Lo scorso anno le attese per la campagna 2012-13 erano abbastanza ottimistiche, al punto tale che si prevedeva il superamento della soglia complessiva di 180 milioni di tonnellate di elementi nutritivi distribuiti e con un ulteriore incremento, pari al 2,5%, dopo i buoni risultati delle due precedenti annate. Molte aspettative erano riposte in particolare sul potassio, ancora sotto i livelli pre-crisi, per il quale si prevedeva un recupero del 6% e a livello regionale sul mercato dell’Asia Meridionale e in particolare su quello indiano.
Le prime stime sull’andamento effettivo della campagna, riportate nel Report Fertilizer Outlook rilasciato come di consueto in occasione dell’annuale Conferenza Ifa di maggio, presentano invece un andamento alquanto differente (tab. 1).
La domanda complessiva si è rivelata sostanzialmente stagnante con un incremento contenuto in 200mila tonnellate, pari allo 0,1%, tale da portare il consumo totale a 176,3 milioni di tonnellate. L’andamento del mercato è risultato deludente per tutti gli elementi nutritivi: i fertilizzanti azotati, per i quali era prevista una crescita dell’1,4%, hanno subito un lieve calo, 0,2%, mentre i fosfatici hanno fatto segnare una perdita superiore, pari allo 0,7%, a fronte di una previsione di crescita del 2,9%. Soltanto i potassici sono risultati in crescita, ma con una performance molto al di sotto delle aspettative (+2,7%) e ancora insufficiente a recuperare pienamente il livello precedente la crisi dello scorso fine decennio.
La spiegazione principale di questo risultato si trova nell’andamento proprio di quel mercato che suscitava maggiori attese: nell’Asia Meridionale, infatti, si valuta una perdita complessiva intorno al 7% dovuta allo sfavorevole andamento climatico, alla riduzione dei sussidi all’impiego di fertilizzanti fosfatici e potassici in India e alla debolezza della rupia indiana. Anche il vicino mercato australiano e quello nord americano hanno contribuito, sia pure in misura molto più contenuta, al calo della domanda, solo parzialmente compensato dal buon andamento negli altri principali mercati mondiali (Estremo Oriente e America Latina in particolare).
Per la prossima campagna 2013-14 le previsioni sono comunque ancora una volta ottimistiche, ma più prudenti: si prospetta ancora il raggiungimento della soglia dei 180 milioni di tonnellate grazie alla conferma del trend dei potassici e alla ripresa sia degli azotati che dei fosfatici, di fatto però il livello complessivo previsto è inferiore a quello che ci aspettava di raggiungere già nel 2012/13, con un ridimensionamento soprattutto del consumo di fosforo.
Tali aspettative poggiano su valutazioni di diverso tipo: la conferma del trend di espansione nei mercati latino-americani e, soprattutto, dell’Estremo Oriente (Cina in primis), la necessità di recupero in Asia Meridionale, il previsto incremento della coltivazione e della produzione dei maggiori cereali, dopo lo sfavorevole andamento dell’ultima campagna, che interesserà soprattutto l’area dell’Europa Orientale (Russia e Ucraina). Solo nel caso del Nord America si prospetta un calo della domanda per la prossima campagna.
A medio termine
Con tutte le cautele del caso, considerata la molteplicità dei fattori in gioco e tenuto conto di quanto appena esposto, gli esperti Ifa propongono come di consueto anche una previsione a medio termine (2017) di evoluzione della domanda di elementi nutritivi che per un utile confronto con quella dell’offerta viene formulata anche in riferimento agli anni solari (tab. 2).
Per quanto riguarda la domanda per impiego agricolo come fertilizzanti le previsioni sono di moderata crescita, ma tali da portare il consumo complessivo ad avvicinare la soglia dei 200 milioni di tonnellate di elementi nutritivi nel 2017, con un incremento netto pari a 16 milioni di tonnellate.
L’incremento medio annuo previsto è pari all’1,8%, variando tra un massimo del 3% nel caso del potassio e un minimo dell’1,5% in quello dell’azoto, mentre per il fosforo si valuta una potenziale crescita media annua dell’1,8%.
La domanda per altri usi, prevalentemente industriali, sarà fortemente condizionata dall’andamento delle economie nei prossimi anni e perciò interesserà in particolare i cosiddetti paesi emergenti (Cina, Brasile, Indonesia, ecc.). Il tasso medio annuo di crescita per queste destinazioni, che attualmente costituiscono circa il 22% della domanda totale, risulta decisamente più sostenuto, 3,4%, soprattutto per il consistente aumento, 5,5%, dell’impiego di azoto (compresa l’ammoniaca).
