questa situazione impone interventi strutturali profondi, una dettagliata strategia di informazione, pianificazione, valutazione del rischio e condivisione di dati. Cacciamani ha evidenziato che la risorsa idrica è in diminuzione e la siccità, soprattutto in alcune Regioni del Paese, porterà a gravi perdite produttive e danni economici.

“La progressiva riduzione dell’acqua nel suolo – ha detto Cacciamani - potrà portare in futuro a un incremento del rischio di desertificazione. Nel lungo periodo si potrà assistere a una riduzione delle produzioni agrarie, della produzione di biomassa dei pascoli e delle foreste, e ad un aumento dell’abbandono delle terre. Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Basilicata, Marche ed Emilia-Romagna sono le zone che presentano una percentuale di territorio superiore alla media per quanto riguarda la sensibilità alla desertificazione. I danni da fenomeni estremi di caldo, di forte vento, di grandine, e quelli da eventi alluvionali saranno probabilmente sempre più rilevanti e richiederanno un sempre maggiore adattamento al nuovo clima, in termini di tecniche agronomiche e coperture assicurative”.

Quadro politico incerto

Questa difficile situazione climatica si sovrappone a un momento difficile dal punto di vists politico ed economico, come ha spiegato Enrica Gentile, amministratore delegato di Areté, società indipendente di analisi economiche e previsioni specializzata nei settori dell’agricoltura, del food e dei mercati connessi.

“Tra il 2020 e il 2023, per l’agire contemporaneo di molti elementi (Covid, post-pandemia, invasione Russa in Ucraina, eventi meteo) – ha detto la Gentile -, la volatilità sui mercati delle commodity è del tutto esplosa. I casi più eclatanti hanno visto oscillazioni anche del 2-300% nello stesso anno (caso degli olii vegetali nel 2022), ma sono diversi i casi in cui le variazioni hanno sfiorato e spesso superato il 100% (frumento duro, tenero, olio d’oliva, burro, zucchero, uova e molti altri). Tra i casi recenti e più eclatanti c’è quello dell’olio d’oliva (pressoché triplicato nell’arco degli ultimi tre anni), l’olio di girasole (che aveva fatto segnare +340% tra il maggio 2020 e il giugno 2023), alcuni cereali (duro, +95% tra maggio 2021 e giugno 2022; tenero, +121% tra luglio 2020 e maggio 2022) e diverse altre commodity che negli ultimi tre anni hanno segnato picchi in rialzo (e successivamente in caduta)”.

L’innovazione ci salverà?

In questo contesto, non possiamo più esimerci dal cambiare e ognuno, dalla propria posizione deve effettuare una transizione. “Chiunque abbia una responsabilità nel mondo produttivo ed economico – ha detto Simona Caselli, presidente di Granlatte, di Areflh  - deve dare una risposta concreta alle attuali necessità. In questo ci viene incontro l’innovazione tecnologica che deve essere applicata con un approccio scientifico”.

Riccardo Vanelli, presidente Agrofarma-Federchinica

Anche secondo Riccardo Vanelli, presidente di Agrofarma-Federchimica l’innovazione, sostenuta dal mondo politico ed economico, deve essere al centro del cambiamento.

“La tecnologia– ha detto Vanelli – ci aiuterà sicuramente a utilizzare al meglio la chimica, all’insegna della sostenibilità, e nuovi approcci scientifici come le tea dovranno poter avere un maggiore sostegno, con un approccio fortemente dogmatico. Nello specifico il nostro settore ha deciso di investire a breve 10 miliardi sulla digitalizzazione e 3 miliardi sulle soluzione biologiche”.

Stefano Cuidicio

Una grossa mano per affrontare al meglio il cambiamento ci verrà sicuramente dall’intelligenza artificiale che si configura, come ha ricordato Stefano Cudicio (presidente di Stesi Srl, docente universitario ed esperto di Business Information System e di Intelligenza Artificiale), come la quarta rivoluzione industriale (dopo quella del vapore, dell’elettricità e di computer e automazione).

Sull’uso dell’intelligenza artificiale però bisogna fare molta attenzione: “Il suo processo introduttivo è rapido e molto invasivo e - ha detto Cudicio – e sul suo futuro non si riescono a fare previsioni”.

 

Approccio trasversale

“Quest’anno – ha detto Manara concludendo i lavori – abbiamo voluto dare un approccio trasversale al nostro incontro annuale, realizzando un congresso un po’ fuori dagli schemi. Tutti i comparti, compreso il nostro, sono coinvolti dalla trasformazione in atto e devono remare assieme nella stessa direzione per cavalcare il cambiamento. I commercianti, rappresentati da Compag, si configurano come l’anello di congiunzione fra l’industria e l’agricoltore. E Compag intende oggi coalizzare la filiere evitando divisioni o fratture che indebolirebbero il lavoro di tutti nel sostenere il cambiamento in atto”.

 

Per approfondimenti

Cambiamento Climatico Relazione Cacciamani

Intelligenza artificiale  Relazione Cuidicio

Compag, “il cambiamento va gestito assieme” - Ultima modifica: 2023-12-02T18:04:15+01:00 da Alessandro Maresca

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome