Sono 110, secondo l’icqrf, gli operatori del settore fertilizzanti che nel 2016 hanno commesso irregolarità. Si tratta dell’11,9% del totale e le loro “infrazioni” riguardano soprattutto la composizione non adeguata alle norme e irregolarità analitiche.
Gli addetti ai lavori sanno che si tratta, quasi sempre, di irregolarità imputabili esclusivamente al fabbricante e non certo al distributore ma l’ambiguità della terminologia lascia spazio a fraintendimenti quando, a leggere il rapporto dell’Icqrf, non è un esperto del settore. La pubblicazione dell’attività 2016 dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf; link: https://goo.gl/khgA9h) è stata quindi l’occasione per fare il punto sulla qualità complessiva dei concimi e sui pericoli a cui vanno incontro i distributori di mezzi tecnici.
Uno dei termini più controversi che si usa nel report e che si ritrova nelle tabelle allegate è quello di “operatore”, che non assume lo stesso significato per tutti i settori controllati dall’Icqrf; mentre è chiaro che, in alcuni comparti, il termine operatore coincide con il soggetto da verificare, quando si tratta di mezzi tecnici l’eventuale sanzione è quasi sempre in capo al produttore del mezzo tecnico stesso. Ciò significa che, per i fertilizzanti, gli operatori irregolari non sono i distributori visitati ma le aziende che hanno venduto loro i fertilizzanti.
Nel caso specifico si tratta dei “fabbricanti” (ormai il registro italiano ha superato le 2000 aziende iscritte con circa 1500 attive) mentre l’operatore è il punto vendita (commerciante all’ingrosso, cooperativa, consorzio agrario, grande distribuzione, ecc.) presso cui viene effettuato il controllo con eventuale collegato prelievo di fertilizzante da inviare ad analisi, non sono comunque rari i casi in cui il controllo si faccia presso il fabbricante.
La norma (art. 12, c.3 del dlgs 75/2010), infatti, è molto chiara: Le sanzioni amministrative non si applicano al commerciante che vende fertilizzanti in confezioni originali (non alterate), se la non osservanza delle norme riguarda i requisiti intrinseci o la composizione dei prodotti, purché il commerciante non sia a conoscenza dell’avvenuta alterazione o manomissione del fertilizzante.
Nel 2016, sono stati visitati poco più di 950 operatori presso i quali si sono controllati mediamente 1,6 prodotti, il 64% dei quali è stato poi anche analizzato (tab. 1).
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