Dal lato dell’offerta le previsioni poggiano su dati relativamente più consistenti, ovvero i progetti in corso di espansione o di creazione di nuovi impianti, anche se anch’essi sono soggetti a variazioni per eventi non preventivabili (ad esempio incidenti) o per ritardi nei tempi di attuazione.
Nel 2012 la produzione mondiale di elementi nutritivi si stima sia stata pari a 241 milioni di tonnellate, con un piccolo incremento rispetto al 2011 dovuto all’andamento del mercato dei fertilizzanti e alla frenata della domanda per usi industriali conseguente alla crisi economica.
Tale risultato produttivo deriva da un utilizzo pari in media all’80% delle capacità installate che sempre nel 2012 sono arrivate complessivamente a 266 milioni di tonnellate.
Azoto
Scendendo nel dettaglio degli elementi nutritivi, nel 2017 l’azoto (fig. 1) dovrebbe presentare un bilancio domanda/offerta decisamente più positivo con un’eccedenza di capacità produttiva effettiva del 9%, pari a 15,7 milioni di tonnellate, mentre attualmente è intorno al 6%. Questa prospettiva ha tuttavia un margine di aleatorietà legato al fatto che una parte consistente dell’espansione produttiva preventivata sarà portata a termine dopo il 2015 e quindi potrebbe essere soggetta a ritardi.
L’incremento previsto della capacità produttiva supera i 20 milioni di tonnellate e risulterà concentrato principalmente in Estremo Oriente, 28%, contributi importanti arriveranno anche dall’Africa, dal Nord America e dall’America Latina, con quote pari rispettivamente al 18%, 17% e 10%.
Nei diversi mercati il quadro attuale non dovrebbe quindi cambiare sostanzialmente: aumenterà leggermente fino a toccare circa il 30% la dipendenza estera dell’Asia Meridionale, dell’Europa Occidentale e dell’Oceania, arriveranno quasi all’autosufficienza l’America Latina e l’Estremo Oriente, mentre per il Nord America il tasso di autoapprovvigionamento dovrebbe salire all’85%.
Tra le aree esportatrici aumenterà considerevolmente la capacità di esportazione dell’Africa (Egitto in particolare), mentre le aree chiave rimarranno l’Europa Orientale e il Medio Oriente.
Fosforo
Prendendo in considerazione l’evoluzione del mercato dell’acido fosforico, che costituisce circa l’88% della fonte di fertilizzanti a base di fosforo, nel 2017 si dovrebbe avere un surplus di capacità produttiva effettiva pari a 5,5 milioni di tonnellate di P2O5, corrispondente a circa il 10% mentre attualmente è intorno all’8%. Anche in questo caso però una parte consistente dell’espansione produttiva dovrebbe realizzarsi dopo il 2015.
L’incremento della capacità produttiva effettiva dovrebbe aggirarsi intorno a 6,5 milioni di tonnellate, per lo più concentrato in Estremo Oriente, 34%, Africa, 29%, e Medio Oriente, 17%.
Conseguentemente tali aree aumenteranno ulteriormente il proprio surplus produttivo, mentre dovrebbero contrarsi quelli del Nord America e dell’Europa Orientale, mentre Europa Occidentale, Asia Meridionale e America Latina manterranno una stretta dipendenza dalle importazioni.
Potassio
L’incremento della capacità effettiva di produzione di potassio dovrebbe risultare pari a circa 10 milioni di tonnellate di K2O distribuito nei tre principali bacini esistenti: il Nord America (Canada) dovrebbe rafforzare la sua leadership con una quota pari ad oltre il 50% sull’incremento totale, l’Est Europa (Russia e Bielorussia) dovrebbe contribuire per un altro 36%, mentre il contributo del Medio Oriente (Bacino del Mar Morto) dovrebbe essere pari al restante 13% circa.
Queste aree rafforzeranno quindi la propria eccedenza produttiva, mentre l’Europa Occidentale pur mantenendo un surplus produttivo intorno al 50%, dovrebbe subire un lieve arretramento.
Se i programmi di espansione degli impianti saranno portati a termine nei tempi previsti, il bilancio domanda/offerta del potassio, nonostante il consistente incremento della domanda, dovrebbe vedere nel 2017 un eccesso di capacità produttiva effettiva pari al 25% a fronte del 22% attuale.
A prima vista questa appare la situazione migliore dal lato della domanda, tuttavia occorre tenere presente che anche nel 2012, pur in presenza di un margine di capacità produttiva già elevato, la produzione effettivamente realizzata si è attestata in modo quasi perfetto sui livelli della domanda complessiva, dimostrando in questo caso l’elevato grado di controllo del mercato da parte dei produttori leader.
(*) L’autore è del Dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi – Università di Milano.
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