Il tema della sostenibilità è oggetto di un dibattito sempre più rilevante e significativo all’interno dell’Unione Europea. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte a uno scenario in cui esiste una forte spinta, politica e normativa, affinché i prodotti in generale siano sempre più sostenibili; comprenderne il motivo non è difficile, basti pensare che la catena di valore dei prodotti alimentari e delle bevande nell’Ue è all’origine del 17% delle emissioni dirette di gas a effetto serra e del 28% dell’uso di risorse naturali.
Già nel febbraio 2011, un report dello Standing Committee on Agricultural Research della Commissione Europea, indicava il sistema agroalimentare come il settore chiave per raggiungere gli obiettivi comunitari relativi al consumo di risorse, richiamando il concetto di consumo e produzione sostenibili. Successivamente, per fronteggiare tali problematiche, la Commissione Europea nel settembre 2011 ha pubblicato una “Roadmap to a Resource Efficient Europe”, in cui il settore alimentare veniva ancora una volta indicato come una delle aree su cui concentrare i maggiori sforzi per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità a livello europeo, con l’intento di scindere la crescita economica dagli impatti ambientali e dal consumo di risorse.
Salute e sicurezza
All’interno di questo scenario, il mondo della chimica non può certo restare indifferente: da qui la nascita del concetto di Product Stewardship, ovvero la gestione responsabile del prodotto in tutto il suo ciclo di vita, approccio questo, che può realizzarsi soltanto grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti gli attori della filiera, al fine di assicurare il pieno rispetto della sicurezza, della salute e dell’ambiente durante le attività di progettazione, stoccaggio, distribuzione e uso dei prodotti. L’obiettivo è quello di incentivare tali attori a riprogettare i prodotti in ottica di eco-design, ovvero basso contenuto di sostanze tossiche, durabilità e riciclabilità. Da qui quindi la necessità di utilizzare un approccio basato su metodologie scientifiche che valutino i potenziali impatti ambientali dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita, come il Life Cycle Assessment (Lca).
I processi del settore agroalimentare esercitano, infatti, sull’ambiente e sulle risorse naturali un impatto lungo tutte le fasi del loro ciclo di vita, a partire dalla produzione, trasformazione e distribuzione, fino al consumo e allo smaltimento. Lo scopo dell’Lca è quindi quello di valutare il carico ambientale di un prodotto o di un processo, in modo da poter poi prendere le decisioni più opportune, sia dal punto di vista produttivo, che da quello politico.
L’orientamento basato sulla Product Stewardship è fortemente sostenuto da Federchimica e dalle Associazioni che ne fanno parte. In particolare, Assofertilizzanti promuove questo approccio presso tutte le sue 54 imprese associate, garantendo in questo modo la sostenibilità del comparto agrochimico legato alla fertilizzazione. Queste aziende, infatti, producono e commercializzano mezzi tecnici per l’agricoltura necessari per lo sviluppo, il benessere della popolazione e la tutela delle risorse ambientali, ma un loro utilizzo scorretto può anche mettere a rischio ambiente, salute e sicurezza. Per questo motivo è di fondamentale importanza incoraggiare una gestione responsabile ed etica dei fertilizzanti lungo tutto il loro ciclo di vita, dalla fase ideativa fino al momento del consumo e dello smaltimento.
Gestione virtuosa
In un momento in cui il mondo della chimica si trova a doversi confrontare con una particolare sensibilità del mercato e dei consumatori, che anche di fronte a evidenze scientifiche continuano a vedere con sospetto l’utilizzo della chimica in generale e in agricoltura in particolare, è ancora più evidente come si faccia sempre più pressante la necessità che il settore si impegni nella direzione della sostenibilità e che le aziende del comparto comprendano come un prodotto sia davvero sostenibile soltanto se il suo impatto ambientale viene correttamente e scientificamente valutato lungo l’intero ciclo di vita.
Tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita del prodotto sono dunque chiamati ad assumersi le proprie responsabilità per una sua virtuosa gestione: in particolare, il compito di Assofertilizzanti consiste nel sensibilizzare le imprese associate nell’ambito della Product Stewardship. Un modo, questo, per trasmettere anche agli occhi degli organismi pubblici la corretta immagine che il comparto merita.
Per arrivare a questo risultato è però chiaramente necessario che il concetto stesso di Product Stewardship diventi parte integrante della cultura delle aziende produttrici e valore cardine del loro operare. È inoltre di fondamentale importanza anche trasmettere i capisaldi della sostenibilità del business attraverso la catena di trasporto del valore, passando dalle aziende produttrici ai rivenditori e infine agli agricoltori. Spesso nel passato l’informazione non è stata sufficientemente chiara, tanto che utilizzatori finali non conoscevano bene i fertilizzanti e non sapevano come utilizzarli al meglio. Oggi, però, grazie anche al lavoro capillare dell’Associazione e delle singole imprese associate, il quadro è positivamente mutato. Tale tipologia di approccio costituisce quindi una garanzia anche in termini di qualità: se un prodotto, infatti, non viene gestito correttamente, la qualità dello stesso può ridursi sensibilmente a danno di tutta la filiera.
Oltre la legge
In generale, l’impegno richiesto alle imprese associate per una gestione responsabile del prodotto va oltre quanto già previsto per legge. Infatti le imprese che si assumono questo impegno, devono responsabilizzarsi su: la corretta classificazione dei prodotti, la verifica della loro compatibilità, l’attenta e cauta manipolazione, l’accertamento che le confezioni contengano il prodotto dichiarato in etichetta e il mantenimento di buoni standard nel magazzino. La fase di stoccaggio in magazzino, in particolare, è un momento molto delicato per assicurare la qualità del prodotto e la sua sostenibilità dal punto di vista ambientale. Sono quindi raccomandate, per la corretta gestione del magazzino, attenzioni quali il mantenimento di un ambiente asciutto e pulito, in cui i fertilizzanti siano coperti in modo da evitare l’esposizione all’umidità e contaminazioni di vario tipo. Inoltre, si raccomanda la raccolta e la gestione delle perdite in modo sicuro, la registrazione dei materiali, un attento controllo al fine di evitare frodi e, naturalmente, il rispetto di tutti i requisiti imposti dalle normative nazionali e comunitarie.
Infine, è bene sottolineare come la promozione della Product Stewardship rientri in realtà in un percorso che Assofertilizzanti ha già intrapreso da tempo, volto ad incrementare costantemente la qualità dei prodotti e a rispondere al meglio alle esigenze dei produttori agricoli, dei consumatori e dell’ambiente. Tale approccio è stato approfondito anche durante l’Assemblea annuale svoltasi il 17 maggio scorso a Gardone Riviera (Bs). In quell’occasione si è, infatti, tenuta una tavola rotonda, incentrata sul contributo delle tecnologie agricole per rispondere alle esigenze della produttività e della sostenibilità alimentare, che ha visto la presenza di esponenti del mondo scientifico ed istituzionale legati al mondo della fertilizzazione.
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