Il 2014 si è chiuso con prezzi internazionali sostanzialmente bloccati, tranne che per singoli
Per le aziende agricole questo periodo dell’anno è quello in cui tutte le coltivazioni sono in attività vegetativa e praticamente per ciascuna di esse sono necessari interventi fertilizzanti. Focalizziamo la nostra attenzione sulle concimazioni che riguardano la patata, il pomodoro da industria, il mais e le colture frutticole.
Patata
Gli impianti di patata sono già in atto e si devono programmare gli interventi di concimazione per la fase vegetativa della coltura.
La patata è molto esigente in macro e meso-elementi (150-180 unità di azoto e 250-300 unità di potassio come K2O), ma una buona parte delle somministrazioni di fertilizzanti sono già state effettuate in pre-semina e alla rincalzatura.
Sono applicabili alla coltura sia modalità di fertilizzazione tradizionale che in fertirrigazione.
Concimazione tradizionale. Le aziende che concimano prevalentemente mediante lo spandiconcime in genere effettuano due passaggi, uno in presemina e uno in rincalzatura con fertilizzanti granulari ternari. Al germogliamento successivo alla rincalzatura, si pratica una distribuzione di azoto impiegando un fertilizzante a effetto pronto, come nitrato di calcio, per evitare che la disponibilità di azoto si protraggano in avanti nel ciclo della patata, quando non sono più necessarie, anzi diventano sgradite.
Un’attenta valutazione deve essere effettuata riguardo alla tipologia e alla quantità di azoto da distribuire in quanto, se da un lato l’azoto è indubbiamente importante per la coltura, la regolarità dei calibri e il tenore in sostanza secca possono essere influenzati assai negativamente da uno squilibrio nutrizionale causato da questo elemento. Una disponibilità eccessiva di azoto nella fase post-tuberizzazione è fonte di una ripartizione irregolare della pezzatura dei tuberi, troppo spostata sulle dimensioni estreme che, per tuberi di diametro maggiore di 70 mm o inferiore ai 40 mm, comporta una scarsa o nulla accettazione dal punto di vista commerciale.
Altro aspetto sfavorevole derivante dall’azoto in fase tardiva è il ridotto accumulo di sostanza secca, caratteristica negativa soprattutto per le patate da industria.
Concimazione in fertirrigazione. Le aziende che hanno programmato di intervenire con questo metodo innovativo non hanno distribuito tutto il fosforo e potassio alla semina e rincalzatura, ma ne hanno riservato una quota dell’ordine del 30-40% per effettuare numerose applicazioni (da 6 a 9) e di ridotta entità in tutto l’arco vegetativo, in abbinamento con l’azoto, nutriente da frazionare per definizione. Questa quota di nutrienti va detratta dalla concimazione in pre-semina e alla rincalzatura che è bene comunque effettuare, ma in misura ridotta.
La fertirrigazione viene attuata, con gli opportuni accorgimenti, sia con impianti ad aspersione (a rotolone e a sprinkler) che a goccia.
È in particolare con la microirrigazione che si stanno ottenendo interessanti risposte su patata, per cui se ne sta diffondendo l’utilizzo. Può essere attuata mediante linee gocciolanti per ogni fila, collocate sulla sommità del monticello, a fianco della pianta, oppure con mini-sprinkler, in cui i punti irriganti sono a una altezza di 1-1,5 m e le cui linee sono distanti circa 10 metri l’una dall’altra.
Al termine del ciclo della coltura è importante gestire con oculatezza irrigazione e nutrienti per guidare l’arresto vegetativo e favorire l’induzione del disseccamento della parte aerea della patata: la fertirrigazione può esplicare un ruolo attivo in ciò, in particolare impiegando concimi sbilanciati su fosforo e potassio.
La concimazione fogliare può giocare un ruolo molto interessante per la patata, sia che si operi in modo tradizionale che con la fertirrigazione; grazie alla nutrizione fogliare la coltura può superare più agevolmente gli stress termici e idrici che caratterizzano frequentemente il ciclo colturale della patata.
È consigliabile fare affidamento sulla concimazione fogliare soprattutto per la somministrazione dei microelementi, che sono meno disponibili per l’assorbimento per via radicale.
Determinanti per la patata sono:
- lo zinco, specialmente nelle prime fasi di sviluppo;
- il boro, per una buona tuberizzazione e un regolare e costante sviluppo dei tuberi;
- il manganese, per una adeguata attività fotosintetica.
L’articolo completo è pubblicato su Agricommercio e Garden Center n. 5-6/2015