Una ricerca condotta da AstraRicerche, presentata per la prima volta nell’ambito di Trend Academy/See the Next, della Camera di Commercio di Bari, fotografa la visione degli italiani in materia di innovazione nel settore ‘retail’.
«Distanziamento, ingressi contingentati, attenzione per l’igienizzazione delle superfici, preferenza per pagamenti alle casse senza contatto fisico con persone e apparecchiature, ma anche interesse per negozi digitalizzati, interattivi, esperienziali e aperti H24: la pandemia ha dato un’accelerata ai negozi del futuro ma anche ridato importanza ai negozi di vicinato. La ricerca è un’ottima indicazione per la classe politica che dovrà mettere in agenda provvedimenti mirati per sostenere un settore in mutazione, già duramente provato dalla concorrenza non sempre regolamentata dell’on line e poi messo in ginocchio dalla pandemia», commenta il presidente della Camera di Commercio di Bari, Alessandro Ambrosi.
Preferiti i negozi sicuri
E dunque per lo shopping durante il periodo della pandemia gli italiani hanno preferito i negozi che assicuravano un buon distanziamento tra le persone (20.4% come prima scelta e 58.5% tra le prime tre) anche attraverso il rispetto del numero massimo di persone ammesse (17.4% come prima e 55.4% tra le prime tre). Ugualmente l’igienizzazione delle superfici (16.9% e 55.0%) e la presenza di igienizzante all’ingresso (18.2% e 52.9%) hanno pesato nella scelta del negozio da frequentare. Sembra aver contato un po’ meno la possibilità di pagare alle casse ma senza contatto fisico con persone o apparecchiature (12.9% e 37.9%) per la media degli italiani, ma è stato un elemento discriminante per i più giovani (18-24enni: 48%).
L’opinione sui pagamenti a distanza è comunque molto positiva per tutti: facili da utilizzare (67.9%), un vantaggio in termini di velocità di pagamento (67.6), una sicurezza a livello igienico-sanitario (65.6%) tanto che ben il 61.5% vorrebbe utilizzarli di più in futuro.
In crescita la moneta elettronica
«La direzione era già chiara prima della pandemia da Covid-19 e ora è ancor più forte: i pagamenti non in contanti, soprattutto quelli che evitano i contatti fisici, sono in forte crescita: l’uscita più rapida dal negozio è un vantaggio in termini di tempo speso, di comodità percepita, di innovazione associata al punto vendita ma è anche una soluzione ai timori – perduranti – sull’igiene delle soluzioni ‘classiche’ come contanti o passaggio di carte di pagamento con contatto tra clienti e operatori» commenta Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche.
Tra le varie innovazioni del settore retail le soluzioni che prevedono l’assenza delle casse riscuotono un buon livello di interesse: renderebbe gli acquisti di ogni giorno più comodi e veloci (52.1%), mi piace, è qualcosa che vorrei poter utilizzare (48.9%), mi piace l’idea di poter fare acquisti a ogni ora del giorno e della notte (47.8%). Ciò nonostante, emerge un forte timore per l’occupazione (59.8% in particolare da parte delle donne: 65% e degli over 45enni: 64%). Meno importante, ma comunque di rilievo, anche la preoccupazione per la privacy (43.7% per il totale campione e 55% tra i 25-34enni).
Negozi di format innovativo
Suscita interesse nel consumatore anche l’idea di negozi innovativi anche nel format: sul podio delle preferenze a pari merito i negozi digitalizzati e quelli interattivi (rispettivamente scelti dal 66.6% e dal 66.5%, questi ultimi scelti in particolare dai 18-24enni: 74%). Seguono i negozi esperienziali (61.3% soprattutto nella classe superiore: 68%) e quelli con personal assistant (61.2% in particolare per i 25-34enni: 69%) mentre fanalino di coda sono i negozi con eventi online (44.4%).
Gli stimoli sensoriali maggiormente graditi sono, nell’ordine, quelli visivi (24.9% al primo posto), quelli olfattivi (24.6%), quelli uditivi (22.4%) e quelli gustativi (21.3%). Scarso interesse per gli stimoli tattili scelti solo dal 6.9%.
La scelta di tenere chiuso
Durante la pandemia alcuni negozi hanno deciso di restare chiusi (anche se non era loro proibito aprire) per motivi di sicurezza della clientela e dei lavoratori, altri, al contrario, hanno preferito aprire per non dover mettere in cassa integrazione i propri dipendenti. La posizione degli italiani rispetto a queste scelte non è molto netta, seppur prevalga una lieve preferenza per chi, cautamente, ha scelto di chiudere: 52% vs 48%.
Molti sono stati i cambiamenti in relazione alla spesa alimentare durante la pandemia: sono aumentati gli acquisti effettuati nei negozi di vicinato in parte a causa delle restrizioni di spostamento in parte per la volontà di sostenere i piccoli negozianti. Una proposta innovativa riguarda proprio un servizio “di quartiere” (o di piccola città) che effettua consegne per conto dei piccoli negozi (alimentari, ma non solo: artigiani, librerie, botteghe varie). Tale proposta risulta interessante per il 67.8% degli italiani e il 61.5% dichiara che potrebbe rappresentare una spinta ad usare maggiormente i piccoli negozi locali.
Nuove forme di flessibilità
Patrizia Martello, esperta di tendenze e culture di consumo, aggiunge: «Oggi servono nuove forme di flessibilità per i piccoli negozi di quartiere, penalizzati dalle circostanze. Un servizio di intermediazione immobiliare come quello di Appear Here – attivo a Londra, New York, Parigi e Amsterdam ma presto anche a Milano - che trova e affitta spazi commerciali temporanei con contratti di locazione da meno di un mese a oltre un anno, è un’opportunità interessante per chi ha chiuso e vuole riaprire senza troppi rischi e con nuove idee da sperimentare, così come per chi è proprietario di spazi inutilizzati. Un Airbnb del retail che in Italia ha una versione più o meno simile nel marketplace di spazi Whataspace! per ora focalizzato sugli eventi ma che sta sviluppando anche servizi di gestione di immobili ad uso temporaneo»
Nell’area del delivery le preferenze degli italiani si indirizzano prevalentemente sui ‘locker’, ritenuti interessanti dal 54.8% e sui punti di consegna ‘a scaffale’ all’interno dei negozi (53.0%). Grande apertura anche per modalità davvero innovative quale la consegna tramite un veicolo autonomo robotizzato (43.8%